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Speaker’s Corner: i duri hanno due cuori
Speaker’s Corner: i duri hanno due cuori Ricordo che il primo a farmi conoscere Ligabue fu un mio grande amico, Enrico Mulas, di Bardonecchia, alta Val Susa. Eravamo tutti e due ragazzi di provincia ai primi anni di università e ci eravamo conosciuti da poco. Si sentiva qualche pezzo alla radio ma principalmente era un
Speaker’s Corner: i duri hanno due cuori
Ricordo che il primo a farmi conoscere Ligabue fu un mio grande
amico, Enrico Mulas, di Bardonecchia, alta Val Susa. Eravamo tutti
e due ragazzi di provincia ai primi anni di università e ci
eravamo conosciuti da poco. Si sentiva qualche pezzo alla radio ma
principalmente era un passaparola fatto di qualche cd comprato e
tante cassette copiate.
La critica che si sente fare più spesso da chi non ama
Ligabue è che le canzoni son tutte uguali. Eh…
questione di stile e di gusti. Anch’io ci ho messo un po’ a
conoscerlo bene, qualche canzone mi era arrivata, altre meno:
troppe parole e troppa musica tutta insieme.
Finché mi son fermato ad ascoltare. Ho preso il libretto di
uno dei suoi cd e mi son messo a leggere il testo mentre lui
cantava; seduto nella mia poltrona è stato come se un film
partisse davanti ai miei occhi.
Ligabue oltre ad essere un cantautore è anche scrittore,
regista e poeta. E in quelle canzoni dei primi dischi si poteva
vedere quello che sarebbe venuto dopo; storie che avevano il sapore
della vita vera, quella vissuta in provincia, tra il lavoro, gli
amici, il bar e la fidanzata.
Storie di provincia, ovvero storie banali, starà per dire
qualcuno. Ed è proprio qui la grandezza di Luciano Ligabue,
lo sguardo di un uomo che sa rendere vibrante quello che a un
osservatore distratto può sembrare privo di interesse.
Un esempio? Questa canzone sembra o non sembra presa direttamente
dalla sceneggiatura di un film?
“I duri hanno due cuori” da “Sopravvissuti e Sopravviventi”,
1993.
Un quarto alle dieci e Veleno è seduto da Mario
davanti a una grappa e a un posacicche pieno. Lo salutano male,
forse perché sanno tutto di lui o, almeno, ne sanno una loro
versione.
Una foto di donna gli brucia da dentro la giacca, chiaramente dalla
parte del cuore. E la gamba gli duole del peso e del freddo di un
cannone che, chissà come, è riuscito a trovare.
Non ha tempo né voglia di pregare Dio perché vuol
contare soltanto sul suo dolore, sui sei colpi e, infine, su di
sé.
C’è chi ha scelto la donna sbagliata e forse ha
scelto per tutta la vita. Altra scelta che ha è a chi farla
finita. C’è chi ha scritto bestemmie sul cuore, però
i conti, per sé, li sa fare, e il totale non cambia anche se
fa star male.
Però non piange mai se non è davvero
solo.
I duri hanno due cuori, col cuore buono amano un po’ di
più.
I duri hanno due cuori, col cuore guasto odiano sempre un po’ di
più
Un quarto alle due e Veleno è seduto sul ponte sul
fiume a vedere la pistola affondare. Adesso il freddo è
reale: è passato alle ossa uscendo per forza dal cuore.
Di così tanto mondo c’è solo un posto in cui possa
tornare, e gli scappa una stramaledizione.
Sta pensando che la sera dopo darà un cazzotto ad un tipo
che, questa sera, rideva di lui e si è fatto sentire.
Darà pugni alla porta di camera sua, urlerà alla sua
donna ed al suo amico di fare più piano e sul suo divano si
stenderà.
C’è la notte di chi c’ha un’amante, e la notte di chi
non ha niente, e la notte per forza, volenti o nolenti.
C’è chi ha perso una brutta partita però, forse, una
fiche gli è restata, e può darsi ci sia un altro giro
di ruota.
E poi non piange mai se non è davvero solo.
I duri hanno due cuori, col cuore buono amano un po’ di
più.
I duri hanno due cuori, col cuore guasto odiano sempre un po’ di
più.
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