Ideogrammi e Shiatsu: il cuore nella mano

Gli ideogrammi, si prestano a molti livelli di lettura. I tratti pittografici propongono infatti diversi punti di vista, e lettura distinta

Gli ideogrammi, come ogni forma di scrittura pittografica e
analogica, si prestano a molti livelli di lettura. I tratti
pittografici propongono infatti diversi punti di vista, spesso da
sovrapporre per ottenere una visione d’assieme da cui “ricalcare”
il significato analogico che traspare dalla tela di fondo.

La prima parte di questo kanji, o pittogramma, è a sua volta
suddivisibile ulteriormente in due segni: il primo di essi
rappresenta l’immagine di un dito e, per espensione, una mano, teso
nell’atto di “segnalare”. Il secondo suggerisce invece l’idea di
una lingua intenta nell’assaporare qualcosa di dolce, di
zuccherato.

In senso più esteso, il dito indica, designa, dà una
direzione, mentre suggerisce un’intenzione mirata, una precisa
volontà da perseguire, attraverso la mano.
La lingua segnala invece il linguaggio con cui si persegue tale
intento: si tratta di un linguaggio dolce, un’azione da compiersi
con la mano, che mostra il suo palmo senza timore, mostrandosi con
dolcezza e fermezza.

Mostrare il palmo della mano significa anche, per chi comprende in
termini più tecnici, ricordare l’idea del cuore (in
particolare di un punto di un importante meridiano collegato a
quest’organo e situato proprio al centro del palmo) e, di
conseguenza, di un’offerta diretta, da cuore a cuore.

La lingua suggerisce inoltre l’occasione di un linguaggio senza
parole, ma che si compie attraverso le mani, con la loro
capacità di ascoltare e, insieme, di agire.

La seconda parte del kanji è molto complessa e comprende
vari segni il cui significato è traducibile solo attraverso
perifrasi. Il primo segno indica l’idea del premere o “pesare su”;
i tratti successivi sostanzialmente raffigurano lo sdraiarsi per
terra, in luogo appartato, dopo aver mangiato a sazietà.

Si tratta di una sazietà ideale, per estensione “ciò
di cui l’uomo necessita”, che si compie – o, metaforicamente, si
assapora – in un luogo riparato (letteralmente “sotto una roccia”)
a stretto contatto con la terra, in un dialogo di
complementarietà e complicità tra yin e yang, tra una
Terra che sorregge ed il Cielo che copre e protegge.

Polarità che, nel loro insieme e nella loro cooperazione,
guidano verso il centro, ripristinano una centralità; ed
è questo il vero compito dello shiatsu: aiutare l’individuo
a ritrovare il proprio centro ed il proprio equilibrio.

Loredana
Filippi

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