Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
Chi è Sahle-Work Zewde, la prima donna presidente dell’Etiopia
Dopo una serie di incarichi diplomatici e presso le Nazioni Unite, Sahle-Work Zewde è diventata la prima presidente donna dell’Etiopia.
Sahle-Work Zewde è la prima donna a ricoprire la carica di presidente dell’Etiopia, e la sola capo di stato attualmente in carica in tutto il continente africano. Il Parlamento di Addis Abeba l’ha eletta il 25 ottobre, una settimana dopo che il primo ministro Abiy Ahmed ha formato un nuovo governo, che per metà è composto proprio da donne.
Sahle-Work Zewde has been elected as Ethiopia’s 1st woman president, which also makes her the only woman head of state in Africa!
Her election comes a week after PM Abiy Ahmed appointed a gender-equal cabinet. @BBCAfrica https://t.co/5VUFQETTsO
— UN Women (@UN_Women) 25 ottobre 2018
Il primo discorso di Sahle-Work Zewde dedicato alla pace
Nel suo primo discorso, Sahle-Work Zewde ha parlato dell’importanza del mantenimento della pace. Il riferimento è alle coraggiose scelte del premier, che ha avviato un processo di rapido riavvicinamento con l’Eritrea, dopo un conflitto armato durato ben 20 anni.
“La nomina di una donna al vertice della nazione stabilisce non soltanto una regola per il futuro, ma dà forza a tutte le donne come soggetti decisori nella vita pubblica”, ha commentato il capo di stato maggiore Fitsum Arega.
Leggi anche: Chi è Abiy Ahmed, primo ministro e volto dell’Etiopia che spera nella pace
Sahle-Work Zewde è già stata rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, presso l’Unione africana. In precedenza, era stata ambasciatrice in Francia e in Senegal, nonché presso l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (organismo internazionale dell’Africa orientale).
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I ribelli che hanno preso il potere in Siria stanno smantellando la produzione di captagon, la droga che arricchiva il regime di Assad.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
Israele ha approfittato della caduta di Assad in Siria per espandere la sua occupazione del Golan, altopiano dove è presente illegalmente dal 1967.
Un’offensiva dei ribelli in Siria ha rovesciato nel giro di 11 giorni il regime di Assad. Ora si cerca una transizione pacifica del potere.
La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.
Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.
Il 28 novembre a Nuuk è atterrato il primo volo diretto internazionale. Un evento storico che ha acceso un dibattito sui rischi del turismo di massa.