Nei prossimi dieci anni la Spagna investirà quasi 9 miliardi di euro sull’idrogeno verde. Questa è una delle misure previste dal piano nazionale sull’energia.
La Spagna investirà 1,5 miliardi di euro del Next generation Eu nella produzione di idrogeno verde, ottenuto da fonti rinnovabili. Il primo ministro Pedro Sánchez, intervenuto lo scorso 18 novembre all’evento Hidrógeno renovable: una oportunidad para España, ha confermato la volontà di rendere la sua nazione protagonista nella produzione e nell’esportazione di questo vettore di energia. In totale, tra investimenti pubblici e privati, nei prossimi dieci anni il paese destinerà 8,9 miliardi di euro all’idrogeno.
Il governo spagnolo è molto ambizioso. Entro il 2030 punta a realizzare 4 gigawatt (GW) di elettrolizzatori con uno step intermedio di 300-600 megawatt (MW) al 2024. Così facendo, l’idrogeno verde dovrebbe soddisfare entro i prossimi dieci anni il 25 per cento del consumo di idrogeno nell’industria. Nello stesso arco di tempo, 100 stazioni di rifornimento soddisferanno il fabbisogno di almeno 5.000 tra auto e camion e 150 autobus. Per porti e aeroporti saranno costruiti punti di rifornimento dedicati nei cinque siti marittimi più trafficati del Paese. Due, infine, le linee ferroviarie destinate a muoversi con l’idrogeno verde.
Quale strategia della Spagna per l’idrogeno verde
I numeri descrivono la strategia nazionale per l’idrogeno, la Hoja de Ruta del Hidrógeno, approvata dal governo il 6 ottobre. Sulla scia della strategia adottata dalla Commissione europea l’8 luglio scorso, la Spagna punta a incrementare l’utilizzo del vettore per decarbonizzare la propria economia. In particolare, il governo si concentrerà sui settori chiave del trasporto, su strada e nei cieli, dei processi industriali energivori, cioè ad alto consumo energetico, e dell’accumulo energetico. Per riuscirci ha pensato a misure finanziarie e regolatorie cadenzate: promuoverà lo sviluppo di progetti pilota, stimolerà lo sviluppo e la ricerca e costruirà un’area tecnologica dedicata esclusivamente alla produzione di idrogeno verde.
Per incoraggiare la presentazione di nuovi progetti da parte delle imprese, il governo ha inoltre lanciato una manifestazione di interesse. Il termine per l’invio delle proposte è il 19 dicembre. Alcune società si sono già dimostrate molto reattive: Iberdrola, Enagás, Respol, Naturgy ed Endesa hanno presentato i propri piani. Giusto per fare un esempio, già a fine ottobre Iberdrola e Fertiberia, impresa attiva nella produzione di fertilizzanti, hanno annunciato l’intenzione di usare il vettore rinnovabile nell’impianto di ammoniaca Fertiberia di Puertollano per ottenere fertilizzanti meno impattanti sull’ambiente.
♻️ "Hidrógeno Renovable: Una Oportunidad para España” es la jornada que organiza @mitecogob y que inaugura esta mañana el presidente del Gobierno, @sanchezcastejon.
La strategia della Spagna sull’idrogeno verde è prevista dal Plan nacional integrado de energía y clima, il cosiddetto Pniec (che anche l’Italia ha dovuto redigere e presentare alla Commissione Ue). Il Piano riporta le politiche e le misure nazionali con le quali raggiungere gli obiettivi energetici nel decennio a venire.
Entro il 2030 la Spagna vuole spegnere tutte le centralia carbone, considerato che molte sforano i limiti alle emissioni previsti dalle normative più recenti e che nella prima metà del 2020 la produzione da carbone è diminuita del 59 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019 (dati del gestore nazionale della rete elettrica Red eléctrica de España – Ree).
A luglio il governo aveva annunciato la chiusura di sette centrali produttrici di 5,1 GW di energia: Meirama di Naturgy, Andorra di Endesa, Puente Nuevo di Viesgo, Velilla di Iberdrola, Compostilla II, Narcea e La Robla sempre di Naturgy. Restano tutt’oggi attive sei centrali che producono 4,7 GW: Lada di Iberdrola, As Pontes e Litoral di Endesa, Abono e Soto de Ribera di Edp e Barrios di Viesgo.
Centrale nel Pniec, poi, il tema dell’elettrificazione dei trasporti. Tante le iniziative in corso su scala nazionale, compresa quella di Endesa, la principale società di energia elettrica spagnola, che installerà entro la fine di quest’anno circa 2.000 colonnine in spazi pubblici per ricaricare i mezzi elettrici e ibridi. Ci riuscirà grazie al finanziamento di 35 milioni di euro concesso dalla Banca europea per gli investimenti. La misura prevede che nell’arco dei prossimi quattro anni siano posizionati in tutto il Paese 8.500 paline. A questa iniziativa si somma quella di Iberdrola che, nell’ambito dell’accordo siglato con Seat e gruppo Volkswagen, prevede la costruzione di 150.000 punti di ricarica veloci.
Un’alleanza tra Spagna e Italia per la decarbonizzazione
La Spagna sta percorrendo con convinzione la strada della transizione energetica. Lo fa al fianco dell’Italia, con cui ha stretto un’alleanza per accelerare l’adozione di politiche sostenibili. Il ministro italiano dell’ambiente Sergio Costa e la ministra per la Transizione ecologica della Spagna Teresa Ribera Rodríguez, a seguito di un incontro bilaterale svoltosi il mese scorso, si sono detti convinti di lavorare insieme per migliorare la gestione delle foreste e rendere le città, l’industria e le infrastrutture portuali protagoniste della rinascita economica sostenibile.
La Spagna e l’Italia hanno ribadito il proprio impegno a promuovere una ripresa verde, sostenibile e inclusiva.
Sergio Costa, ministro dell’Ambiente
L’impegno è stato rinnovato durante un nuovo incontro bilaterale tra i rispettivi ministri dell’Ambiente svoltosi nell’ambito della sessione plenaria del diciannovesimo vertice intergovernativo Italia-Spagna, lo scorso 25 novembre. “La Spagna e l’Italia hanno ribadito il proprio impegno a promuovere una ripresa verde, sostenibile e inclusiva che consenta di dare una risposta congiunta al momento di forte difficoltà che stiamo vivendo, di costruire un futuro migliore per i giovani e avviarci verso la neutralità climatica entro il 2050”, ha affermato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Nella sessione plenaria che ha seguito l’incontro sono stati individuati 11 obiettivi comuni e impegni condivisi in riferimento agli appuntamenti internazionali del 2021. Tra questi, la promozione di una ripresa sostenibile e inclusiva e dell’obiettivo di un taglio delle emissioni di carbonio di almeno il 55 per cento al 2030 rispetto al 1990, quale tappa per raggiungere la neutralità climatica. Del resto, lo ha anche insegnato la pandemia di Covid-19 che insieme si è più forti nell’affrontare anche le crisi più profonde. Oltre che per diventare leader della sostenibilità a livello mondiale.
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