La Sardegna brucia ormai ininterrottamente da 60 ore: nella provincia di Oristano l’incendio ha distrutto 20mila ettari di terreno, sfollate 1.500 persone.
La Sardegna, e in particolare la provincia di Oristano, brucia ormai da 60 ore, e continua senza pause l’attività dei Vigili del fuoco: al momento sono operative 60 unità a terra, col supporto aereo di 5 canadair e un elicottero della flotta aerea del Corpo nazionale. E la presidenza del Consiglio dei ministri ha attivato anche il Meccanismo europeo di Protezione civile, che ha fatto sì che ulteriori 4 velivoli sono arrivato in soccorso dalla Grecia e dalla Francia.
Il vasto incendio boschivo è partito dal territorio del comune di Bonarcado e, alimentato dal forte vento, si è propagato fino a Cuglieri, dove nella scorsa notte 40 persone sono state evacuate da una casa di cura minacciata dalle fiamme, e all’abitato di Santu Lussurgiu, dove sono 60 famiglie state allontanate in via precauzionale dalle proprie abitazioni.
A Tresnuraghes tre squadre hanno operato per tutta la notte nel contrasto al fronte del fuoco, e la loro attività ha permesso di mettere in sicurezza dalle fiamme due attività ricettive. A Scano di Montiferro il lavoro notturno delle squadre ha permesso di mettere sotto controllo il fronte del fuoco, che nella giornata di ieri aveva causato l’evacuazione di oltre 400 persone. In totale sono 1.500 le persone sfollate.
#Sardegna: il ministro #Lamorgese vicino alle famiglie colpite dagli #incendi boschivi. «Non faremo mancare il doveroso sostegno per superare la devastazione. Grande impegno di tutte le componenti del sistema di protezione civile».#26luglio
Danni incalcolabili all’agricoltura e al patrimonio boschivo
La situazione è in effetti particolarmente grave dal punto di vista naturalistico, ma soprattutto agricolo: sono già 20mila gli etti di territorio bruciati solamente nell’Oristanese, secondo le stime delle associazioni di settore come la confederazione degli agricoltori italiani e la Coldiretti: si tratta, spiega il presidente di Cia Sardegna Francesco Erbì, di “migliaia di ettari di inestimabile patrimonio boschivo e macchia mediterranea andati in fumo, centri abitati accerchiati dalle fiamme e campagne distrutte con capannoni e strutture agricole bruciate e perdite ingenti tra coltivazioni e bestiame”, ma anche di scorte di foraggio e mezzi agricoli andati distrutti.
Un danno all’ecosistema che, secondo il monitoraggio della Coldiretti, necessiterà di almeno 15 anni di tempo per essere sanato: tutto questo nella visione ottimistica secondo cui le prossime, sempre più torride estati, non portino a ulteriori incendi di gravità sempre maggiore.
Solamente dalla metà di giugno infatti sono stati 29.187 gli interventi effettuati dai Vigili del fuoco per incendi boschivi e di vegetazione in genere, 12.787 in più rispetto allo stesso periodo del 2020. La flotta aerea del Corpo nazionale, composta da 15 Canadair e 8 elicotteri impegnati per l’antincendio boschivo, ha svolto finora 891 missioni, 3.856 ore di volo con 20.891 lanci di sostanze estinguenti. 7.169 interventi in Puglia, 6.790 in Sicilia e 2.964 in Calabria: queste le regioni più colpite dai roghi finora.
Le iniziative di solidarietà
Nel frattempo in Sardegna sono già partire alcune iniziative di raccolta fondi per affrontare l’emergenza. La prima è organizzata dall’Associazione Sardegna in Tuscia, che riunisce cittadini sardi trasferiti nel continente che si adoperano per mantenere vive la cultura e le tradizioni sarde nel territorio della Tuscia viterbese. Per donare si può utilizzare l’Iban IT36X 14503 00002 10430 13 con causale “Emergenza incendi in Sardegna”.
Un’altra raccolta è invece partita per iniziativa dell’organizzazione rifugio per animali “Gli amici pelosetti di Michela”, che spiega su gofundme: “Abbiamo deciso di aprire questa raccolta fondi non per la nostra associazione, ma per aiutare i volontari e le persone che a causa di questo incendio hanno perso tutto”. L’Iban è IT11U0306909606100000179287 intestato a gli amici di Tomy e Romy.
Incendi in Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Puglia, Molise e ora in Calabria. L’Italia stretta in una morsa di fuoco a causa della mancanza di pianificazione.
Negli ultimi mesi in Sardegna ci sono stati incendi e sabotaggi, molte fake news e spazi occupati, ma si è dato meno spazio alla vera questione: la democratizzazione degli impianti rinnovabili.