“Le imprese sanno come andare verso investimenti green, ma hanno bisogno di politiche chiare”, spiega Irene Priolo, presidente dell’Emilia-Romagna.
Dietro le quinte delle smart city, professioni e imprese
In tutto il mondo le amministrazioni locali vengono stimolate a investire in tecnologie avanzate per un uso più razionale delle risorse. Le smart city nascono per rispondere a questa necessità, migliorano la qualità della vita delle persone e riducono il consumo delle risorse. Esempi come i sistemi di parcheggi pubblici intelligenti piuttosto che il car
In tutto il mondo le amministrazioni locali vengono stimolate a investire in tecnologie avanzate per un uso più razionale delle risorse. Le smart city nascono per rispondere a questa necessità, migliorano la qualità della vita delle persone e riducono il consumo delle risorse. Esempi come i sistemi di parcheggi pubblici intelligenti piuttosto che il car sharing, la costruzione di edifici green capaci di “dialogare” con le abitudini del proprietario e la produzione di biogas dai rifiuti costituiscono una scelta economicamente onerosa che può affrancare la città dai problemi ambientali e sociali che la coinvolgono.
Dal 2010, l’Unione europea ha previsto una spesa complessiva tra i 10 e i 12 miliardi di euro per i progetti volti a trasformare in smart city le città europee entro il 2020. In Italia il Miur ha stanziato 650 milioni di euro per la ricerca sul tema dello sviluppo urbano e delle comunità intelligenti, finanziando progetti come Urbe Log per il controllo logistico delle merci nella città di Torino e Cities Wise Net per un sistema ecosostenibile di gestione dei rifiuti a Milano.
Realizzare concretamente una smart city è molto diverso. Le smart city devono uscire dai centri di ricerca per diventare piani urbanistici, applicazioni e strumenti digitali, nonché nuovi modelli di business e di processi produttivi.
Ecco la lista presentata alla Smart city exhibition di Bologna (ottobre 2014) delle professioni di coloro che, insieme ai cittadini, le imprese e l’amministrazione pubblica, rendo concreta l’idea delle smart city.
I makers. Gli artigiani digitali, sono la figura professionale che nasce dalla cultura digitale. I nuovi creativi che abbandonano i modelli tradizionali di produzione per indirizzarsi verso le dinamiche di sviluppo e le politiche di formazione delle tecnologie e delle competenze digitali. Nei sistemi urbani intelligenti i makers costituiscono una nuova realtà produttiva innovativa che, attraverso il networking, determinano parte della progettazione vera e propria delle smart city.
L’urbanista. Come ogni città che si rispetti anche (soprattutto) le smart city hanno bisogno di un urbanista. La pianificazione territoriale integrata alle più avanzate tecnologie ICT deve essere soggetta alle analisi e alle interpretazioni di un tecnico, la cui esperienza costituisce le fondamenta delle strategie politiche per lo sviluppo urbano. La pianificazione di una smart city non può prescindere dall’esperienza di un urbanista, per la progettazione dei piani attuativi, per l’efficientamento delle infrastrutture, per la mobilità, le comunicazioni e la tutela ambientale.
Il mobility manager. Quella del responsabile della mobilità è una figura fondamentale nelle azioni del mercato della green economy, in particolare della mobilità sostenibile nelle aree urbane. Il mobility manager collabora con le strutture e gli enti preposti al traffico e ai trasporti per rendere efficienti gli spostamenti su tutto il territorio. Nelle smart city coordina l’esecuzione dei programmi di intervento sulla mobilità e ne monitora l’efficienza.
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