Mentre anche a ottobre le immatricolazioni auto calano, con l’elettrico fermo al 4%, l’offerta cresce, con modelli come Opel Grandland che offrono fino a 700 km di autonomia.
La sostenibilità delle auto parte dall’azienda che le produce
Sono molti i fattori che concorrono alla sostenibilità delle auto. Lo stabilimento di produzione può essere il primo anello di una filiera davvero virtuosa.
Elettriche o elettrificate: sono sempre di più le auto che offrono queste tecnologie, pensate per ridurre il consumo di carburante e tagliare le emissioni inquinanti. E poi connettività e micromobilità. Ma per poter parlare di sostenibilità a tutto tondo, non si può fare a meno di un processo di produzione che sia a sua volta rispettoso dell’ambiente. Un tema, questo, su cui il Gruppo Volkswagen ha già iniziato da tempo a investire risorse. Un progetto che interessa tutti i marchi, in tutti i Paesi in cui il Gruppo opera.
Obiettivi ambiziosi
Partiamo dai numeri, che talvolta rivelano più di tante parole. In dieci anni, SEAT ha registrato un taglio del 43 per cento sui principali indicatori ambientali legati alla produzione, inclusi il consumo di energia e acqua, la generazione di rifiuti, di composti organici volatili e le emissioni di CO2. Più nel dettaglio, dal 2010 sono calati del 65 per cento le emissioni di CO2, del 26 per cento il consumo di energia e del 32 per cento quello di acqua. La migliorata gestione dei rifiuti ha portato invece a una riduzione della loro produzione del 58 per cento (-38,5 per cento solo dal 2019 al 2020), con un taglio delle emissioni di composti organici volatili del 23 per cento. Numeri che rendono assolutamente alla portata l’obiettivo dell’azienda per il 2025: impatto ridotto del 50 per cento rispetto al 2010.
Sostenibilità delle auto, come si “alleggerisce” la produzione
Per raggiungere un obiettivo di questo tipo non ci si può permettere di trascurare nemmeno un dettaglio. Fra le misure adottate per garantire la sostenibilità delle auto, è stata ridotta la quantità di imballaggi e di stucchi, sono stati ottimizzati il trattamento e la separazione dei rifiuti, mentre le bottiglie di plastica all’interno dell’impianto sono state sostituite con altre riutilizzabili. Quest’ultima soluzione, da sola, ha portato all’eliminazione di 22 tonnellate di plastica all’anno.
Recupero dell’energia
Un po’ come le auto ibride, che raggiungono alti livelli di efficienza grazie soprattutto al recupero dell’energia cinetica che viene trasformata in energia elettrica, si può dire che anche la fabbrica SEAT abbia virato, in un certo senso, verso l’ibrido: il calore generato dai camini dei forni di essiccazione della vernice viene recuperato e trasformato in energia elettrica; ciò porta a un risparmio, ogni anno, pari al gas naturale necessario per la produzione di 11,7 GWh di energia. Inoltre, nel reparto verniciatura, l’acqua utilizzata per polverizzare la vernice sulle lamiere viene riutilizzata, grazie a un circuito interno di raccolta e pulizia dell’acqua stessa.
Oltre la fabbrica c’è di più
La strategia di sostenibilità SEAT si spinge oltre le auto e le fabbriche: abbraccia anche il ripristino dell’equilibrio naturale di alcuni luoghi “sensibili”, come per esempio il Delta del Llobregat, dove alcuni collaboratori di SEAT hanno piantato centinaia di alberi di varie specie con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità. Ancora, con Move to Zero, SEAT si è posta l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale di tutti i prodotti e le soluzioni per la mobilità lungo il loro intero ciclo di vita, dall’approvvigionamento delle materie prime, alla produzione fino alla fine della loro vita utile. Azioni concrete che rientrano nell’ambizioso progetto di arrivare alla carbon neutrality entro il 2050.
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