I casi di coronavirus sono limitati e ben controllati, ma Cuba attraversa un periodo negativo per l’assenza di turisti e i danni economici dell’embargo.
Le auto degli anni Cinquanta sfrecciano ancora sul Malecon, il lungomare più famoso de L’Avana, ma sono meno del solito. Perché a Cuba mancano i turisti, impossibilitati a raggiungere l’isola in seguito alla diminuzione di voli e crociere per fermare la diffusione della Covid-19. Cuba ha resistito egregiamente alla pandemia, registrando finora solo 122 decessi, grazie a controlli diffusi e procedure di quarantena severe. Tuttavia, la situazione sull’isola governata da un regime socialista non è positiva. I negozi statali scarseggiano di prodotti, mancano i cibi più comuni e l’assenza di turisti sta dando un ulteriore colpo alla già fragile economia nazionale. Il rischio di un nuovo periodo especial, il tragico lasso di tempo negli anni Novanta sotto Fidel Castro in cui la recessione impoverì ogni cittadino, spaventa la popolazione cubana.
L’assenza di turisti a Cuba
“Cuba come misura cautelativa e di prevenzione da metà marzo ha chiuso gli aeroporti bloccando l’entrata di nuovi turisti. Erano e sono permessi solo voli umanitari per riportare a casa i cubani e gli stranieri residenti sull’isola e soprattutto riportare nei propri paesi sia i turisti che i cubani residenti all’estero. Di fatto ora a L’Avana e nel resto di Cuba non ci sono più turisti – spiega l’italiano Marco Gargiullo, residente nella capitale e responsabile di un’agenzia di viaggi che organizza tour dell’isola –. Solo a Cayo Coco sono arrivati da agosto aerei con turisti canadesi o russi che non possono uscire da quella zona”. Un vero e proprio danno economico per la nazione caraibica che negli ultimi anni ha puntato molto sul turismo.
Nel mentre, lo storico embargo commerciale imposto dagli Stati Uniti continua anche sotto l’amministrazione Trump: di recente sono calati i rifornimenti di materie prime e di conseguenza la varietà di cibo nei supermercati e nei negozi gestiti dal governo. Su questi ultimi i cittadini fanno affidamento per le razioni di latte, farina e altri alimenti di base. “Le code ai negozi in moneta locale, tutt’altro che forniti, sono notevoli, soprattutto quando vengono messi in vendita prodotti che scarseggiano come pollo, olio, caffè, birra, carta igienica, shampoo – continua Gargiullo –. Sono aumentati molto i prezzi nei mercati ortofrutticoli con costi folli di alcuni prodotti come la carne di maiale, amatissima dai cubani, pomodori, fagioli, riso, limoni e altre verdure. Sono stati aperti nuovi supermercati con prezzi in dollari in cui è possibile comprare solo con carte di credito straniere. I prodotti, sia alimentari che per l’igiene personale, venduti con la libreta [le razioni dallo stato, ndr] a prezzi calmierati sono sempre presenti ad ogni inizio mese e non hanno subito aumenti”.
I problemi per la Covid-19 a Cuba
Nonostante le misure prese in termini di contenimento, l’epidemia da Sars-Cov-2 ha causato disagi nell’isola. I medici cubani si sono dimostrati virtuosi e capaci, tanto da aiutare anche altre nazioni, fra cui l’Italia, durante il lockdown. Ma le strutture datate e l’assenza di finanziamenti costanti rischiano di arrecare ulteriori peggioramenti alla situazione locale.
“A Cuba si è fatta una rigida prevenzione con capillare informazione, uso obbligatorio delle mascherine fuori dalla propria casa, isolamento e messa in quarantena di zone dove si sono verificati contagi. Quando a una persona viene certificato il virus tutti i suoi contatti vengono messi in isolamento – racconta l’agente di viaggio che si occupa anche del Circ, il Comitato degli italiani residenti a Cuba che raggruppa la comunità italiana sull’isola –. A L’Avana, il centro con più contagiati, è attivo da un mese una sorta di coprifuoco: è vietato uscire di casa dalle 19:00 alle 5:00 del mattino. Sono sospesi tutti i trasporti pubblici e vengono chiuse scuole e quasi tutti gli uffici pubblici; c’è anche il divieto di andare nelle spiagge o piscine. Nelle province con meno casi, alcune senza nuovi contagi da mesi, le norme sono meno rigide. Ad ora la popolazione non ha dimostrato grande insofferenza, si continua alle 21:00 di ogni sera ad applaudire ai medici”.
De los 103 restaurantes y paladares existentes en esta ciudad colonial de la provincia de Sancti Spíritus, solo 23 se encuentran trabajando y 47 de las 1.360 casas de arrendamiento en CUC han tenido que bajar sus precios https://t.co/vhyUVvq2aipic.twitter.com/u4n57vpqBU
I cittadini sono abituati a momenti difficili, mentre per gli stranieri è dura. “È forse più insofferente la comunità straniera a Cuba: chi lavora nei settori del turismo e della ristorazione è fermo da mesi. Fra italiani cerchiamo di mantenerci in contatto e supportarci sia moralmente sia con informazioni e aiuti pratici. Ora, anche volendo, non è possibile venire come turisti a Cuba ma quando riaprirà (si spera in dicembre) senza dubbio sarà una delle destinazioni più sicure al mondo”, è il parere di Gargiullo. Fra embargo, recessione e coronavirus, le auto colorate de L’Avana appaiono meno luminose in questo periodo.
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