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Spaghetti all’italiana. “Pasta: Italian Culture on a Plate”
A Londra, presso la Estorick Collection of Modern Italian Art, una mostra evocativa e visualmente ricca dimostra ancora una volta l’influenza avuta da uno dei cibi pi
La pasta, il simbolo dello stile e della cultura italiana,
è ora anche la protagonista di un evento che propone un’
analisi storica sulle origini degli spaghetti, la cui introduzione
nella cucina italiana viene attribuita al periodo compreso tra il
XIII e XIV secolo, a seguito della scoperta delle Indie da parte di
Marco Polo.
All’affascinante selezione di materiale proveniente dal vasto
archivio storico di pubblicità e packaging di casa Barilla
si affianca un’ampia selezione di disegni e immagini di tutti i
più famosi tipi di pasta conosciuti.
L’idea di dedicare una mostra alla storia della pasta e’ nata dalla
volontà di esporre qualcosa che andasse oltre le arti
maggiori come la scultura e la pittura, incorporando fotografia,
pubblicita’ e arti grafiche in una narrativa piu’ ampia.
Ed è in questo contesto che vengono analizzate le attitudini
culturali della pasta mettendo a confronto tra l’altro
l’atteggiamento del poeta Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del
Futurismo, con quello di Elisabeth David, grande appassionata di
cucina italiana, famosissima in Inghilterra per aver introdotto la
“dieta mediterranea” a base di pasta.
Marinetti riteneva la pasta un cibo che rendeva lenti e letargici
gli italiani e ancora, in uno dei suoi tanti manifesti, sostiene
l’abolizione della pastasciutta definita assurda religione
gastronomica italiana. Ma questa è solo una provocazione di
un movimento -il futurismo- in continua sfida al gusto corrente
degli italiani profondamente legati alla tradizione. Lo stesso
Marinetti non disdegnava di tanto in tanto di un piatto di pasta:
in mostra viene esposta una fotografia che lo ritrae mentre gusta
un enorme piatto di spaghetti al ristorante Biffi di Milano negli
anni Trenta.
E ancora fotografie e poster.
L’esposizione tende a sottolineare che la pasta non e’ soltanto la
succulenta specialita’ gastronomica che ha incantato il mondo, ma
anche pubblicita’, design, un prodotto carico di simbologie
culturali il cui sviluppo e’ intimamente connesso con la
metamorfosi industriale e sociale dell’Italia degli ultimi
cent’anni. E si guarda anche al futuro con la presentazione di uno
studio per una nuova forma di pasta, realizzata dal giovane
designer Paul Priestman, attraverso una serie disegni tecnici,
grafici e diagrammi.
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