Nel primo giorno di legislatura i parlamentari della maggioranza di destra hanno presentato tre disegni di legge che ostacolerebbero la legge 194 sul diritto all’aborto.
La Repubblica di San Marino depenalizza l’aborto
Eliminando una legge del 1865, la Repubblica di San Marino ha depenalizzato l’aborto. Le donne potranno praticarlo liberamente fino alle dodicesima settimana.
- Le donne a San Marino potranno praticare l’aborto liberamente fino alla dodicesima settimana.
- La legge entrerà in vigore cinque giorni dopo la sua pubblicazione ufficiale.
- San Marino era uno dei pochissimi paesi europei in cui l’aborto è illegale.
Il parlamento della Repubblica di San Marino ha approvato il 31 agosto una legge che depenalizza l’aborto, con 32 voti a favore, 7 contrari e 10 astenuti. Nel paese le donne potranno quindi decidere di abortire liberamente fino alla dodicesima settimana di gravidanza, dopo una consultazione medica, ma “senza l’obbligo di fornire alcuna spiegazione”.
Si tratta di un obiettivo importante, raggiunto grazie a un referendum che si è tenuto il 26 settembre 2021 proprio sulla depenalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza. In quell’occasione il 77 per cento dei cittadini aveva votato a favore, ribaltando una legge vecchia di 150 anni, risalente al 1865. Fino ad ora San Marino puniva da sei mesi a tre anni di reclusione le donne che abortivano, e fino a sei anni chi eseguiva la pratica o prestava aiuto per effettuarla.
Cosa prevede la nuova legge sull’aborto di San Marino
Oltre a legalizzare la pratica dell’aborto fino alla 12esima settimana di gravidanza, alcuni punti molto importanti della nuova legge sono:
- l’introduzione di misure che limiterebbero eventuali obiezioni di coscienza da parte dei medici, attivando specifici contratti con medici non obiettori;
l’istituzione di consultori tramite i quali le donne (anche minorenni) potranno appoggiarsi; - l’educazione sessuale nelle scuole;
- la perseguibilità di dottori che forniscono informazioni false per dissuadere dalla pratica.
Si potrà ricorrere alla pratica dell’aborto anche dopo la dodicesima settimana di gravidanza, in caso il feto abbia gravi malformazioni che mettono a rischio la vita o la salute (fisica e mentale) della donna. Inoltre, sarà il sistema sanitario della Repubblica di San Marino a pagare le spese mediche della procedura, e coprirà qualsiasi spesa nel caso in cui una donna sia costretta ad andare in Italia per farla.
“C’è totale soddisfazione per questa nuova legge”, ha commentato Elena D’Amelio, dell’Unione delle donne sammarinesi, uno dei movimenti femministi che hanno giocato un ruolo fondamentale in vista del referendum. “Prima di questa, le donne non solo dovevano pagarsi tutto da sole, ma dovevano anche farlo in segreto”.
San Marino era ancora uno dei pochi paesi europei con divieti o leggi restrittive sull’aborto, oltre a Malta, Città del Vaticano, Andorra, Polonia e Liechtestein. L’Ungheria, invece, dove l’aborto è legale dal 1953, ha appena approvato un decreto per cui dal 15 settembre le donne che vogliono abortire saranno costrette ad ascoltare il battito del feto. Un provvedimento definito “un enorme passo indietro” da Amnesty International.
La legge di San Marino entrerà in vigore dopo cinque giorni dalla sua pubblicazione ufficiale.
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