“Sfidare le contraddizioni” è stato il tema della 12ma edizione del Salone della Csr: circa 270 le organizzazioni coinvolte nei dibattiti.
La sostenibilità è un percorso, l’unico possibile. Il dibattito al Salone della Csr e dell’innovazione sociale
Parlare di sostenibilità, senza nascondere le criticità ma cercando soluzioni condivise. È l’obiettivo del Salone della Csr e dell’innovazione sociale.
- Si è tenuta all’università Bocconi di Milano, dal 4 al 6 ottobre 2023, l’undicesima edizione del Salone della Csr e dell’innovazione sociale.
- Il tema scelto per l’edizione 2023 è abitare il cambiamento, perché la sostenibilità è un cambiamento che diventa possibile solo con il contributo e la consapevolezza di tutti.
- C’eravamo anche noi di LifeGate, come media partner e all’interno del programma culturale.
- Per quanto il contesto economico sia difficile, Rossella Sobrero, ideatrice della manifestazione, sostiene che dalla sostenibilità non si possa tornare indietro.
“Lo sviluppo sostenibile è un percorso a tappe, è graduale e non avviene da un giorno all’altro, perché richiede un’evoluzione nella consapevolezza. Parlarne è importante”. Lo sostiene Rossella Sobrero, fondatrice di Koinètica e ideatrice di quello che è ormai un appuntamento fisso per le imprese, il Salone della Csr e dell’innovazione sociale. Per l’undicesima edizione, che si è tenuta all’università Bocconi di Milano dal 4 al 6 ottobre 2023, il tema è proprio abitare il cambiamento. “L’abbiamo scelto perché c’è bisogno di ricordare che tutti abbiamo una responsabilità individuale. Certo, dobbiamo stimolare le imprese, la pubblica amministrazione e le istituzioni a cambiare, ma dobbiamo anche cambiare il nostro modo di lavorare, studiare, acquistare. E anche di pensare”, sottolinea Sobrero.
Dalla sostenibilità non si può tornare indietro
L’undicesima edizione del Salone della Csr si inserisce in un contesto tutt’altro che semplice. Prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina hanno stravolto gli equilibri sociali ed economici internazionali. In questi mesi l’esperienza quotidiana degli italiani è fatta di piccole e grandi rinunce per far quadrare i conti, considerata l’impennata dell’inflazione. Per porle un freno le banche centrali hanno alzato a più riprese i tassi di interesse, ma a farne le spese così è l’accesso al credito, per i cittadini e per le imprese.
Immerse in una congiuntura economica così complicata, le imprese – tanto più quelle piccole e medie, spina dorsale del sistema produttivo italiano – hanno ancora la possibilità di investire in iniziative sostenibili? “Io sono convinta del fatto che dalla sostenibilità non si possa tornare indietro”, risponde Rossella Sobrero. “Anche perché circa 50mila imprese nell’Unione europea ben presto dovranno rendicontare anche i propri impatti sociali e ambientali, oltre ai risultati economico-finanziari. Oltretutto, ormai le banche chiedono garanzie in termini di sostenibilità prima di erogare finanziamenti; lo fanno anche con le piccole e medie imprese. Da parte loro non è un atto di buonismo, ma una strategia per mettersi al riparo dai rischi legati al mancato rispetto dell’ambiente e dei diritti umani”.
“Di conseguenza, anche le piccole e medie imprese si stanno muovendo con interventi graduali; alcune perché fanno parte di catene di fornitura di grandi aziende e quindi devono portare delle garanzie, altre perché hanno capito che essere sostenibili conviene. Sono consapevoli di quanto il momento sia difficile, ma sanno anche che la sostenibilità è l’unica scelta possibile”.
LifeGate al Salone della Csr e dell’innovazione sociale
Anche noi di LifeGate eravamo al Salone della Csr, in qualità di media partner e all’interno del programma culturale.
Lajal Andreoletti, head of enviro projects, ha colto questa preziosa occasione per presentare la Water Defenders Alliance, l’alleanza di aziende, persone, porti e istituzioni ed enti del mondo della ricerca che contribuiscono ad adottare una serie di soluzioni concrete per salvare le nostre acque da tre minacce prioritarie: la presenza dei rifiuti di plastica, l’inquinamento chimico provocato dagli sversamenti di idrocarburi e la fragilità degli habitat marini.
C’è stato spazio anche per un altro pilastro dell’attività di LifeGate, la consulenza. Erika Colciago, head of consulting & business development, ha ripercorso le tappe e gli obiettivi del percorso di rafforzamento della strategia di sostenibilità intrapreso con Bwh Hotels Italia, gruppo che conta oggi 170 strutture su tutto il territorio nazionale. Dopo aver coinvolto gli hotel nel programma Stay for the planet, a partire da quest’anno il focus è sui fornitori.
Spazio ai progetti concreti delle imprese
Il Salone della Csr è prima di tutto un momento di condivisione, in cui ogni impresa porta le proprie best practices e scopre quelle altrui, in un’ottica di scambio reciproco di idee e stimoli. I due panel moderati da LifeGate non hanno fatto eccezione.
Emanuela Taverna, giornalista e senior project manager, ha coordinato i lavori sull’educazione alimentare. È ormai chiara l’impellente necessità di costruire un sistema alimentare sostenibile in tutti i sensi, cioè salutare per le persone, rispettoso delle risorse del pianeta ed economicamente accessibile. Ma è altrettanto chiaro che nessuno può farcela da solo: è indispensabile un gioco di squadra tra industria, distribuzione, amministrazione pubblica, mondo della ricerca e dell’innovazione tecnologica.
Se le imprese lavorano per la sostenibilità con un orizzonte chiaro, e se coinvolgono fin dal primo momento collaboratori e collaboratrici, ottengono due grandi vantaggi. Il primo è che la strada per la transizione ecologica è in discesa, perché beneficia di competenze diversificate. Il secondo sta nel fatto che, in questo modo, rendono un clima interno più collaborativo, positivo, arricchente. In una parola, più felice. Questo il tema del panel moderato da Tommaso Perrone, direttore responsabile di LifeGate.
Il greenwashing si combatte dicendo la verità
Il Salone della Csr è stato uno dei primi spazi in Italia dove parlare di sostenibilità. E, in quanto tale, non può fingere di non vedere l’elefante nella stanza: il greenwashing. Se è vero infatti che le performance ambientali e il controllo della filiera hanno ormai un ruolo da protagonisti nella comunicazione delle aziende, è vero anche che molti di questi messaggi sono artatamente gonfiati per motivi di marketing. La Commissione europea parla addirittura di un 53,3 per cento di asserzioni ambientali “vaghe, fuorvianti o infondate” e di un 40 per cento del tutto privo di fondamenti. E lavora quindi per una direttiva sui green claim, come forma di tutela per i consumatori.
Rossella Sobrero di greenwashing si è occupata parecchio, tanto da pubblicare un libro nel 2022 (Verde, anzi verdissimo. Comunicare la sostenibilità evitando il rischio greenwashing, edito da Egea) e coordinare un panel durante questo Salone della Csr e dell’innovazione sociale. E ci mette in guardia da un fenomeno che sembra opposto ma, in realtà, è una sua conseguenza indiretta. “Ci sono aziende, soprattutto quelle che hanno dei business critici, che magari stanno facendo realmente degli sforzi per migliorare il proprio impatto ambientale e le condizioni dei lavoratori, però non vogliono più esporsi per paura di essere attaccate. Questo fenomeno, chiamato greenhushing, è preoccupante. Perché significa tornare indietro a quando la sostenibilità non era ancora un valore”.
“Se qualcuno crede che ci siano aziende perfette, o che cambiano per miracolo, sbaglia”, chiarisce Sobrero. “Le imprese devono poter avere i loro tempi per fare la transizione ecologica, ma non devono essere così spaventate da non comunicare più niente, altrimenti il mercato torna indietro. Il Salone ha anche questo compito: fare capire che realtà di dimensioni e settori diversi vogliono raccontare le proprie esperienze, criticità comprese. Anche quando non va tutto bene, non per questo bisogna nascondere la testa sotto la sabbia. Il greenwashing si combatte facendo una cosa semplicissima: dire la verità”.
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