Zambia, la siccità estrema sta prosciugando le cascate Vittoria e causando una crisi senza precedenti

La siccità in Zambia non solo rischia di prosciugare corsi d’acqua e meraviglie naturali come le cascate Vittoria, ma sta costringendo milioni di persone a cibarsi di frutti selvatici, radici e piante velenose per sopravvivere alla fame.

Si stima che in Zambia 2,3 milioni di persone rischiano di soffrire la fame perché minacciate da una grave siccità portata dalle piogge in calo. Un fenomeno che il presidente Edgar Lungu ha collegato esplicitamente ai cambiamenti climatici, sebbene alcuni scienziati consigliano prudenza nel correlare le due cose. La catastrofe, inoltre, ha rallentato il rendimento della diga di Kariba con un impatto su oltre l’81 per cento della produzione di energia idroelettrica e, come se non bastasse, ha portato le cascate Vittoria a un passo dal prosciugarsi.

Le regioni maggiormente colpite dalla siccità si trovano nel sud e nell’ovest del paese e, data la prevalenza delle colture di mais in queste zone, il governo ha imposto un divieto d’esportazione. I media locali mostrano come la catastrofe stia peggiorando l’insicurezza alimentare in molte aree rurali, dove gli abitanti sopravvivono mangiando noci mungongo, frutti selvatici, erbe, radici e piante velenose per sopravvivere alla fame. Nel frattempo, lo Zimbabwe, la Namibia e il Malawi – i paesi confinanti con lo Zambia – hanno dichiarato un’emergenza alimentare.

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Il presidente Edgar Lungu pianta semi di granoturco insieme a una contadina, Norah Mubiana, durante l’inaugurazione nazionale della stagione della semina 2019-2020 nel distretto di Chikankata il 7 dicembre © Kacha Miyoba

La siccità in Zambia e la politica della fame

Nonostante gli appelli al governo dello Zambia per dichiarare l’emergenza alimentare nella peggiore siccità in quasi quarant’anni, le autorità insistono sul fatto che ci sia abbastanza cibo e la situazione sia sotto controllo. “Non si può dichiarare una catastrofe soltanto perché lo stanno facendo tutti”,  ha detto in un’intervista la portavoce del governo Dora Siliya. “Al momento riteniamo di avere sufficienti riserve di cibo, dobbiamo soltanto ridistribuirlo in tutto il paese. Il presidente è stato molto chiaro: nessun cittadino zambiano morirà di fame”.

Ma i detrattori accusano il governo di giocare alla “politica della pancia” alle spese di coloro che hanno disperatamente bisogno di cibo. Hakainde Hichilema, leader del principale partito d’opposizione, il Partito unito per lo sviluppo nazionale (United party for national Development, Unpd), ha di recente proposto una mozione per dichiarare la situazione della fame una catastrofe nazionale. Questo ha scatenato l’ira del partito di governo, il Fronte patriottico (Patriotic front), che ha messo in dubbio l’autorità di Hichilema nel proporre questa dichiarazione trovandosi all’opposizione. Ma, pochi giorni dopo, le Nazioni Unite hanno esortato le organizzazioni umanitarie a richiedere fondi per portare soccorso alimentare alle regioni dello Zambia colpite dalla siccità.

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Hakainde Hichilema, leader dell’Unpd, dona del grano agli abitanti più poveri di Bauleni. Lusaka, Zambia © UPND Media Team

La gente sopravvive mangiando frutti selvatici e radici

“Prima ancora che le comunità siano riuscite a riprendersi dalle alluvioni della stagione 2017-2018, la stagione 2018-2019 ha portato una siccità estrema”, ha affermato Kaitano Chungu, segretario generale della Croce rossa dello Zambia. “La combinazione di alluvioni e siccità è stata catastrofica per molte comunità”.

“Nella maggior parte delle aree colpite non c’è abbastanza acqua potabile, il che significa che le persone e gli animali – sia domestici che selvatici – devono usare le stesse fonti. È una situazione insostenibile che espone le persone a molte malattie e aumenta il rischio di attacchi da animali”, ha aggiunto Chungu.

