Dal 17 al 23 giugno, Survival International mobilita l’opinione pubblica con una settimana dedicata ai diritti dei popoli incontattati.
Brasile. Sônia Guajajara e Célia Xakriabá rappresenteranno le donne indigene al Congresso
Sônia Guajajara è attivista, Célia Xakriabá è educatrice. Entrambe sono donne indigene e si sono conquistate un seggio al Congresso brasiliano.
- Al primo turno delle elezioni in Brasile sono state elette al Congresso due donne indigene.
- Sônia Guajajara, dello stato di San Paolo, è coordinatrice esecutiva dell’Articulação dos povos indígenas do Brasil.
- Célia Xakriabá, dello stato del Minas Gerais, è educatrice e si è specializzata nelle tradizioni dei nativi.
Chi sperava in una vittoria al primo turno di Lula alle elezioni in Brasile è rimasto deluso, perché il presidente in carica, l’ex-militare di estrema destra Jair Bolsonaro, ha incassato un risultato migliore del previsto e si giocherà il ballottaggio del 30 ottobre. Tra gli eletti al Congresso, l’equivalente del nostro Parlamento, ci sono però delle figure che sanciscono un taglio netto con i quattro anni appena trascorsi. Due di esse sono donne e indigene, entrambe categorie che hanno visto ridurre visibilmente i propri diritti e le proprie tutele. Si chiamano Sônia Guajajara e Célia Xakriabá e militano entrambe per il Partito socialismo e libertà (Psol), di sinistra radicale. Saranno entrambe deputate federali: Guajajara è la prima indigena nella storia a essere eletta nello stato di San Paolo, Xakriabá a Minais Gerais.
Sônia Guajajara, attivista e femminista
“I genitori di Sônia Guajajara non sapevano leggere e lei è dovuta uscire di casa all’età di 10 anni per lavorare. Nonostante ciò, ha sfidato le statistiche ed è riuscita a laurearsi. Fin da giovane, ha combattuto contro le forze che per oltre cinquecento anni hanno cercato di sterminare le radici della sua comunità. Sonia ha resistito e continua a resistere ancora oggi: contro il maschilismo, da donna e da femminista; contro il massacro dei popoli indigeni, come attivista; e contro il neoliberismo, come socialista”. Inizia così il profilo di Sônia Guajajara scritto dall’attivista Guilherme Boulos per la rivista americana Time, che l’ha nominata tra le cento persone più influenti del 2022.
Dopo aver lavorato come insegnante e infermiera, Sônia Guajajara ha preso la strada dell’attivismo. Con il ruolo di coordinatrice esecutiva dell’Articulação dos povos indígenas do Brasil, ha fatto tutto il possibile per difendere la foresta amazzonica, per esempio partecipando alla Cop26 di Glasgow e guidando le proteste di piazza contro il marco temporal, una riforma (ora in stallo) che avrebbe deprivato centinaia di comunità indigene dei diritti sulle proprie terre. Figura anche tra le 151 firmatarie del Manifesto femminista contro la guerra, pubblicato a marzo 2022 dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Célia Xakriabá, educatrice e custode della cultura indigena
I cittadini dello stato del Minas Gerais hanno scelto di essere rappresentati da Célia Xakriabá. Nata nel 1990, ha studiato Scienze dell’educazione prima a Minas Gerais e poi nella capitale federale Brasilia, ed è stata la prima persona della comunità dei Xakriabá a conseguire una laurea magistrale. Ha iniziato a impegnarsi nell’attivismo già da adolescente, a soli 13 anni. Oggi ha all’attivo decine di conferenze e dibattiti sui diritti e sulla cultura dei nativi presso diverse università: in particolare, si concentra sulla salvaguardia delle lingue indigene.
“Noi donne indigene siamo venute a mandare un messaggio a tutto il pianeta: c’è ancora tempo!”, ha scritto nella sua pagina Instagram il giorno delle elezioni. “È più che ovvio che noi, il paese con la più ricca biodiversità del pianeta, siamo i protagonisti della svolta di cui abbiamo bisogno per garantire l’esistenza di un futuro. È più che ovvio che l’intero pianeta può respirare grazie alla tutela dei nostri biomi. Non esiste un pianeta B. Non c’è alternativa, il momento è adesso!”.
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