Cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, modifiche ai cicli dell’azoto e del fosforo. E ancora sfruttamento del suolo e aumento dell’inquinamento chimico. Cos’hanno in comune? Sono tutti “limiti” abbiamo oltrepassato. Punti di non ritorno superati a causa delle attività umane e che stanno modificando profondamente il Pianeta sul quale viviamo. Ai quali ora si aggiunge anche l’acqua dolce.
New research finds that the planetary boundary for "green water" – the water available to plants – has been transgressed as soil moisture changes. That's now six of nine boundaries blown. https://t.co/T9Nlz8PJGspic.twitter.com/0tqlIStKNp
Secondo uno studio condotto da un gruppo di scienziati svedesi dello Stockholm Resilience Center, e pubblicato sulla rivista Nature, il ciclo naturale della più importante risorsa per la vita sulla Terra è stato perturbato così tanto da aver oltrepassato il “massimo” sopportabile.
Quello di “limite planetario”, infatti, è un concetto che è stato definito da un gruppo di ricercatori internazionali, in un paper pubblicato nel 2009. Essi corrispondono a delle soglie, calcolate su scala globale, che l’umanità non dovrebbe superare. Ciò per garantirsi la possibilità di continuare a godere di condizioni favorevoli alla vita umana, preservando gli ecosistemi e, con essi, la stabilità del Pianeta.
Lo studio tiene conto sia dell’acqua “blu” che di quella “verde”
Di tali “limiti” ne sono stati individuati nove in tutto. Oltre a quelli già superati, ci sono anche l’acidificazione degli oceani, la distruzione dello strato di ozono nell’atmosfera e la concentrazione di aerosol dannosi per la salute umana nell’aria che respiriamo.
There are nine planetary boundaries. Five have been in the red zone for a long time. Every single border crossed can end civilisation. Now the sixth is crossed. Fresh water. It is not reported. There is no response. This is our situation. https://t.co/DDmQo4JjgO
Lo studio svedese, in particolare, ha svelato che le valutazioni dello stato del ciclo dell’acqua dolce, finora, si sono concentrate troppo sulla cosiddetta “acqua blu”. Ovvero su quella presente in fiumi, laghi e falde acquifere. Mentre i ricercatori hanno tenuto conto anche della situazione di quella che viene definita “acqua verde”, ovvero quella assorbita dalle specie vegetali, proveniente dalle precipitazioni, dal terreno e dall’evaporazione.
L’umidità dei suoli è cruciale per la resilienza della biosfera
Si tratta di un elemento fondamentale per regolare l’umidità dei suoli, che contribuisce a sua volta ad assicurare la resilienza della biosfera, a preservare la capacità di trattenere CO2 e a regolare la circolazione atmosferica. Ciò che è emerso è che le foreste hanno perso un notevole quantitativo di umidità a causa dell’aumento della temperatura media globale, nonché per via del processo di deforestazione. Così, la presenza di suoli particolarmente secchi è sempre più frequente nel mondo.
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