Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
Siamo ancora in tempo per salvare gli ornitorinchi dalla plastica
In Australia, sempre più ornitorinchi restano impigliati nei rifiuti. Lo rivela uno studio che deve spingerci ad aumentare gli sforzi per la conservazione della specie.
Un po’ come tutti gli animali australiani, anche gli ornitorinchi sono veramente bizzarri. Prima di tutto rappresentano una delle cinque specie di mammiferi che depongono le uova (le altre sono quattro specie di echidna). Inoltre, hanno un aspetto buffissimo, con i piedi palmati, la coda simile a quella di un castoro, il becco d’anatra e il pelo come una lontra.
Fortunatamente questi animali semi-acquatici, che sono endemici dell’Australia orientale e vivono in prossimità dei fiumi, non sono ancora in pericolo di estinzione, pur essendo classificati come “prossimi alla minaccia” nella lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). È importante non abbassare la guardia e proteggerli prima che sia troppo tardi. Per questo preoccupa molto il fatto che l’inquinamento da plastica stia mettendo gli ornitorinchi sempre più a rischio.
Lo studio dell’Australian platypus conservancy
A lanciare l’allarme sono stati due ricercatori dell’Australian platypus conservancy, un’organizzazione che si batte proprio per la salvaguardia di questa specie. Gli scienziati, che hanno pubblicato lo studio su Australian mammalogy, hanno preso in esame gli ornitorinchi dello stato di Victoria, nel sud-est. Hanno recuperato 54 esemplari che purtroppo erano rimasti impigliati in rifiuti di ogni genere: elastici per capelli, lenze, una guarnizione del motore, un anello di plastica proveniente da un barattolo alimentare e persino un braccialetto di identificazione ospedaliera.
Perché i rifiuti sono così pericolosi per gli ornitorinchi
“Nella maggior parte dei casi, tutti questi oggetti avevano tagliato la pelle e inciso profondamente il tessuto sottostante”, spiegano Melody Serena e Geoff Williams, i due ricercatori. Non tutti gli animali sono sopravvissuti. Oltre a provocare ferite, infatti, questo genere di rifiuti può bloccare il becco o aggrovigliarsi intorno al collo. “Fino all’1,5 per cento degli ornitorinchi che risiedono nella grande area di Melbourne, e lo 0,5 per cento di quelli che vivono nelle zone più periferiche del Victoria, sono a rischio di lesioni da intrappolamento o morte in qualsiasi momento”, concludono gli scienziati, che raccomandano di tagliare anelli o cerchi di qualsiasi dimensione prima di gettarli nella spazzatura.
Sebbene le percentuali possano sembrare basse, dobbiamo ricordarci che si tratta di esseri viventi, e non di numeri. Per una volta c’è l’opportunità di agire in tempo per salvare un animale tanto iconico quanto l’ornitorinco: non lasciamoci sfuggire un’occasione così preziosa.
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