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Battitura del grano per preparare il mais a Bungoma, Kenya © Brent Stirton/ Getty Images

I cambiamenti climatici stanno prosciugando il lago di Kariba

Il più grande bacino idrico artificiale al mondo, quello della diga di Kariba, da oltre cinquant’anni fornisce elettricità allo Zambia e allo Zimbabwe. Ma non non è stato risparmiato dagli effetti della siccità. Secondo la Zambezi river authority (Zra) negli ultimi mesi gli afflussi d’acqua provenienti dal fiume Zambesi che riforniscono la diga si sono ridotti a un terzo rispetto ai livelli dell’anno scorso.

Lo Zambia sta soffrendo una crisi energetica: la società di servizi energetici nazionale (Zambia electricity supply corporation limited) a novembre ha deciso di aumentare le interruzioni di corrente fino a 20 ore. Alcuni dati pubblicati di recente sul sito della Zra, a dicembre 2019 la diga stava funzionando al 10 per cento della sua capacità, mentre il dicembre precedente era al 57 per cento.

Il ministro dell’energia Matthew Nkhuwa ritiene che il fiume Congo – il secondo più lungo del continente – potrebbe essere la soluzione alla crisi energetica del paese. “Se solo potessimo scavare un canale per portare dell’acqua da lì, con il permesso del capo di stato del Congo, il razionamento dell’energia diventerebbe un lontano ricordo”, ha affermato Nkhuwa. Ma Arthur Chapman, un idrologo che ha recentemente pubblicato uno studio sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione idroelettrica dello Zambesi, ha ribattuto che anche se i capi di stato fossero d’accordo sull’idea il piano non potrebbe comunque funzionare perché lo Zambesi si trova a un’altitudine maggiore rispetto al Congo.

Le cascate Vittoria rischiano di scomparire

Una delle meraviglie del mondo, le maestose cascate Vittoria – le più grandi di tutta l’Africa, sul confine tra Zambia e Zimbabwe – sono a rischio di scomparire per sempre se non si agisce urgentemente per combattere la crisi climatica, ha avvertito il presidente dello Zambia Edgar Lungu. “Credo che ci sia ancora speranza, ma solo se i paesi più ricchi aumentano i loro sforzi per contrastare le conseguenze del riscaldamento globale e aiutano i paesi meno abbienti”, ha sottolineato Lungu.

 

 

 

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Intanto, gli operatori turistici del paese hanno fatto circolare l’hashtag #VictoriaFallsIsNotDry per contrastare le notizie che affermavano che le cascate si fossero già completamente prosciugate. In un breve comunicato gli operatori hanno affermato che il livello dello Zambesi non è ancora sceso al di sotto dei livelli della siccità del 1995: anzi, di recente è infatti aumentato.

Sérgio Dos Ceus Nelson, direttore esecutivo e fondatore dell’Associazione giornalisti dell’ambiente e dei diritti umani (Association of Environmental and Human Rights Journalists), ha esortato il governo dello Zambia ad adottare misure di salvaguardia ambientale per limitare l’avanzata dei cambiamenti climatici. “Stiamo chiedendo azioni veramente radicali contro l’uso aggressivo di combustibili fossili nella creazione di energia, nelle attività industriali e nei trasporti. Consigliamo al governo di utilizzare energie alternative, in modo da attenuare i diversi effetti dei cambiamenti climatici”, ha affermato Nelson.

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Sérgio Dos Ceus Nelson ha esortato il governo dello Zambia ad adottare misure aggressive contro l’uso di combustibili fossili © Association of Environmental and Human Rights Journalists (AJADH)

Temperature in aumento in Africa meridionale

Secondo gli esperti del Global change institute dell’Università del Witwatersrand a Johannesburg, le temperature nell’Africa meridionale sono aumentate in modo drammatico, il doppio in confronto alla media globale. “Le nostre stime, basate sulle emissioni attuali, suggeriscono che le temperature nelle regioni interne potrebbero aumentare di 5 o 6 gradi centigradi entro la fine del secolo, ben oltre le stime per la media globale. Un riscaldamento di tale portata potrebbe avere conseguenze disastrose”, avvisa.

Per questo, come discusso alla Cop 25 a Madrid, è fondamentale che le nazioni più ricche diano sostegno a quelle più povere, come lo Zambia, per fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici, appoggiando iniziative contro la deforestazione e riducendo le emissioni di CO2. Tutto ciò senza dimenticare l’urgente bisogno di prepararsi agli effetti del riscaldamento globale, dando ad esempio ai contadini colture resistenti a condizioni climatiche più calde e asciutte, o istituendo sistemi di allerta precoce nelle aree più a rischio di alluvioni.

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