Attivismo, nuove tecnologie, scelte politiche coraggiose: chiudiamo il 2024 con 7 buone notizie sul clima che ci hanno dato speranza.
Dalla Francia all’Italia, docenti e genitori chiedono di insegnare i cambiamenti climatici nelle scuole
Dalla Francia all’Italia si chiede di rivedere i programmi nelle scuole: “Impensabile non far comprendere le basi scientifiche dell’evoluzione del clima”.
“Noi, scienziati, insegnanti, cittadini e genitori di ieri, oggi e domani, crediamo che i programmi didattici dei licei non diano sufficiente peso alla trasmissione delle basi scientifiche essenziali alla comprensione di problemi di importanza capitale come i cambiamenti climatici e la riduzione della biodiversità. Né spieghino in modo accettabile quali sono le cause e le soluzioni che possono consentirci di agire per combattere tali fenomeni”.
“Non fornire ai ragazzi le chiavi per comprendere l’evoluzione del clima sarebbe disastroso”
L’appello è stato presentato e sottoscritto in Francia da 350 personalità, tra le quali spiccano Valérie Masson-Delmotte, ricercatrice e co-presidente di uno dei gruppi di lavoro del l’Ipcc, Gilles Bœuf, docente all’università Sorbona di Parigi, Laurence Tubiana, direttrice generale della Fondazione europea per il clima e Pascal Canfin, ex ministro e direttore generale del Wwf Francia.
Ça s’annonce mal pour le #Climat dans les programmes des #lycees…
C’est tout l’aspect transversal du #ChangementClimatique, l’importance de l’anthropocène, et l’arnaque du #DeveloppementDurable qui sont passés sous silence ?♂️#COP24 https://t.co/XKkaS9s4M9
— Sébastien Bracco (@SebastienBracco) 14 dicembre 2018
La lettera spiega che i liceali di oggi rappresentano la “generazione antropocene”. Ovvero la prima ad essere cresciuta in un’era “nella quale le conoscenze scientifiche permettono di affermare che le attività umane colpiscono in modo sensibile gli equilibri del nostro pianeta”. È per questa ragione che “non fornire loro le chiavi per comprendere l’evoluzione del clima e della biodiversità sarebbe disastroso”.
Secondo gli autori dell’appello nelle scuole le scienze moderne sono marginali
Eppure, nelle aule lo spazio dedicato a tali temi resta ancora oggi “del tutto marginale”, se non “quasi nullo” in alcune fasi della carriera scolastica dei ragazzi. In particolare, secondo i firmatari della lettera, “il programma scientifico insiste sul modo in cui la scienza è stata costruita e ha progredito, il che è ottimo per garantire una cultura generale. Ma in pratica nulla si dice delle scienze recenti, emerse nel corso degli ultimi quattro decenni, ed in particolare delle moderne scienze del clima”.
Leggi anche: 12 anni per agire o il clima impazzirà
Nell’appello si fa riferimento tra l’altro ad un recente cambiamento nei programmi dei licei francesi, che secondo i 350 esperti va addirittura in direzione contraria: “Gli insegnamenti legati allo sviluppo sostenibile appaiono meno valorizzati rispetto a quanto fatto in precedenza. Eppure, l’integrazione delle dimensioni sociali, economiche e ambientali è cruciale per i cittadini, le imprese e la collettività nell’era della transizione ecologica e solidale”.
“Occorre spiegare le interazioni tra povertà, clima e disuguaglianze”
In altre parole, ai ragazzi occorre spiegare quali sono “le molteplici interazioni esistenti tra povertà, diseguaglianze, rischi climatici e crollo della biodiversità”. Soprattutto “in un’epoca intrisa di ‘fake news’, molte delle quali diffondono false informazioni proprio su questioni ambientali”.
Grève pour le climat #2 Nancy le 15 mars vers 12h15.
Après avoir manifesté en faisant le tour des lycées, les jeunes nancéens se sont retrouvés #PlaceStanislas, créant un happening impressionnant.#Nancy #YouthClimateStrike #FridaysForFuture #grevepourleclimat #youthforclimate pic.twitter.com/XqYh5p4ssw — DMS – Du Mouvement Social (@DuMvmntSocial) 25 marzo 2019
Che si tratti di temi sempre più cari alle nuove generazioni, poi, lo dimostrano gli scioperi studenteschi per il clima, che da mesi vengono organizzati in tutto il mondo. Il movimento nato dalla giovane svedese Greta Thunberg ha coinvolto milioni di persone e promette di crescere ancora in futuro.
In Italia qualcosa si muove: a Bergamo il clima entra nelle scuole
In occasione del 15 marzo, la giornata di sciopero globale per il clima, nelle scuole di Bergamo e provincia il clima è stato al centro di molte lezioni scolastiche, grazie a un progetto promosso dalle associazioni e comitati genitori, che con il supporto del Comune lombardo lo hanno diffuso in tutte le scuole della città.
In occasione del Friday for Future è stata inoltre distribuita a tutti gli studenti una brochure sui cambiamenti climatici, sono stati preparati materiali didattici per gli insegnanti in modo che potessero utilizzarli in classe e L’Eco di Bergamo, il quotidiano locale, ha pubblicato uno speciale di 4 pagine sul tema, dedicato ai ragazzi (chi volesse, può chiedere i materiali didattici all’indirizzo mail [email protected]).
Grazie al coinvolgimento degli insegnanti durante la settimana sono stati prodotti così centinaia di lavori. Con un effetto a cascata anche sulle famiglie che grazie ai figli sono state sensibilizzate sulla necessità di salvaguardare il clima.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dal 9 dicembre 2024 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming il podcast Bugie! per una corretta informazione sulla sostenibilità.
In caso di allerta meteo, i lavoratori spagnoli avranno diritto a un congedo climatico retribuito che può durare fino a quattro giorni.
Uccello migratore della famiglia degli scolopacidi, il chiurlottello non è più avvistato dal 1995. Uno studio lo considera estinto al 96 per cento.
Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Approvato il testo sulla finanza climatica. Al sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole.
Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.