Dalla Basilicata alla Sicilia, passando per la Puglia: cambiamenti climatici e infrastrutture non all’altezza stanno creando una situazione insostenibile.
Dalla Basilicata alla Sicilia, passando per la Puglia: cambiamenti climatici e infrastrutture non all’altezza stanno creando una situazione insostenibile.
La pioggia caduta negli ultimi giorni ha dato un sollievo che sarà solo temporaneo, finché non si mettono in campo azioni di adattamento.
L’allarme dell’Anbi: “In legge di bilancio neanche un euro per il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico.
Anche se un po’ di attesa pioggia negli ultimi giorni è finalmente caduta, migliorando di poco e temporaneamente la situazione idrica, non ci sono molte illusioni da farsi: la siccità nel sud Italia è una realtà grave e ormai quasi strutturale. Lo testimoniano le cronache regionali di queste settimane, e lo fissano anche i nuovi dati dell‘Osservatorio sulle risorse idriche dell’Anbi che, nel suo report settimanale, sottolinea come nonostante segnali positivi isolati, l’allarme siccità nel sud Italia resta una preoccupazione cruciale, in quasi tutte le regioni.
Il quadro della siccità nel sud Italia
Mi spiace dirlo, ma l'Italia non si adatterà in maniera efficace con la crisi climatica-ambientale in peggioramento. Ora si parla di emergenza siccità in Sicilia, ma è bene far notare come "funziona" la macchina
— Alessandro Leonardi (@AleEquilibrium) July 10, 2024
La situazione della Basilicata è salita agli onori delle cronache per la soluzione di emergenza scelta dalla Regione per far fronte al prosciugamento della diga che rifornisce 29 Comuni, tra cui Potenza: utilizzare l’acqua non propriamente limpida del fiume Basento. Una soluzione contestata e che per giunta non ha ancora risolto il problema del razionamento dell’acqua dai rubinetti dei cittadini. Dopo sette mesi di difficoltà, i bacini regionali segnano un incremento complessivo di circa 6 milioni di metri cubi, grazie alle precipitazioni recenti. Tuttavia, tale aumento interessa principalmente i serbatoi di Pertusillo e Monte Cotugno, mentre rimane marginale negli invasi Camastra e Basentello, con incrementi di soli 200mila metri cubi. Le popolazioni di alcune continuano a subire turni e limitazioni nell’erogazione idrica, e i problemi conclamati di gestione e dispersione idrica si sommano a quelli della siccità nel sud Italia.
Anche la situazione idrica della Puglia è particolarmente grave: nei giorni scorsi si è registrato un incremento nei livelli idrometrici dei bacini, limitato però a soli 320mila metri cubi, ininfluenti sull’enorme deficit idrico della regione, stimato in oltre 103 milioni di metri cubi rispetto al 2023 e addirittura in quasi 300 milioni rispetto ai volumi di riempimento autorizzati. La presidente dell’Ordine dei Geologi della Puglia, Giovanna Amedei, è stata molto chiara: “La Puglia è in riserva idrica, e la crisi condiziona ogni settore economico, a partire dall’agricoltura. Inoltre, l’estrazione eccessiva di acqua dalle falde aggrava l’intrusione salina, soprattutto lungo la costa.” Le autorità regionali e l’Acquedotto Pugliese hanno lanciato campagne per sensibilizzare la popolazione verso un uso più consapevole della risorsa idrica, oltre a promuovere il riutilizzo delle acque reflue affinate e il miglioramento dei sistemi di accumulo delle acque meteoriche.
Passando alla Sicilia, l’isola continua a soffrire una contrazione nelle disponibilità idriche e da mesi ha dichiarato l’emergenza siccità. Nelle ultime due settimane sono stati persi 2,4 milioni di metri cubi di acqua, e la situazione è particolarmente critica presso la diga Ancipa, che ha registrato un ulteriore calo di 272mila metri cubi, alimentando tensione tra le comunità locali, con gli amministratori locali che hanno protestato chiedendo alla regione interventi strutturali. Il governo Meloni ha stanziato in settimana altri 28 milioni di euro per far fronte all’emergenza siccità in Sicilia, unendo i fondi agli 82 milioni di euro già stanziati dalla Regione per interventi di breve e medio termine. In Sardegna, nonostante le piogge nellaa fascia meridionale, le riserve idriche dell’isola rimangono sotto pressione. La siccità persistente e gli acquiferi stressati richiedono un monitoraggio continuo, anche se la neve caduta sui rilievi lascia sperare in una futura ricarica delle risorse. Calabria e Abruzzo invece stanno risentendo positivamente delle nevicate sulle cime dell’Appennino, con accumuli fino a 40 centimetri, che rappresentano un segnale incoraggiante per la ricarica degli acquiferi. Tuttavia, in molte aree permane la difficoltà nella gestione delle risorse idriche.
Una sfida multidimensionale
Naturalmente però, la crisi idrica nel sud Italia non è solo meteorologica ma anche gestionale. Negli ultimi decenni, le precipitazioni sono diminuite, in linea con i cambiamenti climatici, con eventi di siccità sempre più frequenti e prolungati, tuttavia la carenza delle infrastrutture moderne, la mancata manutenzione (la media nazionale di dispersione idrica è del 42 per cento, al sud molto più alta) e la cattiva programmazione politica amplificano il problema, costringendo spesso, come in Basilicata, a soluzioni emergenziali e poco idonee. Investimenti in infrastrutture idriche, con la modernizzazione delle dighe esistenti, la costruzione di nuovi bacini e il recupero dei dissalatori obsoleti, ma anche innovazione, tramite sistemi di irrigazione più efficienti, trattamento e riutilizzo delle acque reflue.
Ma soprattutto una pianificazione a lungo termine, con la annunciata (per ora solo quella) creazione di un piano nazionale per la gestione delle risorse idriche, che integri i cambiamenti climatici con strategie di mitigazione e adattamento: eppure, è l’allarme lanciato proprio dal presidente di Anbi, Francesco Vincenzi, nella legge di bilancio attualmente in discussione “non c’è attualmente alcuna risorsa per il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico, al cui principio programmatorio avevamo subito plaudito”. Oltre a questo ovviamente servirebbero campagne per ridurre gli sprechi idrici e promuovere una gestione responsabile dell’acqua. Sono queste, perlomeno, le richieste-suggerimenti di Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, secondo il quale per far fronte all’emergenza siccità al sud Italia, ma non solo “serve un impegno concreto per trasformare l’acqua da emergenza in una risorsa sostenibile”. Pena, un’erosione irreversibile delle risorse ambientali e sociali di questi territori.
Un lungo periodo di siccità, una posizione geografica sfavorevole, infrastrutture idriche carenti. Così Città del Messico rischia di trovarsi senz’acqua.
Mai le precipitazioni sono state così scarse in Catalogna. Dichiarato lo stato d’emergenza e ipotizzate soluzioni estreme per garantire acqua ai cittadini.