Il fiume Alcantara, il secondo più importante della Sicilia, è del tutto a secco a dicembre.
Cambiamenti climatici, prelievi abusivi, modifiche geologiche dovute alle eruzioni dell’Etna le concause di un problema drammatico.
Gli ingegneri naturalisti, insieme all’università di Catania, sono al lavoro per estrarre l’acqua da sotto il letto del fiume a salvare la biodiversità del parco fluviale.
È dicembre ormai inoltrato, sta per terminare un autunno che ha alternato temperature sopra la media e straripamenti di fiumi al centro-nord Italia, la stagione sciistica si è appena aperta con le prime nevicate. Ma in Sicilia il maestoso fiume Alcantara, il secondo più grande con una portata media di circa 9 metri cubi di acqua al secondo, è per larghi tratti a secco, ridotto a un avvilente strato pietroso sul quale è possibile passeggiare a piedi.
L’Alcantara a secco: il segno di una crisi
La siccità che affligge l’Alcantara non è, a dire il vero, una novità assoluta: anche nel 2021 per esempio la situazione fu analoga a quella registrata in questi giorni dal sopralluogo fatto dagli esperti dell’associazione degli ingegneri naturalisti (Aipin), lo scorso 7 dicembre in un punto dei fiume che si trova proprio sotto le famose Gole dell’Alcantara. Ma la situazione rappresenta comunque un grido d’allarme, un segnale tangibile dei cambiamenti climatici che stanno influenzando i nostri ecosistemi in modo sempre più evidente. Celebrato proprio per le sue spettacolari Gole e le Piccole Gurne, il fiume Alcantara sta subendo una crisi idrica senza precedenti a causa di molteplici fattori:
Il cambiamento climatico ha innescato una serie di eventi estremi, inclusi periodi di calore intenso e una drastica riduzione delle precipitazioni, influenzando negativamente il flusso naturale dell’Alcantara;
l’uso indiscriminato e illegale dell’acqua, da parte di privati sia per scopi domestici che agricoli, ha ulteriormente esacerbato la situazione: la Regione Sicilia due anni fa ha istituito una apposita commissione d’inchiesta per indagare su questi prelievi abusivi.
le modifiche geologiche causate dall’attività vulcanica dell’Etna hanno alterato il percorso dell’acqua, contribuendo all’infiltrazione delle risorse nel sottosuolo e alla riduzione del flusso superficiale del fiume.
Questi fattori hanno causato la siccità di diverse sezioni del Fiume Alcantara, portando al prosciugamento delle Piccole Gurne e ad una significativa diminuzione del livello dell’acqua nelle iconiche Gole dell’Alcantara. Queste ultime, solitamente affollate da turisti attratti dalla loro bellezza mozzafiato, stanno soffrendo a causa della riduzione del flusso d’acqua. Che in questi giorni è ai minimi storici.
Scavare sotto il letto del fiume
Il fiume Alcantara sta morendo, viva il fiume Alcantara. Di fronte a questa emergenza, gli ingegneri naturalisti hanno messo in piedi un progetto per preservare la biodiversità: una sorta di restauro ecologico delle aree umide all’altezza di Cottanera, proprio sul fiume Alcantara, che ha previsto interventi cruciali come la captazione di acqua in subalveo (cioè sotto l’alveo dove in condizioni normali scorre il fiume) a meno 2 metri di profondità. Questa tecnica mira a mantenere la sopravvivenza delle piante e degli animali, permettendo loro di sopravvivere nonostante il prosciugamento del fiume.
“In sostanza, abbiamo prelevato l’acqua da sotto il fiume per cercare di farla tornare in superficie e mantenere l’habitat esistente. Ora per il Parco fluviale dell’Alcantara, dopo l’impermeabilizzazione con bentonite (una argilla naturale particolarmente di assorbire acqua, ndr) inizia la fase botanica, con la collaborazione dell’Università di Catania, e il difficile studio idraulico” ha spiegato Gianluigi Pirrera, vicepresidente nazionale dell’Aipin. “Il progetto è quello di ripristinare la naturalità del fiume, ma soprattutto di quelle aree umide che sono completamente scomparse: non avendo acqua dal fiume, cerchiamo di prenderla da sotto il suo letto: abbiamo effettuato un drenaggio in modo che si possa ripristinare un flusso di acqua sufficiente da permettere a piante, uccelli e animali di mantenere la biodiversità di quest’area, che era importantissima”.
Clip tratta dal film a episodi "IL RACCONTO DEI RACCONTI" (anno 2005 diretto da Matteo Garrone) girata alle Gole dell'Alcantara nel territorio di Motta Camastra. https://it.wikipedia.org/wiki/Il_racconto_dei_racconti_-_Tale_of_Tales
Così come importantissima è per tutta la zona la componente turistica e culturale del parco fluviale dell’Alcantara, metà di migliaia di visitatori l’anno e apprezzato set cinematografico per il suo potenziale scenografico: qui hanno girato, tra gli altri Ettore Scola (L’Arcidiacono, nel 1966) e Matteo Garrone (Il racconto dei racconti, del 2015).
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