Alla presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin, il padre Gino parla di “amore da diffondere nell’ecosistema”, il ministro no.
Spreco alimentare. In Italia la nuova legge premia chi regala il cibo
Piuttosto che buttare, donare. Così tutti, supermercati, ristoranti, aziende, associazioni e privati saranno incentivati a ridurre lo spreco. Via libera anche per i farmaci.
È una delle buone notizie dell’estate, di quelle che non passeranno in sordina. Anche l’Italia ha la sua legge contro lo spreco alimentare. Dopo i passaggi nelle aule parlamentari, il Senato, con 181 voti a favore, 2 contrari e 16 astenuti, ha approvato la legge antisprechi: il recupero e la donazione del cibo sono favoriti per legge. Nessuna sanzione per chi non si adegua, tutto puntato sugli incentivi.
Chi non butta il cibo, difatti, verrà premiato. Rispetto alla legge sulla medesima materia approvata poco tempo fa dal governo francese che si basa sulle penalità, quella italiana punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica: la burocrazia per lo smistamento e la donazione del cibo sarà più snella e veloce e ci saranno nuovi incentivi per chi si preoccuperà di non gettare il cibo in eccedenza. Le procedure per donare le eccedenze alimentari sono da qui in poi più semplici per tutti.
Chi potrà donare il cibo
Potranno essere considerati soggetti donatori Onlus, aziende, privati, ma anche gli enti pubblici. Si possono perfino donare anche i cibi e farmaci con etichette sbagliate, purché le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l’indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze. Non sarà richiesta la forma scritta per le donazioni gratuite di cibo, farmaci e altri prodotti. Saranno coinvolte nella prevenzione dello spreco anche le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere. Già che c’erano, hanno anche voluto menzionare le coltivazioni a km zero, che dovranno essere promosse dal ministero delle Politiche Agricole nel quadro di azioni mirate alla riduzione degli sprechi.
Si potrà donare il cibo confezionato ma anche i prodotti agricoli nel campo
Per effettuare le donazioni di cibo in eccesso, le procedure su tracciabilità e norme igieniche saranno semplificate. Sarà concessa, inoltre, la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono in campo e la loro cessione a titolo gratuito. Il pane potrà essere donato nell’arco delle 24 ore dalla produzione. E, per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, la legge finalmente riconosce ai clienti l’asporto dei propri avanzi con la doggy bag, cosa già in uso qua e là ma mai regolamentata prima.
Soddisfazione nelle parole del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: “È una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. L’abbiamo presentata lo scorso anno nel nostro ‘Piano SprecoZero’ proprio durante l’Esposizione universale ed è una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano”.
Approvata ora al @SenatoStampa la legge contro lo #sprecoalimentare. Un impegno di #Expo che diventa realtà pic.twitter.com/9gKVMWDp0S
— Maurizio Martina (@maumartina) 2 agosto 2016
“Questa legge contro lo spreco alimentare è necessaria non solo per combattere la povertà, ma anche per contrastare l’inquinamento ambientale e il consumo insostenibile di risorse. È una battaglia che si combatte a livello locale, nazionale e globale e che è diventata impellente”, ha invece dichiarato la senatrice Laura Puppato, capogruppo del Pd nella Commissione Ecomafie, intervenuta nell’Aula del Senato.
Cosa prevede la legge sullo spreco alimentare
Una legge “incentivante”, quella approvata il 2 agosto scorso. Ovvero che incentiva a donare piuttosto che buttare. Ora ristoranti, supermercati, mercati, ma anche produttori agricoli hanno il via libera a donare il cibo in eccedenza ad associazioni ed enti caritatevoli. In questo modo le associazioni potranno avere libero accesso a quelle definite come eccedenze di campo, a titolo gratuito.
