Matteo Salvini è sotto processo per aver chiuso i porti, nel 2019, alla nave di Open Arms. La procura chiede sei anni di carcere.
- Nel 2019 l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini impedì lo sbarco a Lampedusa delle persone migranti salvate dalla Open Arms.
- Per quel diniego Salvini è finito sotto processo nel 2021, anche perché il tribunale dei ministri gli ha negato l’immunità.
- La procura ha chiesto sei anni di carcere. A ottobre toccherà all’arringa della difesa.
Matteo Salvini rischia sei anni di carcere per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. La richiesta è arrivata dalla procura di Palermo, che si è pronunciata nell’ambito del processo a carico dell’attuale vicepremier, che nel 2019 da ministro dell’Interno impedì alla nave dell’ong Open Arms di attraccare a Lampedusa.
L’imbarcazione, che aveva tratto in salvo 147 persone migranti (tra cui diversi minorenni) nel mar Mediterraneo, aveva chiesto di poter attraccare a Lampedusa ma il ministro Salvini glielo impedì, facendo appello ai decreti sicurezza da poco approvati. L’intervento del Tar del Lazio permise lo sbarco delle persone migranti, ma nel 2021 Salvini è stato rinviato a giudizio per quell’episodio. Ora è arrivata la prima richiesta di condanna.
Un recap del caso Salvini-Open Arms
Nell’agosto del 2019 la nave dell’organizzazione non governativa Open Arms aveva compiuto diverse operazioni di soccorso nel mar Mediterraneo, salvando 147 persone. A quel punto chiese la possibilità di entrare in acque territoriali italiane per far sbarcare queste persone, ma dall’allora ministro dell’Interno del governo giallo-verde, Matteo Salvini, arrivò un secco no.
Salvini fece perno sui decreti sicurezza da poco approvati e di cui lui stesso si era fatto promotore, un pacchetto che gli lasciava ampia discrezionalità nella cosiddetta apertura e chiusura dei porti, spesso in conflitto con il diritto internazionale. A quel punto intervenne Il Tar del Lazio, dopo specifico ricordo della Open Arms, che fece decadere gli effetti dei decreti sicurezza e permise alla nave umanitaria di entrare nelle acque territoriali italiane.
Salvini firmò un altro divieto, questa volta di attracco al porto di Lampedusa. La procura di Agrigento autorizzò però lo sbarco della nave e la discesa a terra delle persone rimaste a bordo (decine erano già scese perché minorenni, perché malate o perché si erano buttate in mare) e la vicenda si concluse dopo 18 lunghi giorni.
Chiesti sei anni di carcere
Dopo lo sbarco la procura di Agrigento aprì un’indagine a carico di ignoti per sequestro di persona, più un’altra per omissione e rifiuto di atti d’ufficio. E nel 2021 Matteo Salvini, intanto finito all’opposizione, venne rinviato a giudizio, dopo che il tribunale dei ministri di Palermo aveva dato l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, negandogli l’immunità.
Ora la procura di Palermo ha chiesto sei anni di carcere per Salvini, che nel frattempo è tornato al governo come vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. La pm Marzia Sebella ha sottolineato che il diniego all’ingresso in acque territoriali italiane e allo sbarco diniego “ha leso la libertà di ognuna delle 147 persone e non c’era ragione” e che secondo il diritto internazionale “i migranti andavano soccorsi, concedendo subito un porto sicuro”.
Matteo Salvini ha reagito alla richiesta della pm con un video in cui ricostruisce il suo operato, dove però, come evidenzia il sito di fact-checking Pagella Politica, ci sono diversi errori. Dalla premier Giorgia Meloni al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il governo ha dato solidarietà a Salvini, parlando di un processo politico. Il 18 ottobre sarà la volta dell’arringa della difesa del vicepremier, guidata dall’avvocata Giulia Bongiorno, che è anche senatrice della Lega.
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