Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Cinque borghi strappati, con fatica, al mare. L’estrema Liguria orientale un luogo unico.
Senz’auto: i borghi dove si arriva solo a piedi
È una proposta del tutto green per una gita nel prossimo periodo estivo: tre località accessibili solo a piedi, magari con un po’ di sforzo e poche comodità ma assicuriamo scenari suggestivi e luoghi incantevoli all’arrivo. Non usare l’auto e godersi pienamente silenzio, aria pura e strade e vicoli deserti è un modo per
È una proposta del tutto green per una gita nel prossimo periodo estivo: tre località accessibili solo a piedi, magari con un po’ di sforzo e poche comodità ma assicuriamo scenari suggestivi e luoghi incantevoli all’arrivo.
Non usare l’auto e godersi pienamente silenzio, aria pura e strade e vicoli deserti è un modo per “staccare” completamente che forse dovremo concederci tutti ogni tanto, noi vi portiamo in tre zone d’Italia molto diverse tra loro, ma tutte speciali per qualche motivo. Scegliete la vostra prossima meta, o visitatele tutte!
Il primo tra i comuni d’Italia non raggiungibile in auto che abbiamo scelto è Chamois: si arriva in questo centro abitato, il più alto della Valle d’Aosta, solo a piedi o in funivia. Occorre risalire la vallata del Marmore e, una volta arrivati nei pressi di Buisson, la funivia vi porterà a 1836 metri d’altezza, su un terrazzo panoramico non visibile dal fondovalle, sul quale sorge Chamois. Sembra un altro mondo, quasi un paradiso incontaminato: non vedrete auto ma solo gente che passeggia o con gli sci e le slitte d’inverno.
Qui e tra le piccole frazioni di Chamois, Calila, Crepiti, Lieussel, Suisse, La Ville, Corgnolaz abitano in tutto 104 persone, collegate tra loro da sentieri, viottoli e mulattiere, in cui si possono riscoprire intatte (o quasi) le caratteristiche architettoniche tradizionali. E se pensate di annoiarvi, qui oltrealle passeggiate tra i boschi potrete fare mountain bike, parapendio e deltaplano.
Il secondo borgo da raggiungere è Civita di Bagnoregio, una frazione del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo nel Lazio, eletta uno dei borghi più belli d’Italia e famosa per essere chiamata “La città che muore“.
Se a Chamois abitano 100 persone qui solo una decina e ancor più isolate visto che Civita è raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965, molto suggestivo. La progressiva erosione della collina e della vallata circostante ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi e continua ancora oggi rischiando di far scomparire la frazione, per questo chiamata anche “la città che muore”.
Dalla Rupe orientale di Civita di Bagnoregio si può ammirare lo stupendo spettacolo dei “Ponticelli“, enormi muraglioni naturali in argilla, ultima traccia di un processo erosivo iniziato migliaia di anni fa e non ancora cessato.
L’atmosfera che troverete è assolutamente irreale, vi sembrerà di essere come fuori dal tempo: tutto si è fermato ad anni fa quando la vita era più lenta, i borghi più silenziosi e accoglienti.
Recentemente in molti hanno firmato una petizione perché Civita di Bagnoregio venga proclamata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e a noi sembra davvero meritarlo.
L’ultimo borgo che vi presentiamo è forse il meno conosciuto: Cornello dei Tasso è una delle località della provincia di Bergamo dove meglio si conserva la struttura urbanistica di antica formazione della montagna orobica.
Raggiungibile solo a piedi tramite comode mulattiere, il borgo sorge su uno sperone roccioso a picco sul fiume Brembo, lungo il vecchio tracciato della “Via Mercatorum”.
Il secolare isolamento ha favorito la conservazione dell’originario tessuto urbanistico, caratterizzato dalla sovrapposizione di quattro diversi piani edificativi.
Nel borgo del Cornello è presente il curioso Museo dei Tasso e della Storia Postale che conserva molte testimonianze dell’attività postale e della gloriosa famiglia dei Tasso.
Una sala del Museo quindi è dedicata a Bernardo e al suo più famoso figlio Torquato, autore del celeberrimo poema “La Gerusalemme liberata”.
Infine, uno spazio museale raccoglie strumenti creati nel corso dei secoli XIX e XX per migliorare la trasmissione delle informazioni, come i telegrafi e i telefoni: importanti sviluppi tecnologici che hanno permesso di superare l’assoluto monopolio della lettera, determinando un enorme vantaggio per la velocità e la trasmissione delle notizie.
Tre borghi dove abbandonare la macchina e farsi affascinare da atmosfere che forse non ricordiamo più, buon viaggio in questi luoghi silenziosi e quieti.
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