La Louise Michel è la nave della missione umanitaria nel Mediterraneo finanziata dall’artista Banksy. Ha già salvato 89 vite e ora cerca un porto sicuro.
Se Banksy fosse Robert “3D” Del Naja dei Massive Attack
Banksy, il maggiore esponente della street art, non ha mai rivelato la propria identità. Ed è per questo motivo che la caccia al writer è diventata quasi un’ossessione a livello globale. Una nuova teoria sulla reale identità di Bansky arriva, ora, da una ricerca condotta da un giornalista investigativo britannico di nome Craig Williams che per
Banksy, il maggiore esponente della street art, non ha mai rivelato la propria identità. Ed è per questo motivo che la caccia al writer è diventata quasi un’ossessione a livello globale.
Una nuova teoria sulla reale identità di Bansky arriva, ora, da una ricerca condotta da un giornalista investigativo britannico di nome Craig Williams che per primo ha presentato l’ipotesi in un post pubblicato lo scorso gennaio.
Seguendo voci che sarebbero partite proprio dall’Italia, Williams ha notato che Banksy e Robert “3D” Del Naja, fondatore del “collettivo musicale” inglese dei Massive Attack, hanno molte cose in comune.
Prima di tutto Del Naja è egli stesso un artista piuttosto affermato: è considerato come uno dei pionieri del movimento dei graffiti a stencil e ha contribuito a portare la cultura hip-hop e graffittara a Bristol (l’unica certezza che si ha su Banksy è che è cresciuto a Bristol).
Più volte, poi, Banksy ha citato Del Naja come fonte di forti ispirazioni e si è detto fan dei Massive Attack, cosa confermata da Robert Del Naja, che ha rivelato di aver stretto una forte amicizia con l’artista.
Ma Craig Williams si spinge oltre: il dettaglio che potrebbe fornire il peso maggiore alla sua teoria potrebbe essere che, negli ultimi dieci anni, le apparizioni dei murales di Bansky hanno coinciso con città in cui i Massive Attack si sono esibiti negli stessi giorni.
Per esempio, il mese che Banksy ha passato a New York (ottobre 2013) per il suo progetto Better Out Than In ha, di fatto, coinciso con la permanenza in città dei Massive Attack.
In effetti, gli indizi che hanno portato all’identificazione di Banksy nella persona di Del Najo sono un po’ deboli: Banksy potrebbe essere semplicemente un fan del gruppo, o qualsiasi altra persona che lavora al tour o gravita intorno alla band.
È lo stesso Williams a ritrattare l’ipotesi in un recente post datato 29 agosto: e se Banksy non fosse un unico individuo, ma un gruppo di persone in giro per il mondo? Di sicuro, alla testa del gruppo, avremmo Robert “3D” Del Naja…
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Lo street artist Banksy ha confermato che il nuovo murale apparso a Bristol in occasione di San Valentino è suo.
Una mostra è già in corso a Palazzo Ducale di Genova, la seconda è prevista a Ferrara in tarda primavera a Palazzo Diamanti. E la terza? In un centro commerciale. Banksy è dappertutto.
Colpisce ancora il misterioso street artist. Questa volta a Betlemme, in Palestina, con un’opera che rappresenta un presepe crivellato di colpi.
Babbo Natale è un clochard, si chiama Ryan e vive su una panchina di Birmingham: Banksy, l’ignoto artista di Bristol, svela la sua ultima creazione in un video toccante.
Le porte resteranno chiuse, il negozio rimarrà solo per due settimane e tutto quello che c’è dentro sarà acquistabile online. Gross domestic product è già sulla bocca di tutti.
Banksy ha lasciato il segno anche a Venezia. In occasione della Biennale il noto street artist si è auto invitato lasciando due opere, come ha fatto sapere dal suo profilo Instagram. La prima opera comparsa il 13 maggio 2019 sul muro scrostato di un palazzo in Campo San Pantalon, sestiere di Santa Croce, rappresenta un
Sembrano soffici fiocchi di neve. Ma Banksy trasforma l’icona delle festività invernali in un simbolo dell’inquinamento atmosferico nel murales Season’s greetings a Port Talbot, in Galles.
L’identità dello street artist e writer britannico Bansky è talmente avvolta nel mistero che ormai è diventata quasi leggenda: sempre ovunque e in nessun luogo, l’unica prova tangibile della sua esistenza sono le opere dallo stile inconfondibile e disseminate ormai in tutto il mondo, spesso in zone proibite. Negli ultimi giorni la questione è tornata