Il Messico ha deciso per la continuità: al governo una progressista, fisica, ingegnera ed ex membro del gruppo Onu sui cambiamenti climatici.
Una presidente donna, la prima, in un paese dalla forte impronta machista. Una scienziata dell’International panel on climate change (Ipcc), il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici che fa capo alle Nazioni Unite, alla guida di uno degli stati che più dipende dal petrolio, ma con un potenziale rinnovabile enorme. Claudia Sheinbaum Pardo, progressista, sarà la prima donna presidente del Messico: l’Istituto nazionale elettorale, mentre i conteggi sono ancora in corso, le attribuisce una percentuale tra il 58 e i 61 per cento, con una forbice incolmabile tra il 26 e il 29 per cento rispetto alla sua principale rivale, Xóchitl Gálvez Ruiz.
Chi è Claudia Sheinbaum, futura presidente del Messico
Claudia Sheinbaum Pardo, o più semplicemente Claudia Scheinbaum, è una fisica, ingegnera e ricercatrice, prima ancora che politica messicana. Nata il 24 giugno 1962 a Città del Messico, è una messicana di prima generazione, essendo i suoi genitori, ebrei, fuggiti rispettivamente da Bulgaria e Lituania: dunque, anche un grande esempio di integrazione. Nell’ambito della sua formazione, ha conseguito un dottorato di ricerca in ingegneria energetica all’Università nazionale autonoma del Messico (Unam), e ha scritto oltre cento articoli e due libri sui temi dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. E ha fatto parte dell’Ipcc, il gruppo di scienziati e climatologi che da anni lancia messaggi sull’urgenza assoluta di cambiare le strategie energetiche e ambientali a livello globale: c’era anche nel 2007, quando l’Ipcc fu insignito, insieme all’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, perfino del Nobel per la Pace.
Il salto in politica era avvenuto qualche anno prima, nel 2000, quando Andrés Manuel López Obrador, il presidente uscente e fondatore di Morena, la volle alla segreteria dell’Ambiente di Città del Messico durante il mandato da sindaco. A sua volta, dal 2015 al 2017 è stata governatrice di Tlalpan, la più grande delle municipalità di Città del Messico, che rappresenta il distretto degli ospedali ma anche quello con il maggior numero di parchi naturali della città. A seguire, nel 2018 è stata eletta capo del governo di Città del Messico, una posizione equivalente a quella di un governatore di stato (un nostro presidente di regione, per fare un confronto), seconda donna e prima ebrea in assoluto a ricoprire questa posizione, al punto che in quello stesso anno la Bbc la inserisce nella lista delle centro donne dell’anno.
Le promesse di Sheinbaum che ora vanno mantenute
Durante la campagna elettorale, Sheinbaum ha delineato un programma di governo che si concentra su diverse aree chiave per il Messico, in sostanziale continuità con quello uscente di Obrador, che ha implementato molto le politiche sociali, (al punto di essere stato definito ‘populista’ dai suoi detrattori e aver fortemente aumentato la spesa pubblica), con l’espansione dei programmi sociali a tutti i livelli educativi e il sostegno ai settori più vulnerabili della società. Sheinbaum ha anche promesso istituzioni più trasparenti e una dura lotta alla corruzione, un problema atavico del Messico vista la forte presenza lobbistica del narcotraffico. Sheinbaum prevede di rafforzare la Guardia Nazionale per affrontare le sfide legate alla sicurezza e alla criminalità nel paese, una sfida particolarmente gravosa data la situazione di violenza in alcune regioni del Messico. Previsto anche il consolidamento dell’Imss Bienestar, un programma di assistenza sanitaria che mira a fornire servizi medici di base alle persone che vivono in aree rurali e marginalizzate. Grande spazio, in campagna elettorale, è stato dato dato anche ai diritti degli indigeni e alla transizione ecologica. Vedremo, nei prossimi anni, se anche stavolta sarà all’altezza delle aspettative.
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