La legge della Scozia rende più facile il riconoscimento del cambio di genere per chi ha più di 16 anni. Il governo conservatore di Londra pronto però a mettere il veto.
La nuova legge scozzese consente a chi ha più di 16 anni di autocertificare il proprio cambio di genere e abbassa i tempi per il riconoscimento.
Londra ha il potere di bloccare le leggi scozzesi a determinate condizioni ma finora non l’ha mai fatto. Ora potrebbe esserci la prima volta.
La diatriba sulla legge si inserisce in un contesto di escalation di tensione tra Scozia e Londra, che riguarda anche Brexit e indipendentismo.
Il governo del Regno Unito ha detto di voler bloccare una legge scozzese che concede più diritti alle persone transgender. A fine dicembre il parlamento semi-autonomo di Edimburgo aveva approvato una misura che garantiva ai maggiori di 16 anni la possibilità di dotarsi di una sorta di autocertificazione sul proprio genere, così da superare le lungaggini burocratiche legate al cambio di carta d’identità. Da Londra hanno però vogliono impugnare per la prima volta una clausola della legge sull’autonomia della Scozia del 1998, che permette al governo centrale del Regno Unito di mettere il veto ad alcune normative.
Secondo molti la mossa fa parte di un’escalation di tensione politica tra Londra ed Edimburgo, che in questo caso si sta giocando sui diritti delle persone transgender.
La legge sulle persone transgender della Scozia
A fine dicembre il governo semi-autonomo della Scoziaha approvato una legge che ha abbassato di due anni il limite di età per poter autocertificare il cambio di genere. Fino a quel momento solo le persone con più di 18 anni potevano fare richiesta per questo tipo di documentazione, ma dopo lunghe battaglie la prima ministra scozzese Nicola Sturgeon ha ottenuto il via libera del parlamento all’abbassamento a 16 anni.
Il semaforo verde alla nuova legge è stato definito “storico”, perché rende più facile e meno intrusivo il cambio di genere per una fascia d’età in cui la tematica è di primo piano, per quanto si sia soliti non riconoscerlo a livello istituzionale. Fino a quel momento per le persone tra i 16 e 18 anni era ancora necessario esibire una perizia psichiatrica di disforia di genere per poter ottenere un certificato sul riconoscimento di genere. La norma peraltro abbassa da due anni a tre mesi (sei mesi per le persone di 16 e 17 anni) il tempo necessario per vivere nel nuovo sesso prima del suo ufficiale riconoscimento.
"It will be using trans people… as a political weapon."
First Minister of Scotland Nicola Sturgeon says it would be an "outrage" if the UK government blocks the Scottish gender recognition bill, and will "embolden them" to block more bills, creating a "very slippery slope". pic.twitter.com/yazkFG5PlM
L’approvazione della norma (86 voti a favore contro 39) non è stata facile ed è seguita a una delle consultazioni politiche più lunghe che la Scozia ricordi, durata circa due anni, e a una discussione parlamentare andata avanti per due giorni consecutivi. Durante quest’ultima c’era stato anche un blitz in parlamento di alcuni movimenti, che avevano attaccato la misura e gli esponenti politici a loro favore, cioè i Verdi, i Liberali democratici, i laburisti e il Partito nazionale scozzese.
Il veto di Londra
Ora il governo del Regno Unito, guidato dal partito Conservatore di Rishi Sunak, ha annunciato l’intenzione di far cadere la legge scozzese sulle persone transgender.
Quando nel 1998 è stato firmato lo Scotland Act per trasferire molti poteri politici a Edimburgo, Londra si è riservata con la sezione 35 la possibilità di bloccare le leggi approvate dal parlamento scozzese che fossero in contrasto con le normative nazionali. Finora questa clausola non è mai stata usata e il fatto che sia stata invocata ora ha solo in parte a che fare con una reale diatriba sui diritti delle persone transessuali. La critica nel merito della legge è che essa potrebbe scontrarsi con la legislazione del Regno Unito sulle pari opportunità, favorendo richieste fittizie per il cambio di sesso e creando problemi di gestione e sicurezza negli spazi monosessuali come bagni e prigioni. Ma per molti la ragione di questo stop è prima di tutto politica.
This is a full-frontal attack on our democratically elected Scottish Parliament and it's ability to make it's own decisions on devolved matters. @scotgov will defend the legislation & stand up for Scotland’s Parliament. If this Westminster veto succeeds, it will be first of many https://t.co/3WXrjyivvC
I rapporti tra Londra ed Edimburgo non sono mai stati così tesi. Dalle visioni discordanti sulla Brexit al mai sopito desiderio di indipendenza della Scozia, il cui progetto è ancora in cantiere proprio nel Partito nazionale scozzese di cui la premier Sturgeon fa parte, negli ultimi anni i motivi di scontro si sono moltiplicati. Ora la prima ministra ha accusato il premier britannico Sunak di usare le persone transessuali come arma politica, limitando i loro diritti per colpire il governo scozzese. Lo scontro finirà in tribunale, dal momento che dal governo scozzese hanno definito illegittima la volontà del Regno Unito di affossare la legge locale, nel frattempo definita “misogina” dalla scrittrice J.K. Rowling.
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