Lo sport come cura. In Senato c’è una proposta per renderlo detraibile nel 730

Il disegno di legge promuove lo sport dando ai cittadini la possibilità di recuperare parte dell’investimento per l’attività fisica nella dichiarazione dei redditi.

Lo sport come cura, da prescrivere in ricetta medica e detraibile fiscalmente. È questa la sintesi della proposta contenuta in un disegno di legge da poco presentato al Senato e sottoscritto da tutti i partiti della decima Commissione. Il testo punta a incentivare le persone a impegnarsi maggiormente nell’attività fisica – indispensabile per portare avanti uno stile di vita sano – dando loro la possibilità di recuperare parte dell’investimento sostenuto per prendere parte a uno sport.

La proposta presentata in Senato

Lo sport è un ”farmaco che non ha controindicazioni e fa bene a tutte le età”. Lo ha detto Daniela Sbrollini, senatrice di Italia Viva e vicepresidente della decima Commissione (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) che ha presentato il Ddl.  Il testo apre alla possibilità per medici di base, pediatri e specialisti di prescrivere l’attività fisica come parte di un percorso medico-terapeutico, che consentirebbe alle persone di recuperare parte delle spese sostenute per le attività sportive attraverso le detrazioni del 730, il modulo di dichiarazione dei redditi per lavoratori dipendenti e pensionati, che consente di ottenere rimborsi direttamente nella busta paga o nella pensione. A differenza di iniziative politiche passate – dove incentivi simili erano previsti unicamente a soggetti affetti da patologie e altri casi specifici – il Ddl appena presentato riguarda tutta la popolazione, salvo limitazioni ancora da stabilire.

Lo sport è prevenzione

La necessità di una misura il più possibile estesa risiede nei numeri, secondo i quali sono ancora troppo poche le persone che vedono nello sport non solo una valvola di sfogo e un’attività ludica, ma un vero e proprio esercizio di prevenzione per l’insorgere di patologie. Si calcola che la sedentarietà sia responsabile di circa 90.000 morti all’anno in Italia: il 14,6 per cento dei decessi totali. Le malattie maggiormente imputabili alla sedentarietà includono il tumore della mammella e del colon-retto, il diabete di tipo 2 e le malattie coronariche.

Correre rinforza il tuo sistema immunitario.

Un monito all’eccessiva sedentarietà condiviso dalla stessa Sbrollini, anche presidente dell’intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili: “Nell’Unione europea il 45 per cento delle persone afferma di non fare mai esercizio fisico o praticare sport e una su tre ha livelli insufficienti di attività fisica”. Secondo il rapporto congiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), citato dalla senatrice, “un incremento dell’attività fisica a 150 minuti settimanali potrebbe prevenire in Europa 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050 inclusi 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e oltre 400.000 casi di tumori”.

L’impatto sulla salute pubblica

Guardando l’altra faccia della medaglia, il Ddl non è solo finalizzato a promuovere l’attività sportiva, ma mira anche a alleggerire i costi sanitari che le conseguenze di uno stile di vita sedentario in più di un’occasione comportano.  Secondo l’Osservatorio Valore Sport, citato da Wired, il costo sanitario annuo della sedentarietà in Italia è stimato in 3,8 miliardi di euro. Un dato che, considerando sia le spese dirette che quelle indirette, rappresenta l’1,7 per cento della spesa sanitaria totale del Paese.

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