- Dal calcio al basket, lo sport femminile sta conoscendo un momento di grande crescita.
- Negli Stati Uniti molte leghe hanno firmato ricchi contratti per la vendita dei diritti tv dei campionati.
- Anche Inghilterra e Australia stanno investendo molto sullo sport femminile.
- Il gender gap con gli uomini, però, rimane ancora netto.
1,28 miliardi di dollari (circa 1,19 miliardi di euro) di ricavi. È la cifra che, secondo un report di Deloitte del novembre 2023, potrebbe arrivare a generare lo sport femminile professionistico nel 2024. Una quantità di denaro superiore di ben il 300 per cento rispetto alle previsioni che la stessa società di consulenza aveva fatto solo tre anni fa. Ma, soprattutto, se le previsioni saranno confermate, sarà la prima volta che lo sport femminile riuscirà a superare la soglia psicologica del miliardo di dollari di ricavi.
Tali risultati rappresentano il punto d’arrivo di un lungo cammino effettuato dallo sport femminile, che dopo decenni di scarsa considerazione e un valore economico risibile, negli ultimi anni ha visto crescere l’interesse attorno a sé. Il che ha portato, di conseguenza, anche ad un aumento dei ricavi.
A trainare gli sport femminili sono gli Stati Uniti
A trainare il settore sono soprattutto gli Stati Uniti: qui calcio, basket, pallavolo e hockey femminili stanno vivendo di recente una grossa crescita, grazie soprattutto a una serie di nuovi e più ricchi accordi tra le leghe e le emittenti televisive. Un discorso analogo può essere fatto per i campionati di calcio inglese e australiano; e situazioni simili possono essere riscontrate anche nel cricket.
Alla crescita dello sport delle donne ha contribuito molto ilMondiale di calcio del 2023, giocato in Australia e Nuova Zelanda, che ha rappresentato un punto di rottura rispetto il passato e le cui ricadute economiche positive influenzeranno anche la prossima edizione, nel 2027.
In generale, è possibile affermare che il 2023 è stato un grande anno per lo sport femminile: l’aumento dei capitali che ruotano attorno a campionati e manifestazioni sportive permette alle varie realtà di ottenere maggiori guadagni, di essere quindi più stabili economicamente e di conseguenza di garantire alle sportive salari più alti e tutele maggiori. Al contempo, si ottengono il rispetto e la considerazione che da tempo erano cercati, e ingiustamente negati.
Alla base di questo nuovo flusso di investimenti, però, non ci sono ragioni etiche. Agli sport femminili non stanno arrivando maggiori capitali “perché è una buona cosa”. Tutt’altro: chi ha interesse a puntare sugli sport delle donne lo fa perché pensa di poterci guadagnare, poiché si tratta di un mercato in costante crescita. Libero da alcune secolari dinamiche e giochi di potere che invece caratterizzano molte realtà degli sport maschili. Quelli femminili, invece, appaiono oggi come mondi che pensano in maniera innovativa, guidati da figure (spesso donne) che hanno l’obiettivo di sviluppare il movimento e costruirsi un futuro più roseo.
I tanti soldi nelle leghe americane
Una delle ragioni del buon andamento negli Stati Uniti è che essi rappresentano il paese nel quale le atlete godono delle migliori condizioni, sia in termini professionali sia – soprattutto – economici.
La National Women’s Soccer League, il principale campionato femminile di calcio americano, lo scorso novembre ha sottoscritto un accordo con varie emittenti (Espn, Cbs, Amazon, e Scripps Sports) per la trasmissione delle partite di campionato per i prossimi quattro anni per un totale di 240 milioni di dollari. Si tratta attualmente del contratto televisivo più ricco mai ufficializzato nella storia dello sport femminile. E porta le entrate, per ogni singola stagione, a quota 60 milioni. Un aumento clamoroso, se si considera che il precedente accordo era di appena 1,5 milioni di dollari all’anno.
Tutti questi soldi arrivano anche alle società, che infatti hanno visto aumentare del 40 per cento la propria capacità salariale. Non a caso, la calciatrice della nazionale americana Mallory Swanson ha appena firmato un contratto quadriennale con i Chicago Red Stars per 2 milioni di dollari, il più lungo e ricco di sempre per il calcio femminile. Solo qualche giorno prima, un’altra calciatrice, Maria Sanchez, aveva a sua volta firmato un triennale da 1,5 milioni di dollari con le Houston Dash. Questo, prima del contratto di Swanson, era stato a sua volta da record.
Che il calcio femminile stia ottenendo sempre più considerazione e guadagni negli Stati Uniti viene dimostrato anche dalle ambizioni della Federazione, che si è candidata con il Messico per ospitare il Mondiale del 2027 (un anno dopo quello maschile, che si terrà nel 2026 sempre tra Usa-Messico e Canada).
La Federazione statunitense punta ad ospitare il Mondiale femminile del 2027
La Federazione americana ha stimato di poter generare dalla Coppa del Mondo femminile entrate pari a 3 miliardi di dollari, con oltre 4,5 milioni di spettatori totali. Numeri molto più alti di quelli registrati nell’ultima edizione, giocata tra Australia e Nuova Zelanda e che ha registrato un giro d’affari di 570 milioni di dollari, con 1,98 milioni di spettatori. Se già questo Mondiale aveva rappresentato un grosso gradino di crescita per il calcio femminile (il primo con montepremi e budget paragonabili a quello maschile), quello del 2027 potrebbe presentare numeri ancora maggiori.
