La Siberia è sinonimo di freddo polare. Di steppe semi-deserte, ricoperte di neve e ghiaccio. E di temperature record: è nella città di Ojmjakon che si ritiene sia stata raggiunto il valore più basso per un centro stabilmente abitato, con circa 70 gradi sotto lo zero. Eppure i cambiamenti climatici si stanno facendo sentire con forza anche qui.
Il precedente record a Chatanga era di +12 gradi centigradi
Nel corso del mese di maggio, in particolare, sono stati segnati nuovi record in Siberia. Ma stavolta a fare scalpore non è il gelo: al contrario, quella che rappresenta una delle regioni più fredde della Terra si è ritrovata a dover fronteggiare un’ondata inedita di caldo. Nel villaggio di Chatanga, proprio al limite del circolo polare artico, il 22 maggio sono stati raggiunti 25,6 gradi centigradi. In una regione nella quale normalmente si rimane attorno allo zero. Basti pensare che il precedente record era di 12 gradi.
An "astonishing" heat wave is gripping Siberia, where temperatures are hotter than they are in D.C. Temperature anomalies are about 40 deg F above average. Oh, and have we mentioned the possibility of "zombie fires?" Yeah, that's a thing. https://t.co/gKpgnvhF74pic.twitter.com/3ivj1m0ZSO
— Capital Weather Gang (@capitalweather) May 22, 2020
Si tratta di fenomeni non privi di conseguenze per l’equilibrio della regione. La nevesta infatti scomparendo in modo nettamente precoce, con lo strato di ghiaccio che si sta sciogliendo un mese prima rispetto al normale. E con il rischio di una nuova drammatica stagione di incendi.
Come noto, infatti, nel corso del 2019 i roghi nel circolo polare artico sono stati devastanti. E quest’anno potrebbero risultare aggravati a causa delle temperature anomale e della siccità registrata nei mesi di marzo e di aprile, come confermato dal servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus. Ma a pesare potrebbe essere anche la stessa “onda lunga” del 2019.
Some dangerous and extremely anomalous warmth has once more hit Siberia. The region has gone from winter to a dry summer heat in just a few weeks. Fires breaking out in several areas, including along the Trans Siberian railway. pic.twitter.com/fzEyVxAz5K
Alla metà di maggio, infatti, la rivista New Scientist ha messo in guardia rispetto ai rischi posti dai cosiddetti “incendi zombie”. Ovvero i residui dei roghi dello scorso anno, che alcuni scienziati ritengono possano essere rimasti attivi al di sotto della cenere, “covando” durante l’inverno. Essi, ora, sarebbero pronti a riattivarsi con il ritorno della stagione calda. Si tratta di un’ipotesi ancora al vaglio della comunità scientifica ma che non è possibile scartare.
🔥We are at the start of the boreal and #Arctic wildfire season. What does an unusually warm winter mean for fire conditions and activity in the far north?
— Copernicus ECMWF (@CopernicusECMWF) May 29, 2020
Ciò che è invece certo è che, dall’inizio del 2020, le temperature sono state superiori alla media in tutta l’Asia e in gran parte dell’Europa. In Siberia, in particolare, la temperatura è rimasta stabilmente di almeno 3 gradi al sopra della media. E in Russia il dato è stato superiore ai 6 gradi tra gennaio e aprile: “Non si tratta soltanto di un record per la Russia, ma del più grande scarto mai registrato in una media nazionale a livello mondiale”, ha sottolineato Berkeley Earth, organismo indipendente senza scopo di lucro con sede in California, negli Stati Uniti.
A causare tali storiche anomali è stata una serie di circostanze concomitanti. A partire dalla forza del vortice polare, area di bassa pressione che staziona in modo semi-permanente in quota al di sopra del Polo Nord, e che quest’anno è stato particolarmente potente. Inoltre, un grande anticiclone si è formato nella porzione settentrionale della Russia, più intenso di qualsiasi altra area di alta pressione sulla Terra.
A Montréal 36,6 gradi. In India raggiungi i 50 gradi
Così, a risultare storico è stato in particolare il mese di aprile. Esso è risultato infatti il più caldo da quando è stato avviato un monitoraggio regolare delle temperature, ovvero dal 1850. Il mese di marzo, invece, è stato il quarto più caldo della storia. Mentre gennaio e febbraio si sono piazzati in seconda posizione.
VIDEO: India is wilting under a heatwave, with the temperature in places reaching 50 degrees Celsius (122 degrees Fahrenheit) and the capital enduring its hottest May day in nearly two decades pic.twitter.com/2yvs8g3h9Y
In numerose aree del mondo, d’altra parte, sono state registrate temperature estreme. È il caso di Montréal, in Canada, dove a maggio si sono raggiunti i 36,6 gradi centigradi (il massimo mai raggiunto in tale mese e soltanto un grado al di sotto del record assoluto). Allo stesso modo, Pechino, in Cina sta affrontando un’ondata di caldo eccezionale. In India, inoltre, alla fine di maggio si sono raggiunte punte impressionanti: a Nuova Delhi il termometro ha segnato 47,6 gradi centigradi. Mentre nel vicino Rajasthan sono stati toccati i 50 gradi.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.