“In un’epoca in cui la sicurezza alimentare e la sostenibilità della produzione agricola diventano sfide da affrontare con sempre maggiore urgenza, ridurre lo spreco è un obbligo necessario”, afferma la Cia (Confederazione agricoltori italiani). “Si tratta di un problema che coinvolge tutti gli anelli della filiera alimentare, inclusi i consumatori, chiamati a un’assunzione di responsabilità per garantire il diritto a cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti. Fondamentale, quindi, recuperare efficienza nell’utilizzo delle risorse. Per questo siamo soddisfatti di questa legge e siamo pronti a dare il nostro contributo -conclude la Cia- per arrivare all’obiettivo ambizioso di recuperare un milione di tonnellate di cibo l’anno e donarle a chi ne ha bisogno”.
I numeri dello spreco alimentare
Una ricerca dell’osservatorio Waste watcher, presentata proprio in occasione del lancio dell’edizione 2016 di Spreco zero, parla di oltre 13 miliardi di euro buttati ogni anno, circa l’1 per cento del Pil. Numeri che salgono a 1.000 miliardi di dollari a livello globale e che contrastano con quei 800 milioni che soffrono la fame.
Secondo l’indagine sullo spreco alimentare in Italia effettuato dalla Coldiretti, il 21 per cento del fenomeno è associato al mondo della ristorazione. “In questo settore ogni anno – spiega Sabrina Citterio, responsabile comunicazione corporate e cse di Edenred Italia – più di due quintali di cibo vengono sprecati. Per queste ragioni accogliamo con soddisfazione i recenti provvedimenti parlamentari che favoriscono il recupero e la donazione di tutte le eccedenze a fini di solidarietà sociale”.
Il Banco alimentare esulta
“Con questa legge Banco alimentare, che già l’hanno scorso ha distribuito in Italia 85mila tonnellate di alimenti e oltre 1 milioni di piatti pronti di cibo cotto, ha un’arma in più per continuare nel suo impegno e aumentare l’aiuto offerto ogni giorno a oltre 8mila strutture caritative che assistono 1.560.000 bisognosi di cui quasi 135mila bambini – scrive Marco Lucchini, Fondazione Banco alimentare – la legge è infatti un ottimo esempio di applicazione del principio di sussidiarietà con un progetto che nasce da una fattiva collaborazione tra istituzioni, filiera agroalimentare e terzo settore, sviluppato grazie al lavoro del tavolo indigenti del Ministero delle politiche agricole, che grazie a questa legge avrà una dotazione di ulteriori 2 milioni di euro da destinare all’acquisto di beni alimentari per i poveri in Italia”.
Legge antisprechi: contenti i cuochi
“Ci deve essere un impegno comune per utilizzare al meglio le eccedenze alimentari – dichiara il segretario generale della Federazione italiana cuochi, Salvatore Bruno – noi ci stiamo impegnando già da diversi anni per combattere lo spreco alimentare, sia intervenendo durante le emergenze, sia nel compiere opere socialmente utili, anche a fianco della Caritas italiana e della Protezione civile. Ridurre gli sprechi alimentari all’interno delle attività ristorative è una filosofia in linea con un corretto impiego delle risorse. A livello professionale dobbiamo fare tutto per non sprecare nulla”.
Legge antisprechi: contenti anche i commercianti
Con questo provvedimento, secondo la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), si dà un segno di sostenibilità concreta. “Questa legge invece inaugura una nuova strada – commenta il direttore generale Marcello Fiore – ora ristoranti, mense, bar potranno recuperare gli avanzi, oltre 12 miliardi di derrate alimentari, che anziché finire nell’immondizia diventano risorse a disposizione della comunità e, in particolare, delle fasce più deboli della popolazione. Fipe è particolarmente soddisfatta dell’approvazione di un provvedimento che semplifica le procedure per certificare di fronte al fisco le donazioni di alimenti, e ha visto approvare un suo emendamento che consente di indicare sulla bolla di accompagnamento il solo peso di ciò che si dona invece della descrizione analitica”.
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