La comunità globale ha condiviso la necessità di un approccio integrato ai sistemi alimentari che consideri il cibo un diritto umano e che metta al centro piccoli agricoltori, donne, giovani e popolazioni indigene.
Si è concluso il pre-vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari che negli scorsi giorni ha visto rappresentanti delle istituzioni e della società civile confrontarsi, in presenza e virtualmente, sulla strada da percorrere per rendere più sostenibile il modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo. A Roma sono giunti 500 delegati – tra cui 62 ministri – provenienti da 108 Paesi, mentre oltre 20mila persone da 190 Paesi hanno partecipato al summit attraverso il web.
La tutela della biodiversità e dei piccoli agricoltori contro fame e cambiamenti climatici
Il pre-vertice è stato inaugurato il 26 luglio con il il videomessaggio del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che ha sottolineato l’urgenza di agire contro le minacce alla sicurezza alimentare che la pandemia ha ulteriormente amplificato mettendo in luce i legami tra disuguaglianza, povertà, cibo, malattie e la salute del nostro pianeta.
Poverty, income inequality & the high cost of food continue to keep healthy diets out of the reach of some 3 billion people.
All’intervento di Guterres, è succeduto quello del presidente del Consiglio Mario Draghi. Il premier ha esortato azioni per garantire a tutti l’accesso al cibo contrastando la malnutrizione attraverso la promozione di abitudini alimentari sane, la conservazione delle diete tradizionali e della diversità alimentare. Draghi ha anche ricordato le conseguenze dei cambiamenti climatici sui sistemi alimentari, un impatto che è “destinato a crescere in modo esponenziale, a meno che non si adottino adeguate politiche di mitigazione e adattamento”.
Anche Papa Francesco, in occasione dell’apertura del pre-summit, ha inviato il suo messaggio incentrato sulla necessità di un approccio integrale per disegnare “sistemi alimentari che proteggano la Terra e mantengano al centro la dignità della persona umana; che garantiscano sufficiente cibo a livello mondiale e promuovano il lavoro dignitoso a livello locale; e che alimentino il mondo oggi, senza compromettere il futuro”. Un processo in cui è essenziale, secondo il pontefice, recuperare la centralità del settore rurale e considerare i piccoli agricoltoriattori privilegiati.
Donne, giovani, indigeni: la necessità di sistemi alimentari più inclusivi
Il secondo giorno del vertice ha visto protagonista la società civile. Attivisti per i diritti, leader di comunità e accademici hanno rivolto un appello unanime ai Paesi affinché rendano i sistemi alimentari più inclusivi. Dai dibattiti sono emerse quattro leve di cambiamento verso cui orientare le azioni: la prima, il rispetto della parità di genere e quindi il sostegno alle donne piccole produttrici delle aree rurali garantendo loro il diritto alla terra e le risorse per trasformare i sistemi alimentari; la seconda, il coinvolgimento nel processo di transizione dei giovani come “leader di oggi, non di domani” e in quanto la trasformazione dei sistemi alimentari è “una questione di giustizia tra generazioni” ; la terza, l’urgenza di “trattare il cibo come un bene pubblico, un diritto comune e umano”; la quarta, la tutela delle popolazioni indigene e del ruolo fondamentale che rivestono nel preservare e custodire la natura.
We have all the ingredients to make the @FoodSystems Pre-Summit the transformative ambition needed to keep the promise of the #SDGs by bringing all stakeholders together. pic.twitter.com/aNUZubvkDd
Nella giornata conclusiva del pre summit, il 28 luglio, si sono delineati gli impegni nazionali verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 condivisi dalla comunità globale. “Così come il cibo ci unisce come culture e comunità, può anche unirci intorno alle soluzioni”, ha detto la vice Segretaria generale delle Nazioni Unite, Amina Jane Mohammed. “Ma ciò che è chiaro è che non c’è una soluzione unica per tutti. La nostra diversità è la nostra forza e riflette la complessità del nostro mondo”. Alla chiusura del summit il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio ha ribadito quanto l’Italia intenda “trasformare il proprio impegno politico in azioni concrete” ricordando il ruolo nella promozione, nel 2020, della Food Coalitione nell’approvazione del G20 della dichiarazione di Matera sulla sicurezza alimentare. Lo sviluppo delle strategie nazionali culminerà nel Food System Summit in programma a settembre a New York.
Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
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