Vittoria storica per tre vittime delle torture nel carcere di Abu Ghraib in Iraq

La società di contractor accusata di aver torturato i detenuti del carcere di Abu Ghraib è stata condannata a pagare un risarcimento danni di 42 milioni

A dieci anni dallo scandalo di Abu Ghraib è arrivata una sentenza storica: per la prima volta, una giuria federale ha ritenuto un’azienda statunitense di contractor complice nelle torture nel famigerato carcere iracheno durante la seconda guerra del Golfo.

La giuria ha ritenuto la Caci Premier Technology responsabile per il suo ruolo nella tortura dei detenuti durante la guerra degli Stati Uniti contro Al Qaeda in Afghanistan e poi in Iraq e ha condannato l’azienda a pagare 42 milioni di dollari complessivi ai querelanti. Il risarcimento monetario per i querelanti include 3 milioni di dollari ciascuno per danni compensativi e 11 milioni di dollari ciascuno per danni punitivi. Il verdetto segna una rara vittoria per i querelanti che cercano di assicurare alla giustizia le aziende statunitensi che hanno preso parte alla cosiddetta guerra al terrore in Medio Oriente.

Lo storico processo per le torture ad Abu Ghraib

Il caso è stato intentato 16 anni fa, ma si è più volte arenato in ostacoli procedurali, dato che Caci ha tentato più di 20 volte di archiviare la causa. A inizio novembre è iniziato un nuovo processo davanti alla Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto orientale della Virginia, riprendendo il caso per il quale il giudice aveva dichiarato nullo il procedimento in aprile a causa dello stallo della giuria. Già allora il caso è stato considerato un momento, storico perché per la prima volta una giuria statunitense ha ascoltato direttamente delle vittime di Abu Ghraib.

Questa volta, però, la riapertura del processo ha portato a una vittoria per le tre vittime. I querelantiSuhail Najim Abdullah Al-Shimari, preside di una scuola media, Asa’ad Hamza Hanfoosh Al-Zuba’e, fruttivendolo frutta, e Salah Hassan Nusaif al-Ejaili, giornalista di Al Jazeera – avevano testimoniato di aver subito abusi e molestie sessuali, nonché di essere stati picchiati e minacciati con i cani nelle carceri di Abu Ghraib durante l’occupazione statunitense dell’Iraq. La Caci, assunta da Washington, è stata considerata responsabile di cospirazione insieme ai soldati statunitensi.

Il caso si è basato in gran parte sulla definizione legale di cospirazione, che non richiede un atto manifesto, ma può anche includere la cooperazione con altre persone che praticano la tortura, ha dichiarato a The Intercept Stjepan Meštrović, professore di sociologia alla Texas A&M University e testimone esperto in diverse corti marziali di soldati che hanno prestato servizio ad Abu Ghraib.

I responsabili sono il governo o i contractor?

Tutta la difesa della Caci si è basata sull’assunto per il quale la responsabilità delle torture avvenute all’interno delle carceri è da imputarsi agli Stati Uniti, dato che le aziende di contractor hanno stipulato dei contratti direttamente con il governo. I querelanti e la giuria hanno ritenuto Caci responsabile di aver creato le condizioni che hanno portato alle torture subite. Anche l’inchiesta del generale Antonio Taguba ha concluso che almeno un interrogatore del Caci dovrebbe essere ritenuto responsabile per aver istruito la polizia militare a stabilire condizioni che equivalgono a maltrattamenti fisici.

Questa sentenza apre la porta alla possibilità di futuri accertamenti sulla responsabilità della commissione crimini di guerra tra appaltatori civili e altri ausiliari delle forze militari

Stjepan Meštrović, docente della Texas A&M University 

Determinare la responsabilità delle torture è di per sé difficile perché la dirigenza della prigione non aveva una struttura tradizionale, non c’era una vera e propria catena di comando. Nessuno sa dove si collocano i contractor civili nella struttura di comando, questo è stato il problema legale in questi anni di procedimenti contro Caci. Secondo la difesa, i contractor sono responsabili delle loro azioni a prescindere dal loro ruolo nella gerarchia della gestione di Abu Ghraib.

Non è la prima volta che un appaltatore della difesa viene citato in giudizio in relazione al suo lavoro ad Abu Ghraib. Nel 2013, Englity, precedentemente nota come L-3 Services Inc., ha pagato più di 5 milioni di dollari in un accordo a 71 ex detenuti ad Abu Ghraib e in altri centri di detenzione gestiti dagli Stati Uniti in Iraq, ma è la prima volta in cui arriva una sentenza di condanna.

L’attenzione rivolta ai contractor civili costituisce solo una piccola parte di quanto accaduto ad Abu Ghraib. Solo circa una dozzina di soldati americani sono stati condannati in relazione agli abusi sui detenuti, nessuno è stato processato e condannato per le morti dei prigionieri, nessun agente della Cia o nessun contractor. Un rapporto del Senato pubblicato nel 2008 suggeriva che la responsabilità fosse tanto alta quanto l’ex Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld e altri alti funzionari degli Stati Uniti. Secondo Human Rights Watch, il governo statunitense non ha ancora risarcito le vittime di torture e abusi di Abu Ghraib.

Questa sentenza, però, è un precedente importante. Ora, gli appaltatori militari e di sicurezza privati sono consapevoli della possibilità di essere ritenuti responsabili quando violano le più fondamentali protezioni del diritto internazionale, come il divieto di tortura.

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