Simon Stiell, politico dello stato insulare di Grenada, è stato nominato a capo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), organismo che, tra le altre cose, si occupa di organizzare le Conferenze mondiali sul clima (Cop). Ad annunciare la scelta è stato il segretario generale dell’Onu, António Guterres: succederà alla messicana Patricia Espinosa, in carica dal 2016.
Stiell entrerà in carica prima della Cop 27 di novembre
Il passaggio di consegne è previsto “prossimamente”, anche se non è stata indicata una data precisa. Certamente sarà Stiell a guidare l’Unfccc in occasione della Cop 27 prevista in Egitto nel prossimo mese di novembre. Un appuntamento cruciale per le sorti del Pianeta, dopo i risultati decisamente deludenti delle due conferenze precedenti: la Cop 25 di Madrid e la Cop 26 di Glasgow.
Stiell è stato ministro nel suo paese dal marzo del 2013 al giugno di quest’anno. Si è occupato in particolare di adattamento e resilienza di fronte ai cambiamenti climatici, in una nazione che rappresenta una delle “frontiere” del mondo in questo senso, dal momento che la risalita del livello dei mari, determinata dallo scioglimento dei ghiacci polari, rischia di sommergere porzioni importanti del territorio.
Il difficile compito di unire il mondo nella battaglia sul clima
Non a caso, a rallegrarsi per la nomina di Stiell è stata prima di tutti l’Alleanza delle piccole nazioni insulari (Aosis), della quale fa parte la stessa Grenada, che ha fatto i propri auguri “ad uno dei più ferventi difensori del clima”. Ma il politico dei Caraibi si è speso anche in qualità di ministro dell’Istruzione e dell’Agricoltura. È stato inoltre membro della camera alta del parlamento.
Grenadian minister Simon Stiell to be next UN climate chief
Grenada’s environment minister faces task of getting countries back on track to meet climate goals ahead of Cop27 https://t.co/z0MdGQDepz
Ingegnere, Stiell ha studiato all’università di Westminster, nel Regno Unito, ed ha ricoperto ruoli dirigenziali anche in imprese private della Silicon Valley americana, così come in grandi aziende come la Nokia. Suo compito sarà quello di riuscire a convincere i governi, soprattutto i più reticenti, della necessità di imporre un’accelerazione nel processo di abbattimento delle emissioni di gas ad effetto serra, al fine di centrare l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi: contenere la crescita della temperatura media globale, di qui alla fine del secolo, entro gli 1,5 gradi centigradi, rispetto ai livelli pre-industriali.
Il leader dell’Azerbaigian, che a novembre ospita la Cop29, è stato accolto in Italia come un partner strategico. Cruciali le intese sul gas. Ma non sono mancate le critiche degli attivisti per la linea dittatoriale che continua a perseguire.
Il partito del presidente Ilham Aliyev conferma la maggioranza dei seggi, ma gli osservatori internazionali parlano di voto non democratico. Nuova ondata di repressioni nel petrol-Stato che a novembre ospiterà la Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici
L’ultimo caso riguarda un attivista del movimento per la democrazia. Sarebbe stato detenuto per due giorni e torturato. Aveva aiutato un giornalista a lasciare il paese di nascosto.
Dopo le critiche, il presidente Aliyev espande il comitato organizzativo di Cop29 a 42 elementi, includendo 12 donne. Le donne sono storicamente sottorappresentate nei principali vertici sul clima.
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La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.