Dopo la pausa estiva arriva un settembre ricco di eventi: tanto cicloturismo ma anche fiere ed appuntamenti urbani per chi ama la bicicletta. La nostra selezione.
Salvini annuncia obbligo di casco, targa, assicurazione e frecce per bici e monopattini. La risposta di Fiab e Ancma
Restrizioni per l’uso di monopattini e bici annunciati dal ministro Salvini per la riforma del Codice stradale. Provvedimenti anti-bicicletta, secondo Fiab e Ancma.
Casco, assicurazione, targa e frecce per monopattini e bici sono queste le restrizioni annunciate dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini nel corso del question time in Parlamento il 7 giugno in vista della riforma del Codice della strada. Provvedimenti definiti “anti-bicicletta” dalla Fiab, la Federazione italiana ambiente e bicicletta, la più grande associazione in Italia di ciclisti non sportivi. La federazione ribadisce che queste azioni non intervengono sulle principali cause di incidenti stradali e che sono il segnale di una politica sempre più lontana dalle direttive del Parlamento Europeo. Anche Confindustria-Ancma, l’Associazione nazionale ciclo e motociclo accessori, manifesta forte preoccupazione e prende una posizione netta rispetto alle dichiarazioni di Salvini, considerate dal presidente Paolo Magri un autogol per l’industria italiana del ciclo.
L’appello di Fiab alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Fiab si appella quindi alla presidente del consiglio Giorgia Meloni per sapere se è d’accordo con la proposta della tassazione punitiva avanzata dal ministro Salvini, che va a colpire anche le famiglie con bambini. I provvedimenti annunciati infatti non servono a contrastare le tre principali cause di incidenti e collisioni stradali che sono: velocità elevata, distrazione, mancanza di precedenza agli attraversamenti.
Al contrario vanno a colpevolizzare le vittime della violenza stradale, con normative che non esistono in nessun altro paese europeo. Proprio il Parlamento Europeo ha chiesto incentivi per la diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto in città e nel tempo libero, strumento ideale della mobilità sostenibile grazie anche alle e-bike, che agevolano gli spostamenti sul lungo raggio, e alle cargo bike per le consegne nei centri urbani. In Portogallo, ad esempio, è già stata tagliata l’iva sull’acquisto delle biciclette, proprio per dare impulso alla mobilità attiva. La Svizzera è stata l’unico stato a sperimentare in passato obblighi analoghi a quelli oggi in Italia, decidendo poi di abolirli più di dieci anni fa perché ritenuti inutili e persino dannosi ai fini della sicurezza stradale.
La norma proposta da Salvini, invece, secondo Fiab non solo metterebbe le mani nelle tasche degli italiani ma, di fatto, annienterebbe l’uso della bicicletta, lo strumento che rende possibile una transizione ecologica rapida e che è alla portata economica di tutti.
Un autogol, la risposta di Confindustria-Ancma
Confindustria-Ancma attraverso le parole del presidente Paolo Magri esprime “forte preoccupazione” a seguito delle dichiarazioni lasciate da Salviani sulla riforma del Codice della strada.
“Si tratta di misure che non vanno nella direzione di ottenere maggiore sicurezza, per la quale serve un impegno strutturale ed educativo a tutela di chi utilizza la bicicletta, che è un utente debole della strada – afferma Magri. Inoltre sottolinea che il valore del comparto ciclo in Italia genera un volume d’affari di oltre 3,2 miliari di euro. “Il nostro Paese – conclude Magri – ha un grande potenziale di attrattività cicloturistica, ha un mercato che cresce, è uno dei primi produttori di biciclette nell’eurozona, esprime un tessuto imprenditoriale d’eccellenza fatto da oltre 250 piccole e medie imprese, per l’80 per cento insediate fra Veneto, Lombardia e Piemonte. L’associazione è a disposizione del Governo in maniera costruttiva, ma per come è stata annunciata, questa riforma sembra oggi più contro la diffusione della bicicletta, che a favore di una maggiore sicurezza sulle strade. Penalizzare la leadership della nostra industria sarebbe un autogol”.
La teoria della “safety in numbers”
Come dimostra la cosiddetta “Safety in numbers”, più bici circolano e più si abbassa il livello di rischio di collisioni tra tutti gli utenti della strada e quindi il numero complessivo di morti e feriti. Questa evidenza, acclarata da tutte le statistiche internazionali, è stata già recepita nel Piano generale della mobilità ciclistica approvato nell’agosto del 2022 all’unanimità nella Conferenza unificata Stato-Regioni. Un traguardo importante e non trascurabile per allineare l’Italia agli standard internazionali e per trasformare le nostre strade in luoghi a misura di persone, oltre che di bicicletta. Parliamo infatti di un cambiamento culturale che punta alla riduzione dell’inquinamento, al benessere e a una migliore qualità della vita.
Così, proprio mentre Fiab lancia le Giornate del cicloturismo dell’10 e 11 giugno (settore che ricordiamo porta oltre 7 miliardi di euro di indotto, molti dei quali generati da turisti stranieri) si sottolinea l’inapplicabilità di questo proclama. La domanda sorge spontanea: come multare chi arriva in Italia su due ruote superando la linea del confine? Viene da sorridere (o da piangere) pensando a chi arriva in sella e dopo aver attraversato l’Europa si ritrova improvvisamente fuori legge.
Il Ministro Salvini quest’oggi in un’intervista apparsa su Libero smentisce quanto dichiarato alla Camera dei Deputati riguardo alle biciclette, dicendo che gli obblighi varranno solo per i monopattini. Aspettiamo che venga fatta chiarezza, con una dichiarazione ufficiale in un luogo idoneo come il Parlamento.
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