Malori e perfino decessi causati probabilmente dal caldo asfissiante hanno colpito anche il mondo del lavoro. A partire da coloro che risultano più esposti, poiché costretti ad operare all’aperto, nonostante le condizioni proibitive. Per questo la Confederazione europea dei sindacati (Ces) si è rivolta direttamente alla Commissione europea, affinché possa essere approvato un atto avente forza di legge che imponga lo stop al lavoro in caso di ondate di caldo estremo.
Poche nazioni hanno una norma su caldo e lavoro
“Due lavoratori sono morti in Spagna la scorsa settimana. In Francia i casi nel 2020 sono stati dodici”, ha ricordato la Ces in un comunicato. A ciò si aggiungono i decessi attribuibili alle temperature troppo alte in Italia. D’altra parte, prosegue la Confederazione, “soltanto poche nazioni europee hanno adottato una disciplina che punta a proteggere i lavoratori in caso di ondate di caldo”.
✅ 16°C – 24°C: Normal working temperature
❗️30°C: risk of workplace accidents increases by 5-7%
‼️38°C+: risk of workplace accidents increases by 10-15%
No one should have to work in unsafe conditions – stop the job when it’s too hot
Le normative esistenti sono inoltre molto diverse tra loro. Quella in assoluto più stringente è stata decisa dal Belgio: per i lavori che prevedono un grande sforzo fisico è stato decisa la possibilità di stop quando la colonnina di mercurio supera i 22 gradi centigradi. Cinque gradi più alti in Ungheria, mentre la Slovenia ha deciso di imporre il limite a 28 gradi.
Le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità
Ma qual è la temperatura ottimale per lavorare? Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la forchetta ideale è compresa tra 16 e 24 gradi. “I lavoratori sono ogni giorno in prima linea di fronte alla crisi climatica, e per questo hanno bisogno di una protezione adeguata”, ha spiegato il vice-segretario generale della Ces, Claes-Mikael Stahl, secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Monde. E la normativa europea, ha aggiunto, serve perché “le condizioni meteorologiche non si fermano di fronte alle frontiere nazionali”.
Anche perché gli eventi estremi saranno sempre più frequenti e intensi in futuro. Anche il diritto del lavoro – esattamente come l’economia – deve dunque operare un adattamento rispetto ai cambiamenti climatici.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.