Biologico

India, il Sikkim è il primo stato a essere 100% biologico

Il Sikkim è il primo stato indiano a essere certificato 100 per cento biologico. Una scelta che ha effetti positivi sull’economia e sulla popolazione.

Il governo indiano ha deciso, ormai da tredici anni, di certificare lo stato del Sikkim come 100 per cento biologico, con la conversione graduale di 75mila ettari di terreni agricoli prima coltivati con metodi convenzionali. Le pratiche e i principi dell’agricoltura biologica sono stati applicati secondo le linee guida del Programma nazionale per la produzione biologica, come affermato dal direttore esecutivo di Sikkim organic mission, il dottor Rathinam Anbalagan.

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Il primo ministro Narendra Modi ha visitato lo stato del Sikkim a gennaio, annunciando il raggiungimento dell’agricoltura 100% biologica © Narendra Modi/Flickr

Come è stato possibile diventare 100% bio

Anche se lo stato non è mai stato un grande utilizzatore di pesticidi (dagli 8 ai 12 chili di fertilizzante per ettaro, rispetto alla media nazionale di 90), renderlo completamente biologico è stato un compito arduo. Sono state infatti attuate misure mirate quali il divieto di vendita di agenti chimici e sanzioni severe per le inadempienze. Ancora più importante, il governo di Sikkim ha sostenuto il costo della certificazione biologica da parte di agenzie accreditate delle terre per i primi tre anni.

 

La Sikkim organic mission, finanziata dal governo, ha supportato l’iniziativa fornendo sementi, fertilizzanti e formando gli agricoltori sui metodi biologici, persino offrendo loro una formazione più avanzata al di fuori del paese. Inoltre ha lanciato misure infrastrutturali come la costruzione di laboratori per lo sviluppo di fertilizzanti naturali, per la lavorazione delle sementi e per le analisi del terreno. Agli agricoltori sono state offerte agevolazioni per i prestiti e attività di consulenza da parte del dipartimento di Agricoltura. Alcune startup, come Organic Sikkim, hanno aiutato gli agricoltori a commercializzare i propri prodotti, eliminando gli intermediari per aumentarne i profitti.

 

Persino il budget 2016-2017 dell’India ha introdotto varie misure per aumentare la produzione agricola e dare una spinta all’agricoltura biologica. Tra queste, incrementare l’area da convertire a biologico a circa 200 milioni di ettari e avviare un piano per promuovere i prodotti biologici sia nel mercato interno sia per le esportazioni.

 

Quali sono i benefici del biologico

Gli agricoltori del Sikkim guadagnano il 20 per cento in più rispetto a quanto guadagnavano in precedenza grazie alla qualità migliore dei loro prodotti agricoli. I turisti fanno la coda per gustare i raccolti sani e le nuove generazioni stanno diventando sempre più imprenditoriali. Gli affari arrivano da tutto il paese e anche dall’estero.

 

Molti credono che l’agricoltura biologica porterà, nel lungo termine, alla sussistenza agricola e sarà d’aiuto alla conservazione della biodiversità, alla protezione dell’ambiente, al miglioramento della salute del suolo e alla rinascita del settore turistico.

 

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Le montagne himalayane nel Sikkim © Sudipto Sarkar/Flickr

Una soluzione per i problemi agricoli dell’India

Sebbene la domanda di cibi biologici sia limitata solo a una piccola fetta della popolazione indiana che vive in città, la consapevolezza sugli effetti negativi dei cibi non biologici pieni di prodotti chimici è in crescita. Si stima che il mercato indiano del biologico triplicherà, raggiungendo 1,3 miliardi di dollari. Gli incentivi da parte del governo, il supporto delle aziende private e una consapevolezza maggiore della relazione tra cibo, salute e il nostro pianeta sono azioni che devono essere applicate non solo nel Sikkim, ma in tutto il paese.

 

L’India è afflitta da migliaia di suicidi di agricoltori, dal susseguirsi di siccità, dall’inquinamento delle falde acquifere, dall’insufficiente conservazione della biodiversità e da gravi ripercussioni sulla salute umana e animale. L’agricoltura biologica potrebbe essere la panacea per alcuni dei problemi più urgenti dell’agricoltura indiana.

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