La temperatura è stata raggiunta a Verchojansk, in Siberia, il 20 giugno 2021. Si tratta del record assoluto per la zona.
Aggiornamento del 15 dicembre 2021 – L’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) ha omologato il record di temperatura massima registrato il 20 giugno 2020 nella città russa di Verchojansk. La colonnina di mercurio era salita a 38 gradi centigradi (100,4 gradi Fahrenheit): un valore non solo inusuale ma del tutto incredibile per una regione come la Siberia.
L’agenzia delle Nazioni Unite ha specificato che in quel periodo “e per gran parte della scorsa estate, le temperature rilevate in tale area artica hanno superato di 10 gradi centigradi la media stagionale, favorendo la propagazione di devastanti incendi e una grave fusione dei ghiacci polari. Ciò ha contribuito in larga parte a rendere il 2020 uno dei tre anni più caldi mai osservati”.
La stazione meteorologica di Verchojansk registra regolarmente le temperature dal 1885. La località è situata a circa 115 chilometri a nord del circolo polare articolo nella Iacuzia settentrionale. Un’area caratterizzata da un clima continentale estremo.
“Questo nuovo record relativo all’Artico – ha commentato il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas – è parte di una serie di dati segnalati alla nostra agenzia in merito a situazioni meteorologiche e climatiche estreme. Dati che rappresentano un campanello d’allarme. Sempre nel 2020, un altro record di caldo (18,3 gradi centigradi) era stato registrato in Antartide. Stiamo inoltre lavorando per la verifica del record di 54,4 gradi registrato nel luogo più caldo del Pianeta, la Death Valley in California, così come il picco di 48,8 gradi raggiunto in Sicilia questa estate”.
L’Artico è una delle regioni al mondo nelle quali l’aumento della temperatura è più veloce, rispetto alla media mondiale. Per questo un gruppo di esperti dell’Omm ha deciso di creare una nuova categoria di misurazioni: quella della “temperatura più elevata registrata a nord del circolo polare artico”.
Un’ondata di caldo eccezionale e prolungato sta colpendo in questi giorni la Siberia. Dopo i record toccati nel corso del mese di maggio, quella che rappresenta una delle regioni abitate più fredde della Terra sta registrando nuove anomalie storiche. Il 9 giugno, la temperatura ha toccato i 30 gradi centigradi a Nizhnyaya Pesha: condizioni del tutto inusuali per la zona. “Sono nato in Siberia, ci vivo da 60 anni e non ho memoria di una primavera simile”, aveva dichiarato alcune settimane il giornalista Sergei Zubchuk al quotidiano The Moscow Times.
Situazione allarmante in Siberia: ora il rischio è che si sviluppino incendi
Una situazione “incontestabilmente allarmante”, aveva commentato la climatologa Freja Vamborg sulle colonne del Guardian. E che ora appare ancora peggiore: nella giornata di ieri, sabato 20 giugno, nel villaggio di Verchojansk – paesino popolato da mille abitanti nella nella Repubblica autonoma della Sacha-Jacuzia (Siberia orientale) – la colonnina di mercurio avrebbe raggiunto i 38 gradi centigradi. Il valore deve ancora essere confermato ufficialmente, ma qualora lo fosse, si tratterebbe del record assoluto per la zona.
Il rischio è che temperature così elevate possano rappresentare le condizioni perfette per lo sviluppo di un’altra stagione di gravi incendi, come già accaduto nel Circolo polare artico nel 2019. Un circolo vizioso figlio dei cambiamenti climatici.
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