Lo sport al femminile però, negli Stati Uniti, non è soltanto il calcio. Grossi passi in avanti si stanno facendo anche nel basket, nella pallavolo e nell’hockey. La Wnba, il principale campionato di basket femminile, da tempo è in trattativa con diverse città, come Portland, Austin, Charlotte, Denver, Nashville, Philadelphia, e Toronto per aumentare il numero delle squadre, che attualmente sono 12. E questo perché la presenza del pubblico alle partite e davanti alla televisione è in continua crescita (+16 per cento solo nell’ultimo campionato), raggiungendo quota 1,59 milioni di persone in totale, la cifra più alta in 13 anni. Questo permetterà alla Lega di giocarsi qualche carta in più al tavolo delle trattative con i vari broadcaster per aumentare il valore economico del campionato, che ora vende i suoi diritti tv a 25 milioni di dollari all’anno.
Anche nell’hockey stanno succedendo cose interessanti: nel mese di gennaio 2024 è partito un nuovo campionato, The professional women’s hockey league, con sei squadre, che vuole seguire gli esempi del calcio e del basket. L’inizio è per ora incoraggiante, dato che nelle prime tredici partite disputate si sono registrati più di 65mila spettatori totali. Il fatto che sia partito un nuovo progetto del genere dimostra quanto sia frizzante il mercato dello sport al femminile negli Stati Uniti.
La stessa strada è stata presa anche dalla pallavolo: è appena nato un nuovo campionato – la Pro volleyball federation – con sette squadre. Nel prossimo novembre, poi, a questo torneo se ne affiancherà un altro – la League one volleyball (Lovb) – che ha raggiunto oltre 35 milioni di dollari di investimenti da figure del calibro di Kevin Durant, Candace Parker, e l’Ares management funds.
Proprio negli Stati Uniti, nello specifico in Nebraska, lo scorso agosto una partita del campionato di college di pallavolo è diventato l’evento sportivo con il più alto numero di spettatori mai registrato in tutto il mondo: si è giocato davanti a 92mila persone.
Non solo gli Usa: l’Australia, l’Inghilterra e il cricket
Uno dei mercati che ha registrato la più veloce e decisa crescita nello sport delle donne è quello dell’Australia. Complici il fatto di aver disputato il Mondiale in casa e le buone prestazione della nazionale (arrivata fino in semifinale), la popolarità del calcio femminile è cresciuta tantissimo. La maglietta delle Matildas, il nickname della nazionale, è stata la più venduta in Australia, dove il giro d’affari del calcio femminile è stato superiore a quello maschile. Il valore del brand ora viene stimato attorno ai 210 milioni di dollari – erano appena 40 prima del mondiale – e questo fa della nazionale di calcio femminile quella con il maggior potenziale
In Inghilterra invece la crescita ha riguardato soprattutto il montepremi delle competizioni del calcio femminile, aumentato per cercare di avvicinarlo a quello degli uomini. Per questa stagione, la federazione ha ufficializzato il raddoppio del budget destinato alle calciatrici rispetto all’anno precedente per la FA Cup: dai 3,68 milioni di dollari del 2022/2023 si passa ai 7,37 milioni del 23/24.
La baronessa Sue Campbell, che guida la sezione femminile della Football Association, ha dichiarato che “aumentare il montepremi vuol dire continuare a lavorare per creare un grande futuro al calcio femminile e continuare a fare della FA Cup women la manifestazione più prestigiosa del calcio femminile nel mondo”. I grandi investimenti non riguardano soltanto il calcio: nel gennaio del 2023 il canale indiano ViaCom ha annunciato di aver acquisito i diritti tv del campionato nazionale di cricket (la Women’s indian premier) per 95 milioni di dollari totali per cinque anni, facendone una delle leghe più ricche di tutto il mondo. L’accordo è stato firmato prima ancora che il nuovo campionato di cricket femminile partisse effettivamente, giusto per dare un’idea della fiducia che il network ripone in questa manifestazione sportiva.
Il gap con lo sport maschile rimane
Tuttavia, la strada per abbattere il gap che ancora è molto netto tra i guadagni degli sportivi e quelli delle loro colleghe è ancora molto lunga. Ciuò non solo viene dimostrato dal budget che viene messo a disposizione per le competizioni femminili, nettamente superiore rispetto a quello maschile, ma anche da alcune classifiche, come quella di Forbes, che ogni anno stila l’elenco degli sportivi più pagati. In quella del 2023 tra i primi 50 sportivi c’era solo una donna, Serena Williams, al 49esimo posto, nonostante si sia ritirata nel settembre del 2022.
È difficile fare delle stime precise su a quanto effettivamente ammonti la differenza tra i guadagni degli uomini e quelli delle donne. Tuttavia, questi nuovi investimenti nello sport femminile non potranno che far aumentare l’attenzione attorno ai vari campionati e alle diverse competizioni in giro per il mondo, e come conseguenza avrà, inevitabilmente, anche la crescita dei guadagni delle sportive.
Resta invece ancora parecchio indietro lo sport italiano, dove le stime parlano di guadagni inferiori come minimo del 30 per cento: una cifra che diventa sicuramente più alta se si prende in considerazione soltanto il calcio, dove le atlete di Serie A hanno uno stipendio medio di 1.250 euro, cifre che nel maschile possono essere equiparate a quelle dei magazzinieri dei centri d’allenamento, non certo a quelle dei calciatori.
Ma in attesa che qualcosa succeda anche in Italia, il futuro dello sport femminile a livello mondiale è fatto di una grande e costante crescita.
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