Grazie a delle telecamere montate sugli squali tigre è stata scoperta la più vasta prateria al mondo di fanerogame marine. Si trova al largo delle Bahamas.
Si sente spesso parlare di citizen science, quella pratica per cui normali cittadinicontribuiscono al progresso della ricerca scientifica. Chi con un semplice binocolo osserva e segnala specie di uccelli, chi invece preferisce osservare da vicino piccoli insetti. Di esempi ce ne sono tantissimi. Ma se fossero gli animali i primi a fare citizen science? Probabilmente è l’idea che è venuta ai ricercatori (provenienti da diverse parti del mondo) che hanno montato una telecamera sulla pinna di uno squalo tigre. Grazie alle straordinarie riprese fatte dall’insolito ricercatore marino è stata scoperta la più vasta prateria di fanerogame marine al mondo.
Ci troviamo a largo delle coste delle Bahamas, nel mar dei Caraibi. Un gruppo di ricercatori sta studiando il fondale marino per misurare l’estensione delle praterie di fanerogame, in un momento in cui si stima che ogni anno viene perso globalmente il 7 per cento di questo ecosistema. La mappatura delle piante marine non è un lavoro semplice da svolgere. Molte volte si trovano in acqua profonde, oppure torbide, e individuarle utilizzando aerei o satelliti diventa complicato. Altre invece possono essere più piccole, rade e intrecciate tra di loro. Quindi devono essere studiate “da vicino” sul sito. Tuttavia, l’utilizzo di subacquei ha i suoi svantaggi: è molto costoso e molto lento data la vastità delle praterie. Si stima che l’estensione possa essere compresa tra 160mila e 1,5 milioni di chilometri quadrati. Un’ardua impresa.
Ecco il lampo di genio. Montare delle telecamere sugli squali. Precisamente sulla pinna dorsale degli squali tigre (Galeocerdo cuvier). Gli squali tigre sono enormi predatori che possono crescere fino a cinque metri. Sono abituati a nuotare in questo ecosistema, si muovono con molta facilità e raggiungono profondità notevoli – proprio le caratteristiche che mancavano ai ricercatori. Tra il 2016 e 2020 sono state montate le telecamere su sette individui adulti di squalo tigre. Le telecamere avevano dei trasmettitori gps ed erano fissate alla pinna grazie a delle fascette biodegradabili, che dopo circa 6-12 ore si consumavano e si staccavano, per poi essere recuperate. Combinate con le analisi satellitari e le osservazioni subacquee, queste immagini hanno rivelato il più grande ecosistema subacqueo di fanerogame marine al mondo: una prateria marina di quasi 100mila chilometri quadrati. Tra le specie più rappresentative Thalassia testudinum – quella presente in maggiore quantità – Halodule wrightii,Syringodium filiforme, Halophila decipiens e Halodule wrightii.
“Questa scoperta mostra quanto siamo lontani dall’aver esplorato gli oceani, non solo in profondità, ma anche nelle zone poco profonde”, ha affermato Carlos Duarte, co-autore della ricerca e professore presso la Saudi Arabia’s King Abdullah University of science and technology. La conoscenza di questo ecosistema è fondamentale per proteggerlo, poiché se non si conosce la vera estensione, e la posizione, è difficile avviare delle azioni protettive. Queste praterie di fanerogame sono fondamentali per le specie che le abitano; infatti, offrono cibo, riparo e protezione dai predatori, . Inoltre, proteggono le coste dall’erosione, fungono da filtro (ad esempio per le microplastiche), indirettamente sostengono la pesca, e ultimo ma non per importanza, immagazzinano notevoli quantità di carbonio – il cosiddetto Blue carbon – che è fondamentale per l’attenuazione del cambiamento climatico (le fanerogame immagazzinano 50 volte il carbonio immagazzinato dalle foreste pluviali).
Come ormai ogni organismo sulla Terra, anche queste praterie non se la passano bene. Sono diversi i fattori che le minacciano: la navigazione, il trasporto marittimo, lo sviluppo costiero e le condizioni meteorologiche estreme. Con questo studio gli scienziati auspicano che vengano attuate importanti manovre di protezione, non solo alle Bahamas – dove le miniere per l’estrazione di aragonite stanno minacciando fortemente questo ecosistema – ma in ogni parte mondo. In questo difficile percorso di protezione della natura anche gli animali ci stanno dando una grossa mano. Proteggere questo ecosistema, che assorbe e intrappola enormi quantità di carbonio, diventa un tassello fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici.
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