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Sounds of the unborn, musica di un’artista non ancora nata
È in uscita Sounds of the unborn, album di debutto di Luca Yupanqui, registrato dai suoi genitori quando lei ancora si trovava nel grembo della mamma.
Il 2 aprile prossimo è in uscita Sounds of the unborn, album di debutto di quella che è sicuramente la più “giovane” artista in circolazione. Il suo nome è Luca Yupanqui e il disco è stato registrato dai suoi genitori quando ancora si trovava nel grembo materno.
Il disco uscirà per la Sacred bones, etichetta indipendente statunitense specializzata nei generi rock, sperimentale, post-punk e noise e che annovera tra i suoi artisti anche Zola Jesus e David Lynch, che sul proprio sito web lo definisce: “L’espressione della vita nel suo stato cosmico pre-mente, pre-speculazione, pre-influenza e pre-umano (…) Un messaggio che arriva da un regno diverso, un sottolivello della nostra esistenza”.
Secondo Nme, nel comunicato stampa che anticipa l’album si legge: “È nella natura umana chiedersi com’è la vita nella coscienza di un altro essere umano. Come ti fa sentire? Come suona? Tutte queste domande sono diventate più forti e più importanti per Elizabeth e Iván mentre aspettavano che Luca venisse al mondo (..) A un certo punto le domande si sono trasformate in cosa direbbe se potesse parlare? Come reagirebbe al mondo esterno? E infine, che tipo di musica suonerebbe se fosse in grado di farlo? Questo album è un tentativo di rispondere a queste domande”.
Il primo brano estratto si intitola V4.3 pt. 2 ed è accompagnato da un video che utilizza le riprese in super 8 che i genitori di Luca hanno effettuato durante le sessioni di registrazione del disco e, successivamente, elaborate dall’artista Victoria Keddie mediante apparecchiature analogiche.
Sounds of the unborn, le registrazioni con tecnologia MIDI biosonica
Luca Yupanqui non poteva che essere figlia di musicisti: la mamma è Elizabeth Hart, bassista del gruppo rock sperimentale Psychic ills, e il papà è Iván Diaz Mathé, collaboratore di artisti come Lee “Scratch” Perry. I due hanno realizzato la registrazione dei suoni della loro futura figlia utilizzando la tecnologia MIDI biosonica, in modo da tradurre in suoni i movimenti di Luca nell’utero della mamma.
Le sessioni di registrazione, ciascuna della durata di cinque ore, sono state pensate dai genitori come veri e propri rituali, una sorta di meditazione che li avvicinasse nuovamente in un’unica entità, così da lasciare le loro sensazioni e i movimenti della bambina fluire in forma libera senza troppe interferenze.
Durante le cinque ore, una serie di dispositivi MIDI biosonici collegati alla pancia della madre catturavano i movimenti prenatali, trascrivendo le vibrazioni di Luca all’interno dell’utero come suono nei sintetizzatori di Iván. Successivamente, i genitori hanno mixato i risultati delle sessioni di registrazione, fino ad arrivare al risultato finale.
Il mixaggio
Il lavoro di mixaggio è proseguito durante tutto il 2020. A quel punto, Luca era nata e la piccola ha potuto assistere ai lavori, seduta in studio insieme ai genitori.
Nella scheda di descrizione dell’album, si legge: “La sua consapevolezza di ciò che stava accadendo era sbalorditiva. Sgranava gli occhi, fissando i suoi genitori, apparentemente riconoscendo i propri suoni dal grembo materno (…) Quelle sessioni di missaggio erano tecnicamente la prima volta che Luca ascoltava la sua musica, ma la sua reazione ha chiarito che non era proprio così – l’aveva già vissuta”.
Sounds of the unborn si può preordinare sul sito della Sacred bones. Sempre sul sito dell’etichetta è possibile acquistare anche il MIDI biodata sonification system, lo stesso usato per le registrazioni di Sound of unborn, da utilizzare con il proprio sintetizzatore MIDI software o hardware, per tradurre in suono qualsiasi organismo vivente, per esempio le proprie piante.
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