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Sarah Lucas, l’ex enfant terrible ospite al Miart
Dal leggendario “pissoir” di Duchamp ai bagni pubblici di una metropoli il passo è evidentemente assai breve e non sembra pertanto casuale che per il week-end milanese della 21esima fiera d’arte moderna e contemporanea una delle più provocanti artiste del momento, la londinese Sarah Lucas, sia stata invitata a proporre un apposito intervento “site specific”
Dal leggendario “pissoir” di Duchamp ai bagni pubblici di una metropoli il passo è evidentemente assai breve e non sembra pertanto casuale che per il week-end milanese della 21esima fiera d’arte moderna e contemporanea una delle più provocanti artiste del momento, la londinese Sarah Lucas, sia stata invitata a proporre un apposito intervento “site specific” nei locali dell’Albergo Diurno Venezia.
Uno spazio di indubbia suggestione, recentemente restaurato grazie all’impegno del FAI, in cui l’atmosfera fânée coesiste con gli antichi fasti delle architetture Art Déco progettate da Piero Portaluppi nella Milano degli anni Venti, quando il sottosuolo di Piazza Oberdan accoglieva, oltre alle toilettes, anche i saloni di barbieri e parrucchieri, l’agenzia di viaggio, il servizio di dattilografia, l’ufficio di cambio, la lavanderia ed ogni sorta di esercizio commerciale destinato a soddisfare le esigenze dei viaggiatori dell’epoca.
È in tale inusuale contesto che i curatori Massimiliano Gioni e Vincenzo De Bellis, rispettivamente in rappresentanza della Fondazione Nicola Trussardi e del Miart, hanno scelto di ambientare da venerdì 8 fino a domenica 10 aprile, tre giorni di esposizioni, happening e performance dal vivo, sia visive sia sonore, all’insegna dell’arte contemporanea e delle sue riflessioni sul tema del corpo tra raffigurazioni e stereotipi.
Ed è proprio sul corpo, sulle sue pulsioni inconsce e sulla sua identità di genere, che si orienta abitualmente la produzione artistica dell’ospite d’onore cui è affidato l’evento di punta del week-end, dal curioso titolo pseudolatineggiante Innamemorabiliamumbum.
Classe 1962, Sarah Lucas, esponente di punta di quei cosiddetti Young British Artists (YBA) tra i quali spicca Damien Hirst, è solita tratteggiare un mondo fortemente sessualizzato, in cui tra disegni e fotografie, ma soprattutto sculture neosurrealiste, affiora una vena schiettamente femminista e dissacrante, pervasa da ossessioni erotiche tali da ispirare frequenti interpretazioni psicoanalitiche (non a caso la Lucas nel 2000 fu invitata ad esporre le proprie opere nella casa-museo di Freud a Londra).
Vasche, lavandini e gabinetti che solitamente ricorrono numerosi nelle sue creazioni appariranno indubbiamente in tono con lo sfondo milanese prescelto. Prima di rappresentare la Gran Bretagna alla Biennale veneziana del 2015, l’artista londinese, nel corso della precedente edizione 2013 curata da Gioni, disseminò nel placido giardino zen dedicato a Carlo Scarpa una serie di memorabili sculture plurifalliche: c’è dunque da aspettarsi che all’Albergo Diurno possa lasciare tracce di sé altrettanto eclatanti.
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