A dicembre 2020 in Spagna si era compiuto il primo passo per rendere legali il suicidio assistito e l’eutanasia per i pazienti che soffrono per malattie incurabili o condizioni permanenti ritenute insopportabili. Dopo il via libera del Senato di giovedì 18 marzo 2021, con l’approvazione in via definitiva dal Congresso dei deputati, l’eutanasia legale diventa legge dello stato iberico.
L’ultimo iter democratico della legge spagnola sull’eutanasia
La legge era stata proposta dal Partito Socialista del primo ministro Pedro Sánchez, e ha ricevuto la sua approvazione definitiva in Senato con 202 voti a favore, 141 contrari e 2 astenuti. Il provvedimento è passato con la sola opposizione dei partiti di centro ed estrema destra Pp e Vox e del regionalista Upn. È previsto che la legge entri in vigore a giugno, tre mesi dopo la pubblicazione sul Bollettino ufficiale dello Stato.
Cosa fare per chiedere l’eutanasia
Chi chiederà aiuto e accompagnamento verso la propria morte dovrà presentare dei referti medici, in quattro momenti temporali diversi, in cui si dimostra la propria condizione e si conferma di desiderare l’eutanasia. La richiesta inoltre dovrà passare il vaglio di una commissione: una volta che la richiesta verrà approvata, il paziente dovrà esprimere per l’ultima volta il consenso prima che il medico possa predisporre le pratiche per la morte assistita. Nei casi di persone completamente prive di coscienza o incapaci di esercitare da sole i propri diritti, bisognerà essere in possesso di un documento preesistente in cui viene dato l’assenso a tale pratica o ci deve essere un testamento biologico. La legge salvaguardia anche il diritto dei medici e del personale sanitario all’obiezione di coscienza. Però solo il 25 per cento – secondo un sondaggio redatto dall’Ordine dei medici di Madrid – farà appello all’obiezione.
Chi si è espresso contro
Il partito di estrema destra Vox, che con il Pp aveva presentato emendamenti alla proposta di legge, li ha visti tutti respinti dal Senato. Per questo Vox ha annunciato il ricorso alla Corte costituzionale, poiché la legge non tiene conto dei pareri (non vincolanti) del Consiglio generale del Potere giudiziario, del Comitato nazionale di Bioetica e del Consiglio di Stato. In difesa del “diritto alla vita”, la piattaforma Vividores nelle scorse settimane aveva lanciato una campagna, con l’appello ai partiti politici di frenare l’approvazione, con lo slogan: “La dignità della vita non si vota, si difende”.
Una mobilitazione a mezzogiorno di giovedì, durante la votazione, si è tenuta davanti al Congresso ed è stata convocata dall’associazione Abogados cristianos, di segno contrario a quella indetta dall’Associación Federal Derecho a Morir Dignamente, che ha celebrato il voto – e il risultato favorevole all’approvazione della legge – della maggioranza delle due Camere.
L’eutanasia nel mondo e in Italia
L’eutanasia è finora legale – oltre che da oggi, anche in Spagna – solo in Belgio, Canada, Colombia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svizzera. É possibile un accompagnamento legale, inoltre, in alcuni stati federali degli Stati Uniti, dove è consentito il suicidio assistito: ciò significa che il paziente che desidera morire può assumere da solo il farmaco letale sotto supervisione medica.
Hoy somos un país más humano, más justo y más libre. La ley de eutanasia, ampliamente demandada por la sociedad, se convierte por fin en una realidad. Gracias a todas las personas que han peleado incansablemente para que el derecho a morir dignamente fuera reconocido en España. pic.twitter.com/Ge4CZWuvIe
“In Italia le persone affette da patologie irreversibili, alla presenza di determinati requisiti possono legalmente ottenere aiuto a porre fine alle proprie sofferenze mediante l’assunzione un farmaco letale dopo un iter da intraprendere tramite il Sistema Sanitario Nazione. Ma in assenza di una legge occorre passare dai tribunali per vedersi rispettare un diritto”, ha scritto in una nota Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni. “Il Parlamento spagnolo ha fatto compiere oggi un passo avanti importante all’Europa delle libertà civili. Il tutto mentre in Italia, dopo 7 anni e due richiami ufficiali caduti nel vuoto da parte della Corte costituzionale, il Parlamento non ha avviato quella discussione in plenaria che i parlamentari delle precedente maggioranza avevano garantito sarebbe avvenuta entro il 2020.
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