Siamo ormai alla fine di ottobre, ma non si è ancora formato il ghiaccio nel mare di Laptev, la sezione del mar Glaciale Artico delimitata dalla Siberia. Stando a quanto riporta il quotidiano Guardian, che ha interpellato diversi scienziati, si tratta della prima volta in assoluto da quando sono iniziati i monitoraggi di questo fenomeno.
Siberia, la temperatura delle acque è 5 gradi sopra la media
Se la formazione del ghiaccio è così in ritardo è perché, nell’area interessata, le temperature del mar Glaciale Artico hanno raggiunto picchi di oltre 5 gradi centigradi sopra la norma. Questo fenomeno è dovuto a una combinazione di diversi fattori, tra cui il persistere di un’ondata di caldo record nel nord della Russia e il fatto che, nell’inverno 2019, la fusione dei ghiacci sia avvenuta in anticipo rispetto al solito. Il calore intrappolato ci mette molto tempo a disperdersi nell’atmosfera, anche in questo periodo dell’anno in cui in Siberia non si superano le due ore di luce solare al giorno.
Lower atmosphere temperature anomalies over the last 6 months in the northernmost region of the #Arctic
Le correnti miti provenienti dall’Atlantico hanno fatto il resto, andando a “spezzare” la consueta stratificazione tra le acque profonde più calde e la superficie più fredda. Il grafico sull’estensione dei ghiacci nel mare di Laptev è eloquente: di solito in questo periodo mostra già una rapida ascesa, ma quest’anno è eccezionalmente piatto.
Comparing 2020 and 2012 sea ice extents in the Laptev Sea (near Siberia; #Arctic)
*Note that the basin is geographically constrained (same maximum sea ice cover = flat line) pic.twitter.com/sWeF97SYQe
“Quest’anno, dopo un’estate calda, osserviamo che il volume dei ghiacci è il secondo più basso mai registrato”. Sono le parole di Lars Kaleschke, climatologo dell’istituto Alfred Wegener, riportate da Euronews. “Assistiamo a un ritardo nel congelamento di quest’area e al momento abbiamo quattro milioni di chilometri quadrati di ghiaccio marino in meno rispetto alla media degli anni Ottanta. Ciò significa che manca un’area pari a dieci volte quella della Germania”.
The #Arctic sea ice is growing very slowly this year. The ocean temperature has to drop below the freezing point and that in the entire mixed layer because the sea water is salty. When it cools down, the density increases and this leads to convection. pic.twitter.com/CZpwpwBG8S
“Il fatto che quest’autunno il ghiaccio non si sia ancora formato è senza precedenti nell’Artico siberiano”, ha scritto al GuardianZachary Labe, ricercatore della Colorado State University. Un’anomalia che, ribadisce, può essere spiegata soltanto con i cambiamenti climatici dovuti alle attività umane.
“Anche il 2020 dà conferma dei rapidi mutamenti a cui va incontro l’Artico. Senza una riduzione sistematica delle emissioni di gas serra, le probabilità della nostra prima estate senza ghiaccio nell’Artico continueranno ad aumentare”. Non è più questione di “se”, sostiene, ma di “quando”. Facendo una proiezione sulla base dei dati scientifici a disposizione, dovrebbe accadere tra il 2030 e il 2050.
Per seppellire la loro capsula del tempo, i passeggeri di una nave russa hanno scelto un lastrone di ghiaccio che sembrava dover durare per decenni. Ma non avevano fatto i conti col riscaldamento globale.
Un tempo il ghiaccio marino proteggeva l’isola sulla quale sorge il villaggio di Kivalina, in Alaska. Ora che il ghiaccio si sta sciogliendo, il mare la sta lentamente cancellando dalle carte geografiche. Ma gli abitanti resistono, e con loro le tradizioni.
Il primo agosto in Groenlandia si è sciolto così tanto ghiaccio che avrebbe potuto riempire 4,4 milioni di piscine olimpioniche. Un documentarista ha scattato delle foto che lo dimostrano.
Gli Stati Uniti non hanno voluto inserire alcun riferimento alla gravità dei cambiamenti climatici nella dichiarazione finale del Consiglio artico, che pertanto non c’è stata. È la prima volta che accade dal 1996.