Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
La salute del cavallo: prevenzione, consigli e cure
Il cavallo può soffrire di una serie di malattie che possono rivelarsi anche gravi se non affrontate in tempo. Ecco come scoprire eventuali problemi prima che sia troppo tardi.
Il cavallo, come tutti gli animali del resto, soffre di una serie di malattie con sintomatologie particolari che, spesso, sono identificabili anche dal compagno umano. Sta, infatti, all’uomo interpretare i “segni” che l’animale dà per testimoniare il suo stato di salute. Una zoppia, per esempio, può far trapelare un problema di natura ortopedica o sintomi più subdoli che, a occhi poco esperti, possono non avere un significato particolare.
“Cavalli che non mangiano, per esempio, andrebbero indagati con attenzione perché per un equino non avere appetito è indice di un problema che può essere anche serio come la gastrite e l’ulcera gastrica, patologie molto comuni al cavallo che vive in scuderia”, spiega Carlotta Caminiti, medico veterinario.
“Sintomi più gravi possono inoltre essere quelli colici, che sempre necessitano dell’intervento del veterinario. Se il cavallo raspa, suda e si butta a terra per rotolarsi la situazione è sicuramente seria e necessita di un intervento tempestivo da parte del veterinario. In caso contrario si potrebbe mettere a rischio la vita dell’animale”.
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Attenzione alla tosse
Ci sono altri segnali che possono rivelarci che il cavallo non sta bene. La tosse, ad esempio. “Anche questo può essere un sintomo da non sottovalutare: i cavalli soffrono di patologie respiratorie, spesso su base allergica”, continua la dottoressa Caminiti.
“Si tratta di malattie che, se non curate, cronicizzano rimanendo una vera spina nel fianco sia per gli animali che ne soffrono sia per i loro proprietari. È importantissimo, quindi, non sottovalutare neanche la tosse più lieve e, se è continua e non si risolve con le prime cure, ricorrere al veterinario per analisi più approfondite. In molti casi, infatti, è da rivedere la gestione del cavallo in modo da eliminare tutti i possibili allergeni che potrebbero causare un’eventuale allergia”.
L’ambiente in cui vivono gli equini è determinante per il loro benessere e il loro stato di salute. “Il concetto più importante da tenere a mente è che i cavalli sono molto abitudinari e ogni comportamento che si differenzia dalla normalità va considerato sempre un sintomo da indagare con attenzione”, conclude l’esperta.
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Il cavallo ha bisogno di movimento e cibo di qualità
Spesso una gestione attenta, con accesso quotidiano al paddock, in un ambiente sano e con un’alimentazione eseguita con mangimi adatti alle reali esigenze del cavallo – sia in termini di caratteristiche che di qualità e quantità – può aiutare moltissimo a prevenire malattie e malanni vari.
“Importante anche il fieno che deve essere fornito nelle giuste quantità e sempre di buona qualità (quindi non polveroso). In questo modo si possono ridurre moltissimo l’insorgenza delle patologie allergiche”, aggiunge Caminiti.
Anche le zoppie si potrebbero contenere allenando adeguatamente i cavalli, cioè considerando l’attitudine, l’età e il carico di lavoro che hanno avuto in precedenza. Periodi di riposo senza la costrizione del confinamento continuo in box sono un toccasana sia dal punto di vista psicologico che fisico.
I problemi articolari e muscolari
Il cavallo sportivo è, ovviamente, quello più a rischio di incidenti e malattie di tipo articolare e muscolare. “Quando un cavallo ha un problema di questo tipo non bisogna mai improvvisarsi o chiedere all’istruttore di turno che spesso ci capisce poco, ma è importante rivolgersi sempre a un veterinario specializzato in equini. Meglio ancora se il veterinario in questione ha un’ulteriore specializzazione nel ramo in cui si può inserire la patologia. Per esempio al manifestarsi di una zoppia andrebbe chiamato un veterinario di cavalli specializzato in ortopedia”, spiega la dottoressa Caminiti.
L’approccio omeopatico
Patologie come quelle appena descritte trovano spesso una pronta risoluzione con le terapie omeopatiche di tipo unicistico. “Con l’omeopatia si ottengono spesso ottimi risultati, specialmente se il problema non è solo fisico, ma trae le sue radici da problematiche affettive e psicologiche”, racconta il dottor Mauro Dodesini, medico veterinario.
Un esempio? La storia medica di un bellissimo stallone di nome Derdonard. Un animale imponente – alto 175 cm al garrese – completamente nero, che con la sola terapia omeopatica ha iniziato a camminare bene nuovamente. “Derdonard era stato un campione e aveva al suo attivo molti figli e tante vittorie”, continua Dodesini. “Manifestava una navicolite agli arti anteriori e cedeva sul posteriore sinistro. La muscolatura degli arti posteriori e della spalla sinistra si presentava quasi atrofica; anche la schiena sembrava inesistente. Il cavallo era stato operato ai tendini del carpo”.
Con la somministrazione del rimedio unico omeopatico Derdonard si è ristabilito. È migliorato il suo umore – il cavallo prima era sempre triste e desideroso di coccole e attenzioni – e ha ricominciato a muoversi senza problemi. Alla proprietaria, che pensava di non poterlo più montare, è sembrato un sogno. Un miracolo? No, solo uno dei tanti risultati che una terapia non invasiva come l’omeopatia può conseguire sugli animali. Escludendo, infatti, l’effetto placebo – che si può invocare nel caso degli umani – Derdonard è guarito e sta bene anche se dovrà continuare a prendere il suo rimedio unico omeopatico per tutto il resto della vita.
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