L’incendio a bordo di una porta-container rimasta bloccata al largo di Kotte, capitale dello Sri Lanka, è stato domato il 1 giugno. Ma la struttura è gravemente danneggiata e viene attualmente rimorchiata in acque profonde, poiché ci si attende possa colare a picco da un momento all’altro.
A cargo ship that burned off Sri Lanka's coast for 2 weeks is now sinking with 300 tons of oil in its tanks, threatening an oil spill.
The ship leaked microplastics to beaches, sparking an environmental disaster. Fishing is now banned, a "death blow" to thousands of livelihoods. pic.twitter.com/b1EPmxMoCl
La nave MV X-Press Pearl rischia di colare a picco
Per spegnere le fiamme divampate sulla grande imbarcazione è stata necessaria un’operazione internazionale, nonché la partecipazione della marina militare. Nonostante l’impiego di uomini e mezzi, una parte del carico è finito in mare, causando una delle peggiori catastrofi ambientali della storia della nazione asiatica.
Secondo alcuni esperti della società danese Smit, specializzata nelle operazioni di salvataggio in mare, che hanno potuto analizzare la nave MV X-Press Pearl e hanno riferito della presenza di acqua nelle sale macchine. L’imbarcazione, lunga 186 metri, trasportava 1.500 container, otto dei quali sono finiti in mare. In particolare, milioni di granuli di polietilene (una materia plastica) sono finiti nell’oceano. Si tratta di materiali che erano destinati all’industria dell’imballaggio e che hanno invece sommerso le spiagge circostanti.
Milioni di granuli di plastica invadono le spiagge dello Sri Lanka
Ma il cargo, immatricolato a Singapore, trasportava anche 25 tonnellate e 28 container di acido nitrico, di soda caustica, di lubrificanti e di altri prodotti chimici. Anche per questo il governo ha vietato la pesca in una fascia costiera lunga 80 chilometri. Secondo il presidente dell’Autorità per la protezione ambientale marina dello Sri Lanka, la Mepa, si tratta del “più grave episodio di inquinamento mai accaduto nel nostro paese”.
Una denuncia è stata depositata contro i proprietari della nave e contro l’equipaggio, ai quali vengono contestati gli immensi danni prodotti. Secondo l’armatore, tuttavia, lo scafo sarebbe intatto e i serbatoi non avrebbero subito perdite. Ciò nonostante, la fuoriuscita di carburante non può ancora essere esclusa.
In ogni caso, ad accertare le cause dell’incendio sarà un’inchiesta che è stata avviata dalla magistratura. Tre membri dell’equipaggio sono stati già interrogati dagli inquirenti. Secondo la Meta, il capitano della nave avrebbe notato una fuga di acido nitrico già l’11 maggio scorso. Ben prima di entrare nelle acque territoriali dello Sri Lanka.
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