Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Soia ogm, il Parlamento europeo chiede alla Commissione di ritirare tre autorizzazioni
Per scongiurare il rischio glifosato, erbicida cancerogeno utilizzato nelle coltivazioni transgeniche, l’Europarlamento reclama il ritiro di tre autorizzazioni di soia ogm.
FG72, MON 87708 x MON 89788 e MON 87705 x MON 89788: queste le tre autorizzazioni di ogm resistenti al glifosato che gli eurodeputati chiedono all’esecutivo Ue di ritirare negli alimenti e nei mangimi.
L’erbicida glifosato, il diserbante più utilizzato al mondo, nel marzo 2015 è stato classificato dall’Agenzia per la ricerca sul cancro, organo dell’Organizzazione mondiale della sanità, come “probabile cancerogeno per l’uomo”.
“Non possiamo sostenere l’attuale proposta della Commissione europea di autorizzare tre nuovi semi di soia ogm che sono resistenti ad alcuni erbicidi, come il glifosato: potrebbero incoraggiare l’uso di un pesticida che può causare il cancro e avere gravi effetti sulla salute”, ha dichiarato il tedesco Matthias Groote, portavoce dei socialisti per l’ambiente.
L’Europarlamento contesta anche il fatto che gli ogm siano stati autorizzati senza il sostegno degli Stati membri, evidenziando che la stessa Commissione europea è consapevole del fatto che dall’entrata in vigore del processo di autorizzazione ogni decisione al riguardo sia stata presa senza il sostegno di una maggioranza qualificata di Stati membri.
“Non più di 13 Stati su 28 in totale hanno votato a favore dell’import di questi semi di soia ogm nell’Ue, mentre un ugual numero ha votato contro”, ha riferito Ursula Hudson, presidente di Slow Food Germania. “Abbiamo bisogno con urgenza di un nuovo meccanismo di autorizzazione e di un chiaro sistema di etichettatura perché i cittadini facciano una scelta informata”.
“La Commissione europea deve rispettare il potere decisionale del Parlamento”, ha sottolineato Mute Schimpf di Friends of the Earth Europe, secondo cui la procedura di autorizzazione attuale, che di fatto delega ogni potere all’esecutivo Ue, “non è adatta allo scopo”.
Dello stesso parere Franziska Achterberg di Greenpeace. “Il messaggio del Parlamento è forte e chiaro: la Commissione europea non può prendere decisioni da sola, senza l’appoggio dei governi, del Parlamento e dei cittadini europei”, ha dichiarato.
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