Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
Cosa sta succedendo in Senegal, scosso da giorni di proteste e scontri
A Dakar i giovani protestano contro il governo e in difesa della democrazia. L’arresto del leader di opposizione è stata la miccia, ma il malcontento è più profondo.
Da mercoledì 3 marzo in Senegal sono scoppiate violente proteste. Disordini, macchine bruciate, lancio di pietre, scontri con la polizia, gas lacrimogeni, saccheggi e arresti, in particolare nella capitale Dakar. Secondo il ministero dell’Interno senegalese quattro persone sarebbero morte e oltre cento rimaste ferite.
La città, e il paese in generale, non vedeva proteste di questo tipo da anni, essendo infatti definito uno dei paesi più stabili a livello sociale e politico dell’Africa occidentale.
Il caso Sonko
Quello che ha fatto scoppiare la rabbia della popolazione è stato l’arresto del principale leader di opposizione Ousmane Sonko, arrivato terzo alle elezioni del 2019 con il 15 per cento dei voti e molto popolare in particolare tra i giovani per le sue posizioni contro il “sistema”. Sonko, 46 anni e a capo del partito Pastef-Les Patriotes, si stava recando all’udienza il 3 marzo per un’accusa di stupro sollevata a febbraio, ma è stato arrestato prima di arrivarci. Il leader dell’opposizione ha smentito le accuse e dichiarato che si tratta di una mossa del governo per indebolire i rivali in vista delle elezioni che si terranno nel 2024. Sonko è stato anche successivamente accusato di aver fomentato gli scontri violenti a seguito del suo arresto.
In risposta alle proteste, il governo ha reagito con la repressione, arresti arbitrari e la limitazione delle comunicazioni e delle informazioni, su internet (come Facebook, Whatsapp e Youtube) e in televisione, oscurando due reti private – Sen Tv e Walf Tv – accusate di aver incitato l’insurrezione mandando in onda le immagini delle proteste. A Dakar venerdì è stato anche vietato l’uso di moto e scooter – popolari tra i giovani sostenitori di Sonko – dalle strade della capitale. Il governo ha chiesto alle forze di polizia di “usare ogni mezzo necessario” per ristabilire l’ordine.
Il malcontento per il governo e la paura per la democrazia
A capo del governo c’è il presidente Macky Sall, al potere dal 2012. La legge del paese vuole che il presidente in carica debba lasciare il posto dopo due mandati consecutivi. Ma nel 2016 Sall aveva chiesto una revisione costituzionale proprio su questo punto, facendo quindi dedurre la sua volontà di ripresentarsi alle prossime elezioni nonostante il limite legale.
Le proteste, quindi, sono state abbracciate non solo dai sostenitori di Sonko, ma da una larga fetta della popolazione che vede a rischio la democrazia del paese in un periodo di crisi a livello economico, esacerbato dalla pandemia che sta mettendo in ginocchio molti settori, incluso quello del turismo che è cruciale per il paese. Il malcontento è generale e indirizzato verso la classe dirigente.
“Le manifestazioni in generale non sono pacifiche. Il clima è molto teso”, ci ha raccontato Davide Lemmi, giornalista e corrispondente da Dakar. “Inoltre, non c’è una vera organizzazione nelle manifestazioni e questo le rende più pericolose, ma allo stesso tempo sono frutto di necessità reali”.
Amnesty International ha chiesto al governo di smettere con l’arresto di oppositori e attivisti e di facilitare la gestione delle manifestazioni. L’inviato speciale delle Nazioni Unite per l’Africa occidentale, Mohamed Ibn Chambas, ha chiesto di ripristinare la calma, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha invitato polizia e manifestanti a evitare la violenza.
Le proteste stanno proseguendo anche fuori dalla capitale e persino dal paese: il 5 marzo ci sono state proteste a Milano fuori dall’ambasciata senegalese. Con l’udienza a Sonko spostata e fissata per martedì 9 marzo, ci si aspettano ulteriori tumulti in quella giornata.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Più di cento calciatrici hanno inviato una lettera alla Fifa per chiedere di interrompere la sponsorizzazione con la Saudi Aramco
Da questo autunno 7.000 nuovi studenti di San Diego sosterranno corsi che includono una quota di tematiche riservate al clima.
Dopo la non convalida dei trattenimenti dei 12 migranti di Egitto e Bangladesh, l’elenco dei Paesi sicuri viene definito per legge.
La “liana delle anime” è un decotto della medicina indigena dell’Amazzonia che può alterare lo stato psichico di chi la assume, e per questo affascina milioni di persone nel mondo.
Tra le 1.757 barche iscritte alla Barcolana di Trieste, la regata più partecipata del mondo, ce n’era una che gareggiava per Emergency.
Presente al corteo l’attivista svedese ha detto: “Non puoi dire di lottare per la giustizia climatica se si ignora la sofferenza dei popoli emarginati”.
Tutti i premi che sono stati assegnati, giorno per giorno, nel campo della medicina, fisica, chimica, letteratura, pace ed economia.