Da qui al 20 gennaio saranno designati il Chuckwalla e il Sáttítla national monument: il primo, in particolare, estenderà il parco nazionale di Joshua Tree.
Sanaa, crolla la città patrimonio Unesco a causa dei cambiamenti climatici
A Sanaa, molti edifici costruiti prima dell’XI secolo e ora patrimonio Unesco sono crollati o danneggiati da piogge torrenziali senza precedenti.
Un altro patrimonio Unesco è stato danneggiato dai cambiamenti climatici. A fare le spese degli eventi meteorologici estremi è stavolta il bellissimo centro storico di XI secolo della città yemenita di Sanaa: centinaia di costruzioni in fango essiccato iscritte nella lista dei Patrimoni dell’umanità dal 1986 sono crollate o sono state danneggiate dalle piogge torrenziali e senza precedenti che interessano il paese dal mese di aprile.
Secondo le stime riportate Aqeel Saleh Nassar, vicedirettore dell’autorità per la preservazione storica delle città, sarebbero cinquemila gli edifici del centro storico con perdite nel tetto, e 107 quelle con il tetto completamente collassato. Moltissime le persone rimaste senza casa. Si tratta della quasi totalità del sito, se si considera che la città vecchia è composta da 103 moschee, 14 hammam e oltre seimila case, costruite tutte prima dell’XI secolo.
I crolli sono solo l’ultima piaga per un paese già fortemente provato da una violentissima crisi umanitaria: in cinque anni di guerra civile sono morte oltre centomila persone, mentre la carestia e malattie come dengue, malaria, colera e, attualmente, anche coronavirus hanno colpito gran parte della popolazione, che ora necessiterebbe di aiuti.
Non solo Sanaa: il clima minaccia sempre più siti
Quella di Sanaa era una tragedia annunciata (la città era tra i siti Unesco a rischio già dal 2015) e riporta l’attenzione sui danni inflitti ai beni patrimonio dell’umanità sia dalle guerre e sia dai cambiamenti climatici, sempre più pericolosi e difficili da gestire.
Per tentare di mitigare la situazione, l’Unesco ha adottato nel 2006 diverse strategie, pubblicando tra gli altri il documento di policy sull’impatto dei cambiamenti climatici, aggiornato lo scorso 31 luglio in collaborazione con Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) e Iccrom (Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali).
Secondo la nuova versione, entro il 2030, il documento suggerisce a tutti gli Stati una serie di linee guida per migliorare le misure di adattamento dei siti al cambiamento climatico e auspica la riduzione dell’impronta di carbonio dei singoli patrimoni rispetto ai valori del 2020. Si afferma insomma che i siti Unesco devono prendere le misure necessarie per ridurre le proprie emissioni e dare il proprio contributo alla lotta al cambiamento climatico. Una buona dichiarazione d’intenti, ma con poche misure concrete, che rischia di restare inascoltata e che, una volta di più, non protegge i siti fragili come Sanaa.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Il nostro pianeta attraversa una crisi profonda, ma due corposi rapporti dell’Ipbes indicano alcune vie di uscita.
Innalzamento del Mediterraneo: quali impatti su acqua e coste? Lo abbiamo chiesto a Grammenos Mastrojeni, tra minacce e soluzioni sostenibili.
FacilitAmbiente mette a disposizione professionisti che riuniscono i soggetti coinvolti da un progetto, raccogliendo e valorizzando i loro contributi.
Climathon 2024 è l’hackaton che ha riunito giovani talenti a Courmayeur per sviluppare idee innovative e sostenibili, affrontando le sfide ambientali della montagna.
Dopo Milano, il progetto PiantiAmo il futuro di Nescafé arriva a Ferrara: piantato presso la Nuova Darsena il primo dei duecento nuovi alberi in città.
Paul Watson è stato rilasciato dalla prigione in Groenlandia dove era detenuto da luglio. Respinta la richiesta di estradizione in Giappone.
Sull’arcipelago di Mayotte, territorio d’oltremare dipendente dal governo francese, per ora si contano 15 morti e centinaia di feriti. I servizi essenziali sono al collasso.