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StanzaScirocco Lettere d’amore
StanzaScirocco Lettere d’amore Cara LidiaMia, anche questa mattina la nuova ospite Sofia non ha fatto rumore uscendo da Casa dei Venti. Io penso che alcune persone siano particolarmente brave ad essere leggere, particolarmente capaci di esserci senza farsi notare, di stare in un luogo senza dichiararlo per forza… E’ quello che in fondo penso di
StanzaScirocco Lettere d’amore
Cara LidiaMia,
anche questa mattina la nuova ospite Sofia non ha fatto rumore
uscendo da Casa dei Venti. Io penso che alcune persone siano
particolarmente brave ad essere leggere, particolarmente capaci di
esserci senza farsi notare, di stare in un luogo senza dichiararlo
per forza… E’ quello che in fondo penso di te, della tua presenza
assenza, ci sei LidiaMia e non ci sei. Uno strano gioco di specchi
tra ricordo e realtà, quella capacità che avevi tu di
vivere con me facendomi ridere anche quando non stavamo insieme…
solo ricordando un tuo sguardo, un tuo movimento… “Delle volte
vorrei essere l’aria, delle volte vorrei essere leggera leggera, ed
entrare nella testa delle persone, per scoppiare a ridergli
dentro…. “. E’ così che fai ancora, torni nella mia mente
e ogni tanto scoppi a ridere dentro i miei pensieri, senza che io
possa farci niente. Scompigli l’ordine che tento di dare alle mie
giornate, arrivi come il vento, come aria soffiata per far un
dispetto…
E anche quest’ospite nuova mi da questa sensazione. Arriva come
l’aria, non la vedo mai ma ad un certo punto mi accorgo di lei.
Oggi ha piovuto molto qui sull’isola, e siamo rimasti a parlare un
po’ in terrazza, io e Sofia. Mi ha detto di essere una scrittrice,
ma di aver sempre molta paura a dire quello che fa “delle volte la
gente pensa che scrivere sia semplice, automatico, e quindi tante
volte lo considera come un passatempo, non come un vero lavoro,
fatto di ascolto e di fiducia, di costruzione, di attenzione, di
raccoglimento, di esternazione misurata… ” Mi ha raccontato che
secondo lei la scrittura è la somma di movimenti alterni, da
un lato c’è lei che scrive e dall’altro c’è lei che
sente di essere scritta…
Le ho parlato delle mie lettere a te, le ho detto che ti scrivo da
quando te ne sei andata, le ho detto che ho la sensazione che
queste lettere siano la nostra cura, la nostra personalissima cura
privata e circoscritta a noi due soltanto. E’ rimasta in silenzio e
poi mi ha detto una frase che mi ha colpito “Io credo nelle parole.
Credo che siano la nostra struttura e la nostra storia. Una lettera
è storia che si allontana da noi per diventare la storia di
qualcun altro… non smetta di scriverle, non smetta di farle
questo regalo”…
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