I risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti ipotizzano un collegamento tra 22 pesticidi e i tassi di incidenza e mortalità del cancro alla prostata.
Siamo le parole di un discorso che la Terra pronuncia
Alla base dell’ecopsicologia, l’idea e lo sviluppo dell’idea che siamo tutti parte del nostro pianeta Terra. Un concetto ampiamente approfondito dallo psicologo Theodor Gustav Fechner.
Pioniere della psicologia sperimentale, fondò la
psicofisica e indagò le leggi basilari della percezione
sensibile. Lo psicologo tedesco Theodor Gustav Fechner (1801-1887)
è anche ricordato per la sua ardita e poetica visione del
mondo, per la quale ogni unità fisica è
un elemento costitutivo di un’unità psichica superiore: la
grande Anima della Terra – visione esposta nel Libro
Zend-Avesta. Pensieri sulle cose del cielo e
dell’aldilà, del 1851.
“Un inno alla
vita“, ecco come si può definire la sua opera.
In essa è profusa la summa delle sue riflessioni: la Terra
è un organismo vivente, animato come quello di ogni essere
vivente; ha un corpo, un suo respiro e possiede anche degli organi
sensibili. E quali potrebbero essere tali organi, se non gli uomini
stessi e tutte le creature che ne calcano il suolo? “L’uomo,
l’animale e il mondo si trovano più che in contatto: si
trovano in un processo di mutua compenetrazione”.
Noi tutti siamo organi della terra vivente: e non vogliamo
accorgercene perché “dovendo guardare in faccia a un essere
gigantesco che ci abbraccia, preferiamo chiudere gli occhi e dire a
noi stessi che non esiste. Qualora però ci facessimo animo e
guardassimo, ci accorgeremmo che non è l’essere mostruoso e
gigantesco che si riteneva fosse, bensì la nostra diletta
madre terra che ci porta nel suo seno”.
Ecco un suo testo originale, tratto dalla rara edizione di
Theodor Gustav Fechner, Zend-Avesta, Pensieri sulle cose del
cielo e dell’al di là, Bocca, Milano 1944:
Testo originale di Theodor Gustav Fechner, tratto dalla rara
edizione Zend-Avesta, Pensieri sulle cose del cielo e dell’al
di là, Bocca, Milano 1944:
“Ho talvolta rivolto la mia attenzione a un formicaio e a un
alveare, e mi sono domandato: cos’è che costringe le
incoscienti formiche e api a un lavoro così fortemente
indirizzato verso un fine? Ho letto che le farfalle e i bruchi si
muovono in grandi processioni, nelle quali un animale vola o
striscia dietro l’altro, e mi sono chiesto qual è la forza
che spinge tali animali? non già le anime delle singole
bestiole. Il Tutto vede come attraverso il meccanismo visuale d’una
sola anima, ma dove ha sede tale anima? Se l’anima risiede in
qualche luogo, essa può solo trovarsi in ciò che
abbraccia tutto questo, nella cosa in cui tutto striscia e vola, cresce e
risiede: formiche, fiori, terra, formicai e alveari:
la nostra terra. Nella nostra terra ha sede ciò che muove
questi esseri. Con gli uomini non avviene altro di quanto avvenga
con le formiche, le api, i bruchi e le farfalle, spinti verso fini
che nessuno di questi singoli animali ha posto.
La terra è, per forma e sostanza… una creatura, in
sé e per sé, con proprietà individuali e
collegata con il
Tutto, che si pone di fronte ad altre simili creature.
Sotto la pressione di un mondo esterno, essa dispiega le sue
energie interne e sviluppa interiormente un giuoco di elementi
liberi. In particolare sottostà al cambiamento, in generale
rimane stabile. Quel che si dice del nostro corpo si può
altrettanto dire della terra (in questa, però, tutto in
misura molto maggiore).
Gli uomini e gli animali sono esseri minuscoli, mutabili,
passeggeri, formatisi dalle materie terrestri e presto
riconvertentesi in queste; esseri senza costanza e senza durata,
che cercano fuori di sé ciò che la terra possiede nel
proprio seno. La terra è un tutto potente, unitario, non
dipendente che da se stesso; che opera in sé tutti i
cambiamenti della vita elementare, vegetale, animale; un tutto che
fa continuamente sorgere il ‘nuovo’ da sé medesimo e che,
nel mutarsi delle forme, si mantiene e si sviluppa.
Nel corpo della terra si riconosce la sua vera e più alta
anima. E non le manca in realtà neanche il sistema nervoso:
essa ha i cervelli e i sensi di tutti gli uomini e di tutti gli
animali, poiché questi e quelli appartengono a essa…
l’aria, il mare e la terra costituiscono il piedistallo dello
spirito, poiché, conducendo le onde sonore, trasmettono i
pensieri da uomo a uomo e, per mezzo dei raggi di luce, fanno
sì che i viventi possano osservarsi e regolarsi
reciprocamente. Tutti questi sono mezzi di collegamento fra gli
esseri viventi di questa terra, mezzi che fanno considerare
garantita l’unità della
coscienza terrestre.
La terra ha così strette analogie con noi che è
possibile affermare che essa possiede un’anima unitaria e autonoma,
come la nostra. Naturalmente anche lo spirito della terra ha il suo
campo di osservazione. Gli uomini e gli animali rendono alla terra
ciò che l’occhio e l’orecchio rendono a noi: il processo
della sensazione è in entrambi i casi lo stesso. La terra,
grazie agli uomini e agli animali che fungono da organi dei sensi,
attinge continuamente dal serbatoio comune del loro spirito, e
arricchisce sempre più il proprio possesso. Ma come la terra
ha, con innumerevoli uomini e animali, un campo di sensazioni assai
più vasto di quello che abbiamo noi coi nostri organi
sensoriali, così la terra stessa riceve da noi immensamente
più di quel che noi riceviamo da essa con i nostri sensi. E,
come il nostro occhio non può essere concepito senza le sue
radici nel cervello, possiamo in tal guisa dire che noi uomini,
malgrado la nostra individualità, siamo connessi con tutta
quanta la terra. Siamo per così dire,
radicati alla terra.”
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