Dall’8 luglio una parte dei lavoratori di Samsung è in sciopero per chiedere migliori condizioni di lavoro. Si tratta del primo sciopero dell’azienda ed è destinato a durare.
- Fino al 2019 Samsung non aveva un sindacato perché la proprietà si era sempre opposta.
- Ora il sindacato chiede un aumento del 3,5 per cento dello stipendio e un giorno extra di ferie.
- L’obiettivo dello sciopero è creare problemi alla produzione.
Alla Samsung, in Corea del Sud, è stato indetto il primo sciopero a tempo indeterminato nella storia dell’azienda. Il sindacato nazionale dei lavoratori si è mobilitato dall’8 luglio per chiedere migliori condizioni di lavoro, dopo che già a maggio c’era stata una prima forma di sciopero. Finora hanno partecipato 6.500 lavoratori, ma i numeri potrebbero crescere.
Le contrattazioni con la proprietà non hanno portato a risultati e lo sciopero a oltranza sta iniziando a causare qualche problema alla produzione, che è comunque per gran parte automatizzata. Il sindacato ha sottolineato che la mobilitazione andrà avanti fino a quando Samsung non accoglierà tutte le loro richieste.
Perché si sciopera a Samsung
Samsung Electronics è una società di elettronica multinazionale sudcoreana, tra i maggiori produttori mondiali di elettronica di consumo ed elettrodomestici. Nata nel 1969, è una delle compagnie di punta di Samsung Group.
Oggi Samsung Electronics ha circa 135mila dipendenti. Un quarto di questi, circa 31mila, fanno parte del sindacato nazionale dei lavoratori, nato nel 2019 dopo che per tutte quel tempo la proprietà aveva fatto muro alla sindacalizzazione dei suoi lavoratori. Dallo scorso gennaio il sindacato ha dato il via a una contrattazione con la proprietà dell’azienda per ottenere un aumento del 3,5 per cento dello stipendio base, un rinnovamento della struttura dei pagamenti e un giorno di ferie extra rispetto a quelli già concessi ai lavoratori.
Le negoziazioni hanno portato a un nulla di fatto e a inizio giugno diversi lavoratori avevano preso un giorno di ferie per organizzare uno sciopero, senza che questo smuovesse l’azienda. Ora la situazione si è fatta più seria.
L’obiettivo è bloccare la produzione
Lunedì 8 luglio a Samsung Electronics è stato indetto un nuovo sciopero di tre giorni. La partecipazione è aumentata rispetto alla prima mobilitazione di maggio, con 6.500 lavoratori che hanno incrociato le braccia.
Il dialogo dei sindacati con la proprietà è andato avanti ma lo sciopero non ha portato ai risultati sperati. Nella giornata del 10 luglio il sindacato ha così prolungato lo sciopero, senza fissare una data di scadenza. Si tratta del primo sciopero a tempo indeterminato nella storia di Samsung.
L’azienda sta vivendo un momento d’oro, con le azioni che non hanno mai avuto un valore così alto e il fatturato che sta facendo segnare risultati migliori delle previsioni. Il sindacato vuole che anche i lavoratori possano beneficiarne e lo sciopero è la risposta al muro dell’azienda, così da metterne in difficoltà la produzione. Il sindacato ha annunciato di aver bloccato diversi linee di produzione, soprattutto nell’impianto di produzione di chip a Pyeongtaek. Presto l’azione volgerà verso gli stabilimenti più grandi. La proprietà di Samsung ha invece sottolineato che lo sciopero non sta avendo effetti sulla produzione, visto che la gran parte dei processi sono automatizzati.
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