Le emissioni di gas serra continuano a crescere senza sosta e senza paura. Perché i primi a essere incoscienti e a sfidare il clima siamo noi.
Perché lo scioglimento dei ghiacci ci riguarda da vicino
Il nuovo rapporto del Wwf rivela che poli e cime nevose si stanno sciogliendo rapidamente. Perderemo le aree fredde del pianeta e i serbatoi d’acqua dolce.
Prima della metà di questo secolo l’Artide sarebbe priva di ghiacci durante i mesi estivi. A confermarlo è la più bassa delle estensioni invernali della calotta mai registrate dalle rilevazioni satellitari, lo scorso marzo. Un fenomeno che sta interessando la metà dei ghiacci artici.
Foto Steve Morello/Wwf.
Sono alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici in corso, che il Wwf ha raccolto nell’ultimo rapporto “Ghiaccio bollente”, una visione planetaria sulla riduzione dei ghiacci del pianeta ed i suoi effetti su specie e uomo basata sulle più recenti evidenze scientifiche.
“La lettura del quadro d’insieme è impressionante”, ha dichiarato l’associazione in una nota. “Il 2015 è un anno cruciale per le decisioni che la comunità internazionale dovrà prendere, a partire dal Summit delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per i prossimi 15 anni e la COP21 di Parigi sul cambiamento climatico”.
Non si tratta del solito catastrofismo, si tratta del nostro futuro prossimo. Ma non solo, decine di specie animali sono legate agli habitat artici, antartici e alpini. E i segnali di sofferenza sono sempre più allarmanti. Il report riporta che “senza ghiaccio nel 2050 i due terzi degli orsi polari potrebbero scomparire. In Antartide stessa sorte potrebbe capitare al 75 per cento della popolazione di pinguino di Adelia”. E potremmo assistere sempre più spesso alle immagini dei trichechi in Alaska che si ammassano sulle coste a causa dell’assottigliamento del ghiaccio marino artico. Ma la lista potrebbe continuare.
“Nelle aree montuose in tutto il mondo – continua il Wwf – e nelle regioni artiche e antartiche, le popolazioni locali guardano spaventate il loro mondo che si trasforma e considerano il cambiamento climatico una minaccia presente e un possibile incubo futuro”.
Ma il problema ci riguarda tutti, non solo chi vive nelle aree fredde. “Dal ghiaccio del pianeta dipendono risorse idriche, mitigazione del clima, equilibrio degli oceani, emissioni di gas serra”. Prendiamo i cosiddetti ghiacciai alpini: i 7 maggiori fiumi di India e Sud Est asiatico sono alimentati dai ghiacciai del Karakorum e dell’Himalaya. Ciò significa che 2 miliardi di persone, aggiunte ai già attuali 2 miliardi (fonte Onu), soffriranno per scarsità d’acqua.
Siccità in India. Wwf
Se ciò non bastasse, dal report risulta che “il 70 per cento delle coste del mondo subirà forte modificazioni. 360 milioni di abitanti delle grandi metropoli costiere saranno minacciati dall’innalzamento dei mari e dall’aumento degli eventi meteorologici estremi”.
Ma pensiamo anche alle isole del Pacifico: nell’arcipelago del Kiribati 2 sono già sommerse, mentre soffrono Tuvalu, Samoa e dall’altra parte paradisi come le Maldive stanno già preparandosi all’evacuazione. “Abbiamo le alternative ai combustibili fossili pronte, sono fonti rinnovabili e pulite; insieme all’uso razionale ed efficiente di energia e materiali, possiamo farcela e offrire a tutti nuove opportunità”.
Il ghiaccio è vitale per la nostra sopravvivenza. E il ghiaccio sta scomparendo. Dovrebbe bastare solo questo a scuotere milioni di coscienze.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Con le promesse attuali dei governi sul clima, il riscaldamento globale toccherà i 2,6 gradi nella migliore delle ipotesi; 3,1 gradi nella peggiore.
Il leader dell’Azerbaigian, che a novembre ospita la Cop29, è stato accolto in Italia come un partner strategico. Cruciali le intese sul gas. Ma non sono mancate le critiche degli attivisti per la linea dittatoriale che continua a perseguire.
Azerbaigian, il partito al governo vince le parlamentari ma nel Paese della Cop29 non c’è democrazia
Il partito del presidente Ilham Aliyev conferma la maggioranza dei seggi, ma gli osservatori internazionali parlano di voto non democratico. Nuova ondata di repressioni nel petrol-Stato che a novembre ospiterà la Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici
L’ultimo caso riguarda un attivista del movimento per la democrazia. Sarebbe stato detenuto per due giorni e torturato. Aveva aiutato un giornalista a lasciare il paese di nascosto.
Riuniti a Bonn per cercare di preparare il terreno per la Cop29 sul clima di Baku, i rappresentanti di quasi 200 nazioni sono apparsi bloccati.
Dopo le critiche, il presidente Aliyev espande il comitato organizzativo di Cop29 a 42 elementi, includendo 12 donne. Le donne sono storicamente sottorappresentate nei principali vertici sul clima.
L’attuale ministro dell’Ambiente e delle Risorse naturali dell’Azerbaigian ed ex alto dirigente della compagnia petrolifera nazionale sarà il presidente della Cop29, in programma a Baku il prossimo novembre.
La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.