La centrale nucleare di Fessenheim chiuderà i suoi due reattori nel 2020, in servizio da più i 40 anni. Ma la Francia continua a puntare sull’atomo.
Saldature, componenti difettose, corrosione: il nucleare francese sempre più in difficoltà
Le ispezioni dell’Autorità per la sicurezza nucleare continuano a trovare difetti nelle centrali francesi. Il sito di Flamanville è stato chiuso.
Il nucleare francese è sempre più nell’occhio del ciclone. Dopo lo stop al cantiere del nuovo reattore Epr di Flamanville, sulla Manica, ordinato nello scorso mese di luglio dall’Autorità francese per la sicurezza nucleare (Asn) per problemi legati ad alcune saldature, l’11 settembre l’intero impianto è stato posto sotto “sorveglianza rafforzata”.
La centrale nucleare di Flamanville sotto “sorveglianza rafforzata”
La decisione è stata giustificata dall’organismo di vigilanza transalpino con “le difficoltà incontrate da Edf (la società che gestisce il sito nucleare) dalla metà del 2018”. E i problemi riscontrati non riguardano soltanto il nuovo reattore in costruzione, ma anche i due da 1.300 MW di potenza in funzione dal 1979. Da tempo, infatti, la centrale è oggetto della terza visita di controllo decennale, che rappresenta un check-up completo dell’intero impianto.
L’Autorité de sûreté nucléaire (ASN) a annoncé mercredi avoir placé la centrale nucléaire de Flamanville (Manche) sous “surveillance renforcée”, estimant qu’EDF y rencontre des difficultés https://t.co/8QstGggsIm
— Sciences et Avenir (@Sciences_Avenir) September 11, 2019
L’obiettivo è comprendere se la centrale possa funzionare per un ulteriore decennio. In precedenza, il direttore generale dell’Asn, Olivier Gupta, aveva chiesto “un piano d’azione” per rafforzare i controlli interni. Sottolineando “le deficienze riscontrate dal punto di vista tecnico” e “il numero elevato di eventi significativi legati a difetti di manutenzione e di vigilanza da parte delle società terze, cattiva gestione di determinate operazioni e qualità insufficiente dei documenti trasmessi”. Tale “piano” è stato consegnato da Edf il 25 agosto. E nel documento l’azienda ha ammesso di “condividere” le critiche dell’autorità di controllo.
Problemi per i generatori di vapore
Ma i problemi per il nucleare transalpino si moltiplicano. Il 10 settembre, infatti, sotto i riflettori è finita Framatome (ex-Areva Nuclear Power, dal 2018 di proprietà di Edf). E una volta ancora i problemi sono legati a delle saldature. Non sul reattore Epr di Flamanville, stavolta, ma sui generatori di vapore. Si tratta di una componente fondamentale dei reattori e di grandi dimensioni: 22 metri di altezza per 465 tonnellate di peso, in media. Il loro ruolo è cruciale all’interno delle centrali, perché sono loro che trasformano l’acqua in vapore. Che, a sua volta, facendo muovere le turbine consente di generare energia elettrica.
Le réacteur 2 de la centrale #nucleaire de #Fessenheim est concerné par 3 générateurs de vapeur aux soudures défectueuses, dont le GV n°335 dont l’acier est trop carboné suite à falsification. SOUDURES DÉFECTUEUSES SUR ACIER TROP CARBONÉ = DANGER ! #ASN ordonnez l’arrêt ! @sdnfr https://t.co/250moT4w6s — AndreHatz (@AndreHatz) September 18, 2019
Ancor più preoccupante è il fatto che i difetti riscontrati dall’Autorità per la sicurezza nucleare riguardano non solo il materiale nuovo non ancora installato, ma le componenti già in servizio. L’organismo di vigilanza ha parlato di “una ventina di generatori di vapore potenzialmente interessati, fabbricati a partire dal 2008”. Ad oggi, sono nove quelli in cui è stata riscontrata la presenza di materiali non conformi.
Coinvolto un fornitore tedesco di componenti nucleari
Il problema è legato proprio alle dimensioni dei generatori di vapore: talmente importanti da imporre, nel corso della costruzione delle centrali, di effettuare sul posto le saldature. “Una volta completate – spiega il quotidiano Le Parisien – si di esse si applicano delle coperture munite di resistenze elettriche, necessarie per portare la temperatura a 595-620 gradi, al fine di omogeneizzare le saldature stesse”. È in questa fase che l’Asn ha individuato i problemi, che coinvolgono anche un fornitore tedesco di Framatome, la Weld Therm.
A questo punto Edf potrebbe decidersi ad utilizzare pezzi fabbricati da un’altra azienda. Il che, secondo la stampa francese, rappresenterebbe per l’ex-Areva Nuclear Power, già da due anni costretta ad affrontare un calo sensibile degli ordinativi, “una catastrofe industriale”.
Centrale #nucléaire #EDF de #Flamanville : l’ASN place sous “surveillance renforcée” le site en exploitation (réacteurs 1 et 2) -> https://t.co/8mFfaAbODr @EDFFlamanville @EDFofficiel [image : DR] pic.twitter.com/M6mx6vOCzC
— Autorité de sûreté nucléaire (ASN) (@ASN) September 11, 2019
La centrale di Flamanville ad oggi è bloccata
L’ultima notizia, in ordine di tempo, riguarda infine ancora una volta la centrale di Flamanville. Mercoledì 18 settemnre, gli uomini dell’Asn hanno riscontrato infatti tracce di corrosione su alcuni sistemi di soccorso. Per questo, il reattore 1 è stato bloccato. Ciò mentre il reattore 2 era già stato spento nell’ambito delle procedure di controllo per la visita decennale (la riapertura è prevista per il 5 dicembre). Il che significa che, ad oggi, il sito non produce più energia.
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