Se per il clima che cambia ci attendono eventi sempre più estremi, come uragani e alluvioni, è bene pensare a case che resistano a tutto questo. E magari che risparmino acqua ed energia, o che addirittura l’energia la producano, sfruttando naturalmente le fonti rinnovabili. Che abbiano, insomma, un design “resiliente”, cioè capace di resistere a
Se per il clima che cambia ci attendono eventi sempre più estremi, come uragani e alluvioni, è bene pensare a case che resistano a tutto questo. E magari che risparmino acqua ed energia, o che addirittura l’energia la producano, sfruttando naturalmente le fonti rinnovabili. Che abbiano, insomma, un design “resiliente”, cioè capace di resistere a situazioni estreme e improvvise.
A suggerirlo sono stati John Straube e gli altri relatori della conferenza “Resilient buildings: how the future can adapt to all environments?“, svoltasi l’8 luglio a Versailles in seno alla manifestazione Solar Decathlon 2014. L’incontro è stato organizzato da Rockwool, azienda specializzata nella fornitura di lana di roccia e sponsor dell’evento.
Il contest
Nata nel 2002 negli Usa su iniziativa del Department of Energy e approdata anche in Europa nel 2008, Solar Decathlon è una vera e propria gara, che vede studenti e professori universitari provenienti da diverse parti del mondo impegnati in una sfida per costruire case del futuro confortevoli, belle, risparmiose, attente all’ambiente, socialmente utili. Il requisito di base dei prototipi, costruiti nell’area espositiva dalle squadre in sole due settimane di assiduo lavoro, è che montino sul tetto pannelli solari per la produzione di acqua calda ed energia elettrica.
I numeri
In competizione quest’anno ci sono 20 team universitari: 16 i paesi coinvolti, 3 i continenti, 41 le università, con 200 docenti e 600 concorrenti in tutto. Durante questi 18 giorni di gara (che è iniziata il 27 giugno e terminerà il 14 luglio) le diverse squadre dovranno superare 10 prove rigorose. A vincere saranno i 3 team universitari che, secondo le 6 giurie tematiche (Communication & social awareness, Urban design, transportation & affordability, Sustainability, Energy efficiency, Engeneering & construction, Architecture) le avranno superate al meglio.
Università e lavoro
Una caratteristica di Solar Decathlon è quella di mettere gli studenti e le università direttamente in contatto con le aziende più virtuose nel campo della sostenibilità, da quelle che si occupano di coibentazione, a quelle che producolo elettrodomestici risparmiosi, a quelle che si occupano di design ecocompatibile. Si tratta di un’opportunità per i ragazzi di scambiare conoscenze, di esprimere idee e creatività e di venire a contatto con le aziende del loro settore.
La Cité du soleil
L’area espositiva in cui si possono visitare i prototipi, costruiti a grandezza naturale, si trova nel parco della reggia di Versailles ed è stata chiamata Citè du Soleil, la città del sole. Per uno strano scherzo della storia, grazie al Solar Decathlon questo luogo bellissimo, tra l’altro patrimonio Unesco, si riscatta: quando fu costruita, infatti, l’antica dimora del Re Sole Luigi XIV era uno degli edifici più insostenibili del tempo, almeno dal punto di vista economico e sociale. Oggi è sede di uno dei più importanti eventi dedicati all’architettura ecocompatibile.
I vincitori del 2014
Ad aggiudicarsi questi “mondiali” di ecoarchitettura è stato il team dell’Università Roma Tre, capitanato dall’architetto Chiara Tonelli. Il progetto, che si chiama RhOME for denCity, è nato per il recupero e la riqualificazione di un quartiere della periferia romana. Sul podio, seguono i francesi con il progetto Phileas e gli olandesi di Home with a skin.
Le schede dettagliate dei prototipi sono disponibili sul sito di Solar Decathlon. La manifestazione si può seguire anche su Facebook e Twitter